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Rinnovo Comites: capire con quali modalità si andrà al voto

Rinnovo Comites, videoconferenza del Consiglio Generale sulle modalità di voto degli organi di rappresentanza e sulla data delle elezioni




ROMA – Si è tenuto online un incontro del Consiglio Generale degli Italiani all’Estero sul tema delle elezioni dei Comites, per capire con quali modalità si andrà al voto. Al rinnovo dei Comites seguirà subito dopo quello dello stesso Cgie. “Riteniamo urgente approfondire il processo organizzativo le modalità la tenuta delle elezioni. La pandemia ancora limita le attività nella rete diplomatica: fino alla fine del 2021 si continuerà con il lavoro a distanza, con arretrati da recuperare e funzionari in numero non adeguato che dovranno garantire al meglio tutti i passaggi preparatori per le elezioni dei Comites del 3 dicembre”, ha spiegato Michele Schiavone, Segretario Generale Cgie, parlando anche delle necessità di una sana e trasparente campagna informativa. Schiavone ha sottolineato come la somma dei 9 milioni stanziata per le elezioni degli organi di rappresentanza, nella quale è contenuto il milione per la sperimentazione del voto telematico, sia insufficiente ; inoltre la questione della riforma di Cgie e Comites discussa anche con il Sottosegretario Della Vedova: i tempi legislativi sarebbero però esigui. “Si trovi una soluzione congrua per venire incontro alle nostre esigenze”, ha sottolineato Schiavone lanciando l’appello per l’assunzione dell’impegno da parte della politica anche per consentire lo svolgimento delle elezioni nel pieno rispetto del diritto di tutti i connazionali a poter votare, stante i problemi pandemici persistenti in alcune zone del mondo. Schiavone ha ricordato i punti della risoluzione approvata nell’ultima plenaria CGIE. Questi punti affrontavano la questione dell’approvazione delle riforme delle leggi istitutive di Comites e Cgie, la convocazione delle elezioni per il rinnovo della rappresentanza di base nel rispetto dell’universalità della partecipazione al voto, le difficoltà quindi nell’effettuazione delle elezioni nei continenti e nei paesi in cui il decorso della pandemia compromette ancora la mobilità, l’eventuale posticipazione delle elezioni alla primavera 2022, il lancio immediato di una campagna di comunicazione gestita nel pieno rispetto delle leggi vigenti anche per la privacy, l’adeguamento del personale della rete diplomatico-consolare per gestire al meglio l’intera fase elettorale. Schiavone, a nome del CGIE, ha espresso le condoglianze per la scomparsa di Guglielmo Epifani (gia segretario CGIL e ex segretario Pd ). Piero Fassino, Presidente Commissione Esteri della Camera, ha ritenuto ragionevole la richiesta della posticipazione delle elezioni alla primavera 2022, visto che la situazione nel resto del mondo non è quella vigente in Italia: per esempio nell’America Latina e soprattutto in Brasile dove ci sono anche molti cittadini italiani. “Il quadro pandemico non è omogeneo ovunque e dobbiamo avere condizioni di sicurezza in ogni realtà per l’esercizio del diritto di voto”, ha spiegato Fassino parlando del problema legato all’attività consolare in difficoltà. Allo stesso tempo però Fassino ha sottolineato come un eventuale rinvio delle elezioni dovrà essere suggerito soltanto dalla situazione pandemica e non collegato alla possibilità di portare avanti nel frattempo delle riforme. Vito Petrocelli, Presidente Commissione Esteri del Senato, ha concordato con l’idea di Fassino per realizzare un percorso comune volta a indicare al Governo l’opportunità di spostare la data delle elezioni alla primavera 2022. “Non sono favorevole alla cancellazione dell’inversione dell’opzione di voto e su questo siamo di pareri opposti”, ha precisato Petrocelli che non ha voluto tornare su questo argomento convinto della bontà dell’inversione dell’opzione per l’elezione dei Comites. “Al cambio di ruolo e funzioni del Cgie deve seguire anche quello dei Comites: non ritengo opportuna una sola riforma senza l’altra”, ha aggiunto Petrocelli auspicando, a prescindere dal rinvio della data, una massiccia campagna informativa per le elezioni unendo carta stampata, web, radio e televisione. Luigi Maria Vignali, Direttore Generale per gli Italiani all’Estero del MAECI, ha ribadito che i funzionari hanno il compito di applicare la legge: “la legge dice che si vota il 3 dicembre, con indizione di voto il 3 settembre, e la rete consolare già si sta preparando”, ha spiegato Vignali che ha ricordato come l’obiettivo principale sia quello di portare a compimento l’appuntamento elettorale secondo quanto previsto dalla legge e con la massima partecipazione possibile. “Se ci sarà un rinvio della politica ci organizzeremo per la primavera prossima. C’è la consapevolezza del valore dei Comites che hanno fatto molto durante la pandemia, vorremmo anche che si sapesse quanto può contare l’associazionismo per gli italiani all’estero”, ha sottolineato Vignali.

