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RIUNITA IN VIDEOCONFERENZA LA COMMISSIONE CONTINENTALE AMERICA LATINA DEL CGIE



BUENOS AIRES - La Commissione Continentale America Latina del CGIE si è riunita il 12 aprile scorso in videoconferenza “per fare il punto sulla situazione delle comunità italiane dell'Area meridionale del continente americano” ed ha approvato un documento finale che riportiamo di seguito. “All’ordine del giorno della riunione è stato dato molto risalto ai problemi legati alla pandemia daCoronavirus, che si sta propagando con la seconda ondata e nelle ultime settimane é cominciata ad abbattersi su tutto il continente sudamericano. I numeri dei contagi e dei decessi sono aumentati in tutti i paesi, anche in quelli che in precedenza avevano superato senza tanti danni la prima ondata epidemiologica: siamo certi che nelle prossime settimane, sulla scia di quanto successo in altri continenti, la situazione sanitaria si aggraverà e di conseguenza anche quella economica. Questa tragedia porta con sé drammi e problemi che interessano la salute, ma anche le economie aziendali e domestiche, riducendo in particolare il tenore di vita delle famiglie, che fino a qualche mese fa rappresentavano il ceto medio della popolazione, al quale appartengono per lo più gli italiani residenti in Sud America. I consiglieri e le consigliere del Cgie dell’America Latina, assieme con il segretario generale del Cgie, che ha partecipato alla videoconferenza, hanno espresso particolare preoccupazione per l’attuale situazione in cui vive il Venezuela, paese dove risiede una numerosa comunità di cittadini italiani, i quali da anni stanno soffrendo per gli effetti della crisi politica, sociale e economica, aggravatasi ulteriormente con il diffondersi della pandemia a livello globale. A questo riguardo, la Commissione Continentale America Latina sollecita il Governo Italiano a attivare ulteriori e convinte politiche di cooperazione internazionale, per promuovere interventi umanitari a favore dei paesi più colpiti dalla povertà e a rischio di impoverimento, soprattutto in quelli dove vivono diffuse comunità italiane, come appunto in Venezuela. Gli aiuti umanitari sono parte della strategia e della diplomazia politica del nostro paese; nel contrasto alla Pandemia da Covid-19 l’Italia dovrà programmare interventi, che tengano conto anche dei bisogni della nostra gente residente in paesi con economie vulnerabili. Il prolungarsi della pandemia ha impattato anche sulla rete diplomatico-consolare, avendo colpito gravemente l’erogazione dei servizi consolari proprio nel momento in cui le persone hanno maggior bisogno della presenza delle istituzioni. L’introduzione del sistema della turnazione del personale consolare nell’erogazione dei servizi in presenza, applicata ovunque nella rete e che risponde soprattutto a concetti e progetti pensati a Roma, intesi quale misura di contenimento sanitaria per attuare i protocolli sanitari disposti dalle autorità locali sudamericane e pensati quale risposta di utilità a garanzia dell’erogazione continua dei servizi sin dall'inizio della pandemia, risulta fallimentare. Nella valutazione di questi interventi, questa modalità applicata dalla rete della Farnesina all’estero, rappresenta un freno all’applicazione di regole per fronteggiare la disomogeneità presente nei diversi paesi latino americani, che ha prodotto ovunque il dimezzamento degli organici presenti negli uffici e conseguentemente enormi ritardi nell’erogazione dei servizi. La Commissione Continentale Latino americana ricorda, inoltre, che nei mesi in cui le autorità locali avevano riaperto le attività commerciali e quelle degli uffici pubblici, la quasi totalità della nostra rete consolare ha continuato a lavorare in regime di turnazioni, che prevede la presenza alternata del personale diviso in due gruppi; di conseguenza ha confermato l’inesistente pratica del lavoro a distanza e la riduzione di almeno il 50% dei servizi consolari. Riteniamo che la contingenza non può diventare normalità e che i servizi consolari devono essere considerati essenziali. Per tanto la Commissione Continentale sudamericana invita il Governo e l'Amministrazione del MAECI a prendere le misure sanitarie necessarie, anche per vaccinare il personale, per garantire la piena operatività dei consolati e la salute degli operatori e dell’utenza. Ai ritardi di antica memoria se ne sono aggiunti ulteriori per scelte organizzative poco oculate. Si ritiene che queste scelte abbiano anche causato grandi difficoltà nell’assegnazione dei contributi straordinari per l’assistenza, richiesti l’anno scorso nei decreti “Cura Italia” e “Rilancio Italia” anche dal CGIE e destinati ai connazionali colpiti dalla pandemia. La Commissione continentale dell’America latina chiede al MAECI di conoscere l’utilizzo fatto dei € 6,5 milioni messi a disposizione dal Governo e le somme effettivamente utilizzate da ogni sede consolare, oltre a quali sono state le forme, le tipologie degli interventi e quanti i “nuovi” beneficiari di questa operazione di assistenza. La Commissione continentale è preoccupata dei modi con i quali ultimamente vengono trattati i connazionali che richiedono i servizi anagrafici e in particolare: passaporti e riconoscimento della cittadinanza. Sono stati registrati diffusi disappunti generati da funzionari consolari per la presentazione di documenti o requisiti mai richiesti per l’erogazione di tali servizi. Segnalazioni che nella maggior parte dei casi risultano veritiere, che evidenziano un irrigidimento da parte dei funzionari e di una zelante interpretazione delle norme, in nessun caso riconducibili alla contingenza coronavirus. I consiglieri dell’America latina riferiscono che il sistema del “prenota on line”, necessario per accedere ai servizi consolari é un vero e proprio ostacolo, insuperabile per riservare gli appuntamenti in presenza; di conseguenza i cittadini sono facile preda delle cosiddette “agenzie” che vendono i turni. Si è creata un’amministrazione parallela, in parte tollerata e giuridicamente perseguibile, che va smantellata con urgenza e si chiede un sistema alternativo per accedere agli uffici consolari, perché il sistema italiano non prevede nessuna forma di prenotazione per accedere ai servizi pubblici. In questo contesto di diffuse difficoltà e di precarietà presenti nella quotidianità dei paesi sud americani, ai problemi indicati si aggiungono quelli causati dalla difficile situazione in cui versa l'insegnamento della lingua e della cultura italiane. L'applicazione della Circolare 3/2020 voluta dal MAECI, assieme alle novità ha portato anche un insostenibile incremento della burocrazia, che sta creando molti problemi alle attività scolastiche e di chi è impegnato in queste attività di diffusione della lingua e della cultura italiana. Diversi enti gestori/promotori hanno dovuto compilare –nell’arco dell’ultimo anno- ripetutamente moduli risultati mal impostati per la richiesta dei contributi. La Commissione Continentale America latina chiede al Governo maggiore attenzione alle politiche per gli italiani all’estero, perché la consistenza numerica della presenza italiana all’estero non può essere marginalizzata, ma va riportato nel solco delle politiche per l’internazionalizzazione dell’Italia”. (aise)



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