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UK LASCIA L’ERASMUS MA IL GALLES NON CI STA - DI VALENTINA COLÒ



LONDRA - “Durante i dolorosi negoziati con l’UE di dicembre, al termine del periodo di transizione per la Brexit, il Regno Unito ha detto addio al programma Erasmus, mettendo sul tavolo un altro schema che prende il nome dal famoso matematico Alan Turing. Ma il Galles non ci sta ed aspira ad offrire ai suoi studenti un’alternativa più simile ad Erasmus, più inclusiva e che “colmi le lacune lasciate dal programma Turing”. Ad oggi sono infatti numerose le critiche nei confronti di quest’ultimo che secondo l’Unione Nazionale degli Studenti in UK “potrebbe danneggiare una generazione di studenti,” privando i meno privilegiati della possibilità di studiare all’estero”. È quanto riferisce Valentina Colò in un articolo pubblicato oggi in primo piano dal portale bilingue LondraItalia.com. “Preoccupati per il futuro del settore sono anche i governi dello stesso Galles e della Scozia che, dopo il rifiuto da parte della Commissione Europea per il reintegro nel programma Erasmus, hanno ricevuto parecchie pressioni da parte delle organizzazioni studentesche e sindacali per creare i loro propri programmi di scambio. L’annuncio è finalmente arrivato questa settimana da parte del Galles che investirà £65 milioni in un nuovo schema di scambi internazionali per permettere sia agli studenti dei suoi atenei sia a quelli di università europee di trascorrere periodi di studio all’estero coperti da borse ed agevolazioni. L’iniziativa mira proprio a correggere alcune delle falle del Turing Scheme che nonostante ampli gli orizzonti dell’ex Erasmus in termini geografici, permettendo agli studenti di viaggiare non solo in Europa ma anche altrove, non copre le tasse universitarie nel paese ospitante, non è bilaterale (cioè non copre le spese degli studenti stranieri nel Regno Unito ma solo degli studenti inglesi all’estero) e non include né lo staff universitario né i giovani lavoratori. Secondo il governo gallese “lo schema mancherebbe proprio di tutti quei benefici che rendevano Erasmus tanto allettante”. Il nuovo Programma di Scambio Internazionale del Galles prevede inoltre finanziamenti più a lungo termine rispetto a quello del governo Johnson che per ora si limita all’anno scolastico 2021/2022. “Questo è un investimento nei giovani e nel loro futuro”, ha dichiarato Mark Drakeford, primo ministro del Galles, “per garantire pari opportunità a tutti gli studenti, indipendentemente dal background socioeconomico.” Quella di lasciare scoperte le fasce di studenti più vulnerabili e meno abbienti è infatti un’altra delle critiche spesso mosse al piano di finanziamenti del governo inglese. “Lo dobbiamo a questa e alle prossime generazioni di studenti di poter beneficiare delle stesse opportunità di quelle precedenti”, ha aggiunto la ministra dell’istruzione Kirsty Williams. Il programma, che partirà ufficialmente nel 2022 e che sarà coordinato dall’università di Cardiff, ha suscitato parecchio interesse soprattutto in Scozia, dove i movimenti europeisti chiedono al governo di “seguire l’esempio del Galles” per porre rimedio al “vandalismo culturale segnato dalla perdita del programma Erasmus”. “Erano oltre 2000 gli studenti, gli accademici e i membri dello staff che dalla Scozia usufruivano del programma annualmente”, ha detto Mark Lazarowicz, presidente del movimento pro-Europa scozzese. “Permetteva a migliaia di giovani di migliorare il proprio futuro, trovare opportunità di carattere globale e crescere in quanto cittadini di un mondo interconnesso”. (aise)

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