Silvana Mangione, Vicesegretario Generale Cgie per i Paesi anglofoni extra-europei, ha ricordato che la massima partecipazione al voto è condizionata tanto dalla pandemia quanto dall’inversione dell’opzione di voto. La Mangione ha anche ricordato come la data per l’avvio delle procedute elettorali sia in realtà il 3 settembre, quindi più vicina di quella delle elezioni prevista per il 3 dicembre. Un mese di settembre dove ancora vari continenti potrebbero essere alle prese con la pandemia. “Senza Comites non c’è Cgie”, ha poi commentato Mangione ricordando che la conoscenza di quanto avviene nei territori è utile anche al manipolo esiguo dei parlamentari eletti all’estero. La consigliera ha infine auspicato una campagna di informazione sulle elezioni semplice e chiara, che sia comprensibile alla massa dei votanti all’estero. E’ stata poi la volta dei deputati e senatori.

La deputata Laura Garavini (IV), eletta nella ripartizione Europa, ha definito anomalo il fatto che sia il Cgie a chiedere il rinvio delle elezioni quando sia il Governo che l’amministrazione sono avviati verso le elezioni. “Il Governo ha già messo in atto la campagna informativa e le sedi estere sono già preallertate e al lavoro per consentire la riuscita dei lavori: è anomalo che sia l’organo di rappresentanza a chiedere il rinvio. Abbiamo già avuto un primo slittamento e la situazione pandemica è in miglioramento. Il rinvio sia perlomeno condizionato alla riforma della legge e si preveda l’abolizione dell’inversione dell’opzione”, ha spiegato Garavini. Il deputato Massimo Ungaro (IV), eletto nella ripartizione Europa, ha ricordato come sia stata da lui stesso presentata una proposta di riforma degli organi rappresentativi di base. “Se i Comites non sono forti come vorremmo è proprio perché anche in passato non è stata rispettata la data delle elezioni”, ha spiegato Ungaro ricordando che questi rinvii indeboliscono la tenuta di questi organismi e che comunque il voto avviene per corrispondenza. Roberto Menia, responsabile dipartimento per gli italiani all’estero di FdI, ha spiegato che l’elemento della partecipazione legittima un organismo; tuttavia pandemia e problemi nei servizi consolari, più l’esercizio dell’opzione di inversione, penalizzerebbero questa partecipazione. Menia ha quindi auspicato l’istituzione a pieno regime del voto elettronico per superare i problemi di trasparenza e eventuali brogli a volte legati al voto postale. Il senatore Francesco Giacobbe (Pd), eletto nella ripartizione Africa, Asia, Oceania e Antartide, ha espresso parere favorevole al rinvio delle elezioni considerando il fatto che laddove in alcune parti del mondo vi potessero essere ricadute pandemiche verrebbero meno anche i servizi postali. “Quello che uccide la rappresentanza non è il rinvio delle elezioni ma un sistema disegnato molti anni fa e non ancora aggiornato o riformato”, ha spiegato Giacobbe criticando l’inversione dell’opzione di voto. La deputata Fucsia Fitzgerald Nissoli, (FI) eletta nella ripartizione America Settentrionale e Centrale (FI) ha espresso il timore che lo slittamento ulteriore della data delle elezioni comporti un calo di credibilità. “L’obiettivo da centrare è informare capillarmente gli iscritti Aire sul voto e su cosa siano i Comites”, ha spiegato Nissoli invitando a programmare una campagna informativa sinergica. “Giusto andare ad elezioni il 3 dicembre ma servono più impiegati nei consolati”, ha aggiunto Nissoli. Luciano Vecchi, responsabile per gli Italiani nel Mondo del Partito Democratico, ha sottolineato come non vi siano le condizioni per far partire già dal 3 settembre in modo omogeneo ovunque le procedure in preparazione del voto del 3 dicembre. “Non si può pensare all’inversione dell’opzione fatta volta per volta, basterebbe indicare la volontà di votare quando si effettua l’iscrizione all’Aire”, ha spiegato Vecchi. Il deputato Simone Billi (Lega – ripartizione Europa), Presidente Comitato Italiani all’Estero alla Camera, ha espresso preoccupazione sulla rete consolare “che è allo stremo e l’elezione comporta ulteriore stress quindi la proroga dell’elezione da questo punto di vista sarebbe una buona cosa e comporterebbe una boccata d’ossigeno”, ha spiegato Billi. Angela Schirò (Pd), eletta nella ripartizione Europa, ha espresso preoccupazione per lo stato