top of page

MESSICO - Verso una Pasqua di Rinascita



Dal Messaggero di sant’Antonio per l’estero, marzo 2021

Messico – Festa d’addio


In Messico la morte è salutata in maniera festosa. Al cimitero è facile trovare i celebri mariachi, i musicisti che accompagnano il feretro al suono di trombe, chitarre e violini. Spesso c’è un cantante che intona a pieni polmoni i pezzi preferiti del defunto: una compilation che il coniuge o i figli passano alla banda quando viene contattata, alleggerendo così il trapasso. Non è raro che poi si vada a mangiare anche qualcosa assieme, a casa dei familiari, sempre alla salute del dipartito.

Antonio Mariniello, nato a Poggiomarino, terra di confine tra Napoli e Salerno, vive da vent’anni in Messico, dove si occupa di architettura e costruzioni. Sposato con Paola e padre di tre ragazzi, è un appassionato di musica, tifosissimo di Napoli e del Napoli. Da buon osservatore, evidenzia il diverso modo di vivere l’ultimo saluto ai nostri cari in tempi normali (durante il Covid, ovviamente, i protocolli sono differenti). «Per prima cosa si chiama l’agenzia funebre. Loro si preoccupano di tutto: trasportare il feretro (normalmente dall’ospedale o da casa) all’agenzia, e prepararlo, dalla logistica all’aspetto estetico, per l’ultimo saluto. In Messico le grandi agenzie funebri sono dei piccoli hotel con una reception importante, una grande hall con servizi e suite tutto attorno. Gli spazi destinati alla veglia del defunto comprendono una grande stanza centrale, dove si rende omaggio al feretro, e una piccola stanza annessa, con bagno, dove chi rimane a vegliare il defunto può riposare, rilassarsi, piangere». Nello spazio comune si trovano gli uffici amministrativi, divani, alcuni fiorai, posti dove vendono (od offrono) caffè, e piccoli punti di ristoro. Nei paesini, invece, la famiglia e gli amici si occupano di portare il cibo da consumare insieme, a casa dell’estinto.

«Gli italiani possono essere sepolti al Cimitero italiano del Panteón de Dolores», spiega Regina Casalini, presidente dell’Associazione Italiana di Assistenza. «Il cimitero italiano ha 120 anni, ospita circa 400 tombe e 60 loculi. Molte tombe sono di interesse storico e artistico». In Messico, l’apoteosi della celebrazione della morte resta il 2 novembre. È la data più importante per il Paese, più di Pasqua o Natale, assieme a quella del 12 dicembre, festa della Madonna di Guadalupe. Mescolando i riti pre-ispanici e la religione cattolica portata dai conquistadores, il Messico esprime il meglio di sé celebrando la festa dei defunti. Altari multicolori con carta velina a forma di teschio, avvolgono letteralmente il Paese. Tutti gli strati sociali della popolazione partecipano ricordando i familiari e gli amici trapassati. Sigarette, birra, giochi e quant’altro poteva essere caro al defunto – italiano o messicano che sia – viene messo vicino alla sua foto per sottolineare che nessuno lo ha dimenticato, mentre enormi scheletri di cartapesta ballano al suono delle hit del momento nelle strade celebrando la vita e la morte sino all’alba, tra fiumi di birra e l’immancabile tequila. (Nicola Nicoletti – Il Messaggero di sant’Antonio, edizione italiana per l’estero /Inform)


  • Facebook Classic
  • Twitter Classic
  • c-youtube
logo-italiani-all-estero-2.png
bottom of page