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Emergenza India: arrivati macchinari e personale dall’Italia



ROMA - Sono arrivati in India i materiali e il personale per il supporto all'emergenza da coronavirus inviati dall’Italia nell’ambito del Meccanismo europeo di Protezione civile. Ad accogliere il team italiano a New Delhi anche l’Ambasciatore italiano Vincenzo De Luca. La squadra, composta dal personale del gruppo Maxiemergenza 118 della Regione Piemonte, da un medico della Regione Lombardia e da una rappresentante del Ministero della Salute è partito da Torino con aiuti e materiali per fornire supporto all’emergenza coronavirus in India. La missione, coordinata dal Dipartimento della Protezione civile nell’ambito del Meccanismo europeo di Protezione civile, consentirà di dotare le autorità sanitarie indiane di un macchinario per la produzione di ossigeno in grado di rifornire un intero ospedale, messo a disposizione dalla Regione Piemonte, e di 20 respiratori polmonari, donati dalla Struttura del Commissario straordinario per l’Emergenza coronavirus. La destinazione finale sarà l’ITBP Hospital di Greater Noida. Personale e materiali sono stati imbarcati su un C-130 messo a disposizione dell’Aeronautica Militare, grazie al supporto offerto dal Ministero della Difesa nelle attività di contrasto alla pandemia, disposte dal Capo di Stato Maggiore della Difesa e dirette dal Comando Operativo di vertice interforze. Nel Paese la situazione rimane drammatica e coinvolge anche nostri connazionali, tra loro Enzo Galli che con la moglie Simonetta Filippini è a Nuova Delhi per l'adozione della loro figlia. Non riescono a rientrare perché la donna è contagiata e le sue condizioni si sono aggravate. Del loro caso si è occupato anche il deputato Cosimo Ferri (Iv), che ha presentato una interrogazione al Governo. Nella premessa, tutto il dramma che stanno vivendo i due connazionali: “una coppia italiana ha rilasciato un'intervista al giornale La Nazione per denunciare l'incubo vissuto in India a New Delhi per tornare in Italia con la figlia adottiva di due anni che erano andati ad abbracciare quindici giorni fa; la coppia aveva intrapreso il viaggio con l'associazione “International Adoption” per una adozione internazionale con altri settanta italiani; l'iter di adozione si era svolto in tempi brevi e la coppia, che aveva potuto abbracciare la figlia di 2 anni, non è riuscita ad imbarcarsi all'aeroporto per tornare in Italia; la donna è risultata positiva al Covid-19 ed è stata portata in un Covid hotel in attesa del tampone, pur essendo in possesso del permit exit indiano per tornare in Italia”. Filippini, scrive ancora Ferri, “ha testimoniato le condizioni sanitarie pessime raccontando che i cadaveri dei morti per Covid-19 vengono bruciati in strada ed è stata separata dal marito che è rimasto con la figlia adottiva in albergo; il marito a sua volta ha denunciato che la moglie non è stata sottoposta a tampone e che è stata trasferita in una camera con altri malati priva di assistenza; è stato seguito un iter per i passeggeri di un volo Boeing 787 dell'Air India con 23 passeggeri positivi al Covid-19 che prevede il sequenziamento per la ricerca delle varianti che sarà eseguito allo Spallanzani; lo stesso iter potrebbe essere seguito per far rientrare le coppie italiane con i loro bambini e mettere fine a questo incubo assurdo”. Il caso è seguito dall’Ambasciata italiana, come per altro confermato ieri dal sottosegretario agli affari europei Vincenzo Amendola ieri sera al post del Tg2. (aise)



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