attuale dei consolati in vista degli adempimenti elettorali . “Gli unici in grado di dare una risposta a questi quesiti sono l’amministrazione e il Governo: sono gli unici a dire se ci sono le possibilità, quindi se la risposta è positiva lo dicano o eventualmente chiedano loro lo spostamento”, ha spiegato Schirò auspicando che se il rinvio ci sarà sia utile per giungere quantomeno ad una riforma degli organi di rapprrsentanza. Il deputato Raffaele Fantetti (Misto- Europeisti)), eletto nelle ripartizione Europa, ha invitato a distinguere il diritto di voto, correlato alla cittadinanza, dall’esercizio del diritto di voto. “Già abbiamo modalità di esercizio del voto diverse da quelle degli italiani in Italia, per esempio il voto postale”, ha spiegato Fantetti che nell’inversione dell’opzione vede una sicurezza nel voto. Fantetti ha auspicato inoltre una digitalizzazione di questa modalità di voto, dicendosi poi contrario all’idea dello slittamento del voto. Paolo Borchia, delegato per gli italiani all’estero della Lega, ha auspicato una riforma radicale della rappresentanza estera e si è detto preoccupato per lo stato di impasse che persiste da diverso tempo.

Pietro Mariani, Presidente Comites di Madrid, ha contestato l’inversione dell’opzione quale meccanismo contrario al diritto costituzionale sul diritto di voto. “Portare al voto il 3% degli aventi diritto rappresenta la morte dei Comites. Un secondo aspetto riguarda l’informazione: non è sufficiente la Rai e i giornali locali all’estero sono ridotti al lumicino. Serve un’informazione con circolari informativi agli iscritti Aire da parte del Ministero stesso”, ha spiegato Mariani auspicando la riforma di Comites e Cgie con maggiori prerogative. Tommaso Conte, Presidente Comites di Stoccarda, ha invece espresso sostanziale contrarietà al posticipo delle elezioni. Conte ha anche segnalato il problema relativo alla mancanza dei funzionari della rete consolare che rallenta l’erogazione dei servizi. “In Germania vi sono ragazzi che hanno chiesto da tempo di essere iscritti all’Aire e attendono di essere soddisfatti”, ha aggiunto Conte. Luigi Billé, consigliere Cgie-UK, ha espresso perplessità e preoccupazione sul fatto che le elezioni siano espletate il 3 dicembre ma con tutta la procedura elettorale che però partirebbe dal 3 settembre. Per Billé il rinvio odierno delle elezioni dei Comites sarebbe dettato da motivazioni diverse da quelli del passato. Il consigliere ha inoltre chiesto che in concomitanza di un rinvio elettorale vi sia anche l’avvio dell’iter per le necessarie riforme. Aniello Gargiulo, consigliere Cgie-Cile, ha parlato sia della necessità che su questa materia il Parlamento si prenda le sue responsabilità, sia dell’esigenza che l’Amministrazione valuti nel merito le difficoltà sui territori. Luciano Alban, Presidente Comites di Zurigo, ha lamentato in generale un calo di attenzione sulle problematiche di coloro che rappresentano il 10% della popolazione italiana: gli iscritti Aire. “Serve una riflessione sul diritto di voto”, ha aggiunto Alban. Ernesto Pravisano, Presidente Comites di Amsterdam, ha auspicato il rinvio delle elezioni dei Comites e la riforma degli organi di rappresentanza “non per noi ma per gli italiani”. Giuseppe Stabile, consigliere Cgie per Spagna e Portogallo, ha espresso perplessità sull’affermazione della politica secondo la quale la stessa deve intervenire quando l’amministrazione glielo chiede. “Il Cgie – ha aggiunto il Consigliere – che chiede di rinviare le elezioni sta svolgendo il ruolo di consigliere di Parlamento e Governo, quale organismo rappresentativo che conosce i territori”. Per Stabile inoltre ad oggi Cgie e Comites risultano deboli perché sono compressi all’interno di un sistema amministrativo. Stabile ha anche segnalato difficoltà legate all’uso del portale Fast It e la necessità di inviare al più presto ai connazionali il modulo di partecipazione al voto che poi va inviato ai consolati. Vincenzo Arcobelli, consigliere CGIE-USA, ha evidenziato come i consolati oggi abbiano bisogno di personale: “il pubblico ha a che fare con ritardi per alcuni servizi che non possono essere espletati in tempi rapidi, per il sottorganico di personale”, ha spiegato Arcobelli precisando che ci sono situazioni territoriali diverse a seconda dei territori. “Il Cgie fino ad oggi