ZURIGO - Si terrà domani, giovedì 13 aprile, alle ore 19.00, il concerto “Sul filo degli Affetti. Il sogno di Arianna”, organizzato dall’Istituto Italiano di Cultura di Zurigo con Arianna Lanci (mezzosoprano), Verena Strohschein (violoncello barocco) e Chiara Cattani (clavicembalo), che si terrà a ingresso libero nella stessa città tedesca presso Schulhaus Hirschengraben (aula), Hirschengraben 46.
Figura mitologica e letteraria, alla quale si legano fin dall’antichità molteplici letture poetiche, musicali ed iconografiche, Arianna rappresenta nel repertorio vocale di epoca barocca il simbolo della donna la cui cifra è una condizione esistenziale ed emotiva estrema, eccessiva.
L’abbandono cui è condannata diviene la causa di quel pianto inconsolabile che si fa necessariamente canto, veicolando l’intera gamma degli affetti tanto cari all’estetica barocca: i diversi accenti con i quali la principessa cretese viene dipinta musicalmente (la disperazione, il furore, la rassegnazione, il desiderio di vendetta o il perdono) tratteggiano così l’immagine della relicta, evocandone la voce attraverso il testo poetico-musicale.
Come autentica figura del lamento Arianna ci racconta in prima persona la profondità dell’universo femminile con tutta la forza e l’attualità di cui forse soltanto i miti sono capaci, divenendo nell'ambito di questo programma il punto di partenza e insieme il punto di arrivo di un'esplorazione di alcune tra le più raffinate e intense pagine del barocco musicale tra il primo Seicento e il primo Settecento, in un duplice contesto culturale, italiano e francese.
Il concerto prende avvio con il celebre lamento monteverdiano, unica gemma a noi rimasta dall' Opera L'Arianna, rappresentata nel 1608 al Palazzo Ducale di Mantova. Proprio questo brano, che costituisce una scena teatrale in se stessa autonoma e potente, impose definitivamente il genere “lamento” come uno dei “topoi” più amati del teatro per musica delle origini, conducendo lo spettatore di oggi al centro del nuovo stile di canto monodico fiorito in Italia a cavallo tra il Cinquecento e i primi anni del Seicento: il recitar cantando, dal quale ha avuto origine appunto il melodramma.
(aise)
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