Il 20 maggio l’inaugurazione alla Galleria di Arte della Città di Žilina dell’allestimento dedicato all’artista Corrado Cagli
Iniziativa organizzata dall’IIC di Bratislava in collaborazione anche con l’Ambasciata d’Italia in Slovacchia
BRATISLAVA – Verrà inaugurata il 20 maggio alla Galleria di Arte della Città di Žilina, in Slovacchia, la prima mostra dell’artista Corrado Cagli, organizzata dall’Istituto Italiano di Cultura di Bratislava e dal Centro d’Arte Spaziotempo di Firenze, con la collaborazione dell’Ambasciata d’Italia in Slovacchia, la Frittelli Arte, la Galleria e l’Archivio Cagli di Roma.
Corrado Cagli (Ancona 1910 – Roma 1976) è stato un importante artista italiano del XX secolo e, con altri pittori promettenti come Giuseppe Capogrossi e Emanuele Cavalli, fece parte di un gruppo fondamentale come la Scuola Romana.
Nei suoi primi anni di attività, realizzò dei murales e sperimentò una pittura neo-cubista e metafisica.
Alcune delle sue prime esposizioni in Italia sono state presso la Galleria d’Arte di Roma e alla Triennale di Milano del 1936. Qui Cagli presentò la Battaglia di San Martino, che si trova agli Uffizi di Firenze dal 1983.
Cagli espose anche a New York, alla fine degli anni Trenta.
Nel 1938, con l’inasprirsi delle leggi razziali, fu costretto a causa delle sue origini ebraiche a fuggire a Parigi e poi a New York, dove aprì uno studio. Nel 1941 divenne cittadino americano, si arruolò nell’esercito e partecipò alla guerra in Europa, entrando anche nel campo di concentramento di Buchenwald, esperienza che gli ispirò una serie di drammatici disegni.
Dopo la fine della II Guerra Mondiale Cagli tornò a Roma, dove sperimentò i suoi lavori informali.
Nel 1946 vinse il premio Guggenheim, e nel 1954 il premio Marzotto. Quest’ultimo venne conferito, tra il 1951 e il 1968, ad artisti e pensatori che avevano contribuito alla rinascita culturale dell’Italia dopo la guerra, ed era finanziato dalla casa di moda Marzotto, di Valdagno. Nell’agosto del 1972 venne ufficialmente incaricato di dipingere il Palio di Siena, il premio per la storica gara equestre. Più volte ha esposto alla Biennale di Venezia: 1936, 1938, 1948, 1954. Ha lavorato per il cinema e il teatro, si è inoltre interessato di filosofia e psicoanalisi, e in particolare degli studi di Gustav Jung e proprio le opere esposte in Slovacchia, alla Galleria di Arte della Città di Žilina, presentano anche il suo legame con la psicoanalisi.
I suoi quadri si trovano in importanti collezioni pubbliche in Italia e nel mondo: Galleria Civica d’Arte Moderna di Roma, Musei Vaticani, GAM di Torino, Uffizi a Firenze, Museo del ‘900 di Firenze, Museum of Modern Art di New York, The Jewish Museum di New York, Los Angeles County Museum of Art (LACMA), Fine Arts Museum di San Francisco, Museo d’Arte Moderna di Eilat, Museo Puskin di Mosca ecc.
Cagli è stato inoltre collezionato da alcuni divi di Hollywood, tra cui Vincent Price, leggendario interprete anche di una serie di film horror. Ebbe sinceri rapporti di amicizia con molti dei protagonisti della cultura italiana, quali Giuseppe Ungaretti, Riccardo Muti, Pier Paolo Pasolini, Alfonso Gatto, Elio Vittorini.
Il poeta e scrittore Giuseppe Ungaretti disse a proposito di Cagli “Quando si mette davanti a una tela sa dove vuole arrivare: ha questa cosa in sé, negli occhi, nelle dita, nel corpo; ha questa cosa in sé, nella fantasia, nel sentimento, e questa cosa dà questi risultati che sono stupefacenti come miracoli”.
Corrado Cagli è uno degli artisti della Collezione Arte Farnesina, esposta presso il Ministero degli Affari Esteri a Roma.
La mostra è una delle iniziative di maggior rilievo della 14ma edizione del festival italiano in Slovacchia “Dolce Vitaj”. “Corrado Cagli è stato un simbolo del XX secolo, passato attraverso le avanguardie, le persecuzioni razziali, due guerre mondiali, di cui una anche come soldato arruolato nell’esercito americano, le tante collaborazioni che lo hanno portato ad entrare in contatto con artisti e intellettuali di vari Paesi ed a prendere parte, ben quattro volte, alla Biennale di Venezia – ricorda Marco Gerbi dell’IIC di Bratislava. (Inform)
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