ha fatto il proprio dovere, abbiamo presentato delle proposte di riforma da oltre tre anni”, ha aggiunto Arcobelli chiedendo cosa in realtà abbia fatto in questo ambito fino ad oggi la politica. Gianluca Lodetti, consigliere CGIE-CISL, ha sottolineato come di fronte ad un 10% di italiani presenti all’estero “ci troviamo ad avere a che fare con una classe politica che in generale non riesce a rappresentare a pieno queste esigenze, per mancanza di volontà della politica e non parlo degli eletti all’estero”, ha spiegato Lodetti aggiungendo che “i nostri temi non sono all’ordine del giorno dei partiti”. Lodetti ha evidenziato l’importanza di andare a votare al più presto “ma dobbiamo fare attenzione affinché la partecipazione sia effettiva e dobbiamo verificare quali siano le possibilità effettive per andare al voto il 3 dicembre”. Sull’inversione dell’opzione, Lodetti ha sottolineato che i dati fermi al famoso 4% di partecipanti rappresenato “un macigno”. Giuseppe Scigliano, Presidente Comites di Hannover, ha espresso preoccupazione in vista delle elezioni per la mancanza di contatti con la base da più di un anno a causa della pandemia . Angelo Campanella, Presidente Comites di Lione, ha auspicato che le elezioni del 3 dicembre non diano luogo al problema della partecipazione, chiedendo uguali diritti e doveri superando quindi il problema dell’inversione dell’opzione. Rodolfo Ricci, consigliere Cgie-Filef , ha parlato di una fotografia del fallimento della politica e della fotografia che spiega a livello culturale com’è la triste situazione in Italia. “Non c’è stato un solo Governo – ha aggiunto il consigliere – che abbia preso sul serio le cose dette da Comites e Cgie” Ricci, dopo aver domandato cosa si stia facendo anche alla luce del Piano nazionale di ripresa e resilienza per rendere più efficiente la rete diplomatico-consolare, ha rilevato la necessità di andare al voto solo in presenza di condizioni adeguate per arrivare ad una partecipazione decente alle prossime elezioni dei Comites. Ricci ha infine richiamato la responsabilità della politica e del governo sullo svolgimento della consultazioni. Marcelo Carrara, consigliere Cgie-Argentina, ha ricordato che è opportuno legittimare le cariche con il voto entro quest’anno. “La pandemia non può essere la scusa, non sappiamo quando finirà ma con il referendum dell’anno scorso abbiamo già avuto un’esperienza di voto in un contesto difficile. Per questo pensiamo che non possiamo posticipare in eterno le elezioni”, ha spiegato Carrara sottolineando che con il voto si va a legittimare gli organi di rappresentanza. Senza contare che la ‘primavera europea’ non corrisponde climaticamente a quella delle nazioni dell’altro emisfero. Carrara ha confermato il suo parere favorevole rispetto all’inversione dell’opzione, rilevando come anche con il voto digitale l’inversione dell’opzione ci sarebbe comunque perché prima di votare probabilmente servirebbe un’iscrizione per avere un codice personale. Nello Collevecchio, consigliere Cgie-Venezuela, ha ricordato che ogni proposta deve essere seguita da numeri e supportata da questi. I numeri dei Paesi come il Venezuela inducono a riflettere su problemi verso i quali, secondo Collevecchio, la politica non ha mostrato il giusto interesse. Vincenzo Mancuso, consigliere Cgie-Germania, si è detto favorevole al rinvio di almeno un anno: “qui non c’è conservazione dei seggi perché c’è volontariato: c’è un problema pandemico terribile”, ha spiegato Mancuso ricordando che per stilare le liste bisogna incontrare e raggiungere le persone “ed è assurdo raggiungere certe cifre in queste condizioni”. Fernando Marzo, consigliere Cgie-Belgio, si è detto perplesso sulla possibilità di effettuare la preparazione preliminare del voto in contesti di alta pandemia. Dopo aver sottolineato che il rischio di brogli elettorali non riguarda i Comites e il mondo della associazioni, Marzo ha auspicato l’introduzione della possibilità per i cittadini all’estero al momento dell’iscrizione all’Aire di esprimere una volta per tutte la loro volontà di esercitare il diritto di voto. L’appuntamento è al 22 giugno con una riunione Cgie sul Piano nazionale ripresa e resilienza e sull’internazionalizzazione, insieme all’amministrazione del Maeci. (Inform)

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