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TURISMO DELLE RADICI: DE VITA (DGIT) OSPITE DEL CIRCOLO EMILIANO ROMAGNOLO DI SAN PAOLO



ROMA - Presieduto da Eduardo Morelli, il Circolo emiliano romagnolo di San Paolo ha organizzato sabato scorso un incontro online dedicato al turismo delle radici. Tra gli ospiti virtuali dell’associazione anche il consigliere Giovanni Maria De Vita, capo dell’ufficio I della Direzione generale per gli italiani all’estero della Farnesina, che ha spiegato come e perché il Ministero degli affari esteri ha deciso di investire sulla promozione di questo particolare segmento di settore. Introdotto da Morelli, alla presenza di Valentina Stragliati e Gianfranco Coda della consulta degli emiliano romagnoli nel mondo, e di Marina Gabrielli, Presidente dell’Associazione “Raiz Italiana”, De Vita ha ricordato la genesi del progetto, nel 2018, quando “fiorivano iniziative sul turismo delle radici”. La Dgit, quindi, ritenne “opportuno organizzare occasioni di incontro tra i soggetti italiani coinvolti per uno scambio di informazioni e buone prassi, con l’obiettivo di suggerire un modello di promozione di questo segmento del turismo molto particolare” e che ora può essere “molto utile a risollevare il settore, in Italia come in tutto il mondo, è stato tra i più colpiti dal Covid” Un segmento, ha aggiunto, che si rivolge ad una potenziale platea di 80 milioni di persone “tra oriundi e italiani residenti all’estero”. Oriundi che “in Brasile sarebbero 27 milioni”, ha ricordato De Vita. Il Maeci, e la Dgit in particolare, “interviene perché siamo la “cassa di risonanza” di ciò che avviene in Italia, attraverso la rete diplomatico-consolare, i Comites e le associazioni come la vostra, per veicolare all’estero quanto di interessante avviene nel nostro Paese”. Per questo, nel 2018, il Maeci ha promosso l’istituzione del tavolo tecnico sul turismo delle radici insieme a Raiz Italia, Asmef ed Enit. Posto che il “turista delle radici” è un viaggiatore molto particolare, che va “alla ricerca delle emozioni che coltiva attraverso i suoi ricordi”, la Dgit ha deciso di concentrare la sua azione in tre direzioni: coordinando e promuovendo il tavolo tecnico; promuovendo indagini ad hoc; contribuendo alla Guida delle radici. Il tavolo tecnico “è molto cresciuto anno dopo anno, tanto che nell’ultimo incontro del maggio 2020 in piena pandemia, hanno partecipato più di 60 enti”. Per capire come accogliere e accompagnare i turisti delle radici, il Maeci “finanzia ricerche attraverso dei questionari, che spero anche gli italo brasiliani compilino. Mi riferisco a quello dell’associazione AsSud, nato per capire le esigenze e stilare un profilo del turista delle radici per orientare gli operatori italiani”. La Direzione generale, poi, sostiene anche “la ricerca dell’Università della Calabria sui turisti delle radici calabresi in Argentina. Con la stessa università abbiamo lanciato il primo master rivolto alla formazione di operatori del turismo delle radici per creare professionalità specifiche”. Infine, “un’altra bellissima iniziativa, realizzata da Raiz Italiana, è la “Guida alle radici” di cui presto uscirà il secondo volume dedicato a Lombardia, Molise, Calabria e Sicilia”. È, ha concluso De Vita, “un progetto cui guardiamo con entusiasmo e attenzione per individuare iniziative che possano soddisfare questi turisti, convinti che le nostre comunità possano stabilire nuovi tipi di relazioni con l’Italia così da rafforzare un rapporto bilaterale a vantaggio di entrambe le parti”. La registrazione dell’incontro è disponibile qui. (m.c.\aise)

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