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I fenomeni migratori italiani tra vecchie e nuove emigrazioni: secondo webinar del Cgie, ...

CGIE

I fenomeni migratori italiani tra vecchie e nuove emigrazioni: secondo webinar del Cgie, gli interveti del Segretario Generale Michele Schiavone e del Direttore Generale Luigi Maria Vignali (Dgit- Maeci)





In vista della IV Conferenza Permanente Stato-Regioni-PA-Cgie

ROMA – Si è tenuto il secondo appuntamento online del Cgie preparatorio in vista della

IV Conferenza Permanente Stato-Regioni-PA-Cgie che dovrebbe tenersi in estate: l’evento ha avuto come tema i fenomeni migratori italiani tra vecchie e nuove emigrazioni. Ha aperto i lavori, moderati dalla giornalista Maria Soave, il Segretario Generale Cgie, Michele Schiavone, ricordando come questo tema sia da sempre al centro dell’interesse del Cgie stesso. “Dovremmo cercare di dare tutti un grande contributo perché nella nostra cultura il fenomeno migratorio viene spesso percepito come storie di insuccessi ma potremmo azzardare ora ad immaginarlo in maniera positiva, con storie vissute e contaminazioni, per cercare di rispondere a domande sempre più complesse mettendo in campo politiche idonee. La Conferenza dovrà andare oltre il contesto odierno – ha spiegato Schiavone – delineando il futuro promuovendo narrazione positiva di successi individuali e comunitari. Dobbiamo anche pensare ai diritti delle persone in movimento al fine di recuperare parte di quelle competenze uscite dal nostro Paese, con numeri significativi: oltre 6 milioni i cittadini italiani residenti all’estero e più di 80 milioni gli italo-discendenti”. Schiavone ha poi parlato della necessità di un costante monitoraggio della fase di insediamento dei nostri migranti per contrastare eventuali discriminazioni e puntare allo sviluppo locale sostenibile nell’ambito dei diritti dei territori di partenza dove fondare delle nuove opportunità. “Nell’assemblea plenaria estiva del Cgie si affronterà il tema del rafforzamento del legame con i connazionali ruotando attorno a diversi temi: come coinvolgere le istituzioni regionali e gli enti locali, come garantire le libertà di movimento in modo responsabile, garantendo così il diritto al mantenimento delle identità culturali – ha aggiunto Schiavone intendendo la condizione delicata dei figli al seguito delle famiglie migranti – ed offrendo servizi informativi e di orientamento e infine la promozione della lingua italiana”. Il percorso di integrazione dovrebbe quindi passare attraverso il sostegno, il diritto a lavoro e sanità, coinvolgendo anche i patronati. “L’incontro tra emigrazione tradizionale e nuova emigrazione potrà rendere una rappresentanza unica pur con diverse facce. Questo nostro osservatorio dovrebbe focalizzare l’orizzonte entro cui i cittadini italiani si muovono nel momento in cui vivono la loro dimensione come cittadini del mondo”, ha sottolineato Schiavone. Luigi Maria Vignali, Direttore Generale per gli Italiani all’Estero del Maeci, ha ricordato come la Conferenza, attesa da ormai undici anni, sia un obiettivo cui sta lavorando da tempo proprio il Cgie. Vignali ha letto il breve messaggio di saluto inviato dal Sottosegretario agli Esteri, Ricardo Merlo, impegnato in questi giorni nelle trattative per la crisi di Governo. Vignali ha poin tenuto a evidenziare a sua volta la cifra di oltre 6 milioni di italiani residenti all’estero e iscritti all’Aire a cui vanno aggiunti i circa 80 milioni di italo-discendenti. “Bisogna tenere conto delle varie anime della migrazione italiana: abbiamo chi vive da tempo all’estero, gli italo-discendenti cui puntiamo molto per il rilancio dell’Italia e infine i nuovi emigrati: giovani o meno giovani che si sono mossi di recente dal nostro Paese. Solo nel 2019 abbiamo avuto in uscita 53 mila giovani di età compresa tra 18 e 34 anni: giovani che, se non tornassero, rappresenterebbero un deflusso di capitale umano importante visto che il Paese ha investito su di loro attraverso l’istruzione anche in termini monetari. Secondo l’Ocse l’Italia ha speso 90 mila euro di investimento per ogni diplomato, fino a 170 mila euro per ogni laureato e fino a 230 mila euro per ogni dottorato di ricerca”, ha spiegato Vignali parlando di perdita di energie e investimenti. “E’ importante lavorare per la circolarità dei flussi migratori a conferma che la migrazione di per sé non è mai negativa, però dovremmo lavorare affinché si chiuda in una prospettiva circolare. Non sia più una fuga di cervelli, termine che non mi piace, ma siano piuttosto cervelli in movimento, con rientro di energie e capitale umano fondamentale per l’Italia. Questo lo possiamo fare lavorando coi territori, il Cgie e il Governo”, ha aggiunto Vignali parlando per esempio degli incentivi fiscali per tentare di favorire un rientro per chi è emigrato. Menzionato in proposito dal Direttore Generale il Decreto Crescita del 2019 e l’ultima finanziaria con emendamenti che allargano la platea per gli incentivi fiscali destinati a studenti e ricercatori. Vignali ha inoltre sottolineato il ruolo dell’associazionismo quale rete di protezione e accoglienza ma anche quale aiuto al mantenimento dei legami con l’Italia. Un’iniziativa in particolare è quella della ‘rete dei talenti’ promosso dalla Farnesina insieme al Ministero per il Sud: una piattaforma di talenti all’estero condivisa che verrà lanciata prossimamente. “Tutte queste reti, dall’associazionismo ai talenti, possono giocare un ruolo importante se condividono un percorso con il mondo dell’imprenditoria”, ha aggiunto Vignali sottolineando che le nostre associazioni censite nel mondo sono circa 1700 e attive nei vari campi. Vignali ha menzionato tra le varie associazioni attive il Cap di Parigi, la Lia di Buenos Aires, la Rete Rosa di San Francisco, il Coordinamento Associazioni Italiane di Shanghai. “Bisogna lavorare per attivare circuiti di rientro e far svolgere all’associazionismo un ruolo di centralità così come lo stesso vogliamo per i Comites e le Camere di Commercio”, ha aggiunto Vignali rivolgendo questo invito anche alle seconde e terze generazioni di emigrati e lasciando intendere che proprio con il prossimo rinnovo elettivo di Comites e Cgie esse potranno apportare un contributo partecipativo importante.

Per Vignali infine le politiche giovanili non si devono fermare ai confini nazionali ma estendersi anche ai giovani italiani all’estero. (Simone Sperduto/Inform)

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