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IL VACCINO: UN BENE COMUNE NEL CILE DI OGGI - NELLO GARGIULO


SANTIAGO - “Sono rimasto non solo impressionato ma edificato quando agli inizi di febbraio ha preso il via il ciclo delle vaccinazioni e nel giro di pochi giorni, due persone conosciute, hanno ricevuto la prima dose di vaccino proprio lì a Panguipulli, dove erano in vacanza, e poi con le dovute e precise indicazioni di come e dove andare a Santiago per la seconda dose, che hanno già fatto nei tempi indicati. Riguardo il vaccino, che è ancora scarso in alcuni paesi, in Cile si può affermare una cosa: è un Bene Comune. Nessuno viene escluso e tutti accedono con lo stesso ritmo indicato dall’inizio dalle autorità sanitarie. Un segno di speranza anche nel bel mezzo dei contagi ancora imperanti” Parte da questa riflessione l’articolo a firma del consigliere CGIE Nello Gargiulo, pubblicato nell’ultimo numero del giornale italocileno “Presenza”. “Il fatto che il paese su questo fronte si trovi più avanti di altri e non solo del continente latino-amercano, ci porta a dover riconoscere la efficacia della struttura della sanità pubblica primaria ed ospedaliera che in Cile ha una tradizione. Non va nemmeno trascurata la convivenza e la complementarietà con quella privata. I mesi algidi della Pandemia ne sono testimoni. Se non fosse stato così a poco sarebbe valso che le autorità si siano mosse tempestivamente e con uno sguardo trasparente hanno presentato il difficile scacchiere internazionale per equipaggiare prima gli ospedali e disporre di materiale sanitario necessario. I contagi sono ancora visti come un problema che continua a destare preoccupazione, ma allo stesso tempo la prevenzione e la cura sono viste con speranza e certezza comune di farcela. La abnegazione del personale sanitario ha contribuito, e lo continua a fare, sul fronte della battaglia quotidiana dei ricoveri ancora alti. La maturità di un paese e di un popolo si misurano anche sulla coesione sociale ad unirsi nei momenti di crisi. Questa esperienza sta trascendendo quelle che sono le catastrofi naturali perché è una crisi che ha messo in rilievo ovunque diverse fragilità: da quella della stessa cura senza il vaccino, dalla cura per l’ambiente, quando questa rompe gli equilibri eco-sistemici a quella dell’economia che laddove è sottomessa al ritmo di finanze speculative perde la forza e l’efficacia per la sua sostenibilità nel tempo. Oggi abbiamo bisogno di una finanza al servizio della cura, del recupero degli equilibri ambientali che promuova le energie rinnovabili e lo sviluppo della nuova economia post-covid, che sappiamo avrà tempi di ripresa più o meno lunghi. L’economia richiede modelli di circolarità per il ri-uso e per la riduzione della contaminazione, per creare più posti di lavoro e meglio qualificati. Il mondo del lavoro e delle professioni riserva molte novità. La sfida post-covid è una occasione per ritrovarsi con maggiori gradi di aderenza alle verità stesse della vita e per mettere in atto ponti rigenerativi di sincerità, giustizia e solidarietà. La voce profetica che più clama è quella di Papa Francesco. Ecco ciò che ci auguriamo per il nostro Cile: una cura per una popolazione sana ma anche in pace con se stessa”. (aise)


16/03/21

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