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Riforma Comites: Commissione Esteri l’audizione Direttore Generale Luigi Maria Vignali

Riforma Comites: alla Commissione Esteri l’audizione del Direttore Generale Luigi Maria Vignali (Maeci – Dgit): “I Comites hanno dato prova di essere un valore aggiunto per le collettività italiane all’estero”

CAMERA DEI DEPUTATI


(fonte immagine Camera dei Deputati)


ROMA – Nell’ambito dell’esame dei progetti di legge in materia di riforma dei Comites, si è svolta , presso la Commissione Affari Esteri della Camera dei Deputati, l’audizione del Direttore Generale del Maeci, per gli italiani all’estero e le politiche migratorie Luigi Maria Vignali che era accompagnato dal consigliere Giovanni De Vita.

“La riforma dei Comites – ha esordito il Direttore Generale – è un tema attuale e urgente. La situazione degli italiani all’estero dal 2003, anno in cui vennero istituti i comites, è cambiata in termini numerici. Nel 2003 gli italiani all’estero erano meno della metà degli attuali connazionali nel mondo che raggiungono quota sei milioni e 400.000. Un adeguamento della normativa dei Comites è quindi necessario senza però stravolgere il loro ruolo che in questi anni è stato caratterizzato da esperienze positive. I Comites hanno infatti dato dimostrazione di un positivo dinamismo in vari importanti settori come ad esempio la valorizzazione del ruolo storico delle nostre comunità all’estero e della nuova mobilità nel mondo, l’assistenza ai connazionali durante il periodo pandemico , le campagne informative sul ruolo e le elezioni dei comitati , il sostegno alla componente femminile delle collettività. I Comites si sono attivati anche sul nuovo filone del turismo delle radici e nell’abito dei canali associativi di nuova modalità come i social network e digitali”. In proposito Vignali ha anche ricordato come i Comites negli ultimi anni abbiano realizzato circa 250 progetti di interesse per le nostre collettività all’estero con un impegno finanziario importante. “Quindi i Comites – ha affermato il Direttore Generale – hanno dato prova di essere un valore aggiunto per le collettività italiane all’estero”.

Dopo aver evidenziato che il costante aumento numerico delle nostre comunità nel mondo e dovuto a vari fattori come nascite all’estero, nuova mobilità e acquisizione di cittadinanza soprattutto in America Latina, Vignali ha segnalato come, a testimonianza della voglia di partecipazione delle nostre comunità all’estero, il numero delle liste presentate per le prossime elezioni dei Comites, 270 di cui 245 ammesse, sia aumentato del 55% rispetto al 2015.

“Stiamo andando avanti – ha precisato il Direttore Generale – con la campagna informativa per far si che gli italiani all’estero si iscrivano e votino per i Comites. Ci si può iscrivere per posta, allo sportello, attraverso l’invio di una mail, oppure con il nuovo portale Fast it. Rispetto al passato la campagna informativa è partita in anticipo e dagli uffici consolari vi è stato un invio massivo di posta elettronica agli italiani all’estero per ricordare che per votare bisogna iscriversi. Sono stati realizzati anche video informativi in varie lingue per veicolare al massimo il messaggio”.

Per quanto riguarda il progetto di riforma dei Comites Vignali ha segnalato, fermo restando il fatto che dovrà essere la politica a decidere, alcuni punti su cui poter riflettere , come ad esempio il mantenimento delle elezioni dei Comites ogni cinque anni e l’innalzamento, alla luce del continuo aumento numerico della collettività italiana all’estero, del numero di iscritti all’Aire per la costituzione tramite elezione di un Comites. Oggi questa quota minima è di 3000 connazionali. Una soglia che in alcune proposte di riforma viene portata a 10.000. “Un altro aspetto presente nei vari progetti – ha proseguito Vignali – è quello sull’opzione inversa del voto . Mi rendo conto che è una decisione politica ma voglio attirare l’attenzione su alcuni aspetti. Intanto c’è un profilo di compatibilità finanziaria da tenere presente. Attualmente l’elezione dei Comites con l’opzione inversa, cioè la registrazione preventiva, costa meno di un terzo di quanto non costerebbe un’elezione generale. Inoltre l’invio dei plichi per il voto a tutti i circa 4,5 milioni di italiani all’estero aventi diritto avrebbe non solo dei costi più alti, ma comporterebbe un lavoro organizzativo da parte dei consolati ed ambasciate molto importante che toglierebbe risorse da altri compiti. Quindi costi importanti e organizzativi per le sedi all’estero. Inoltre mandare il plico a chi esplicitamente si è registrato per votare ci da la sicurezza di inviarlo ad un indirizzo esatto, cosi in qualche modo si tutela maggiormente la personalità del voto”.

Il Direttore Generale ha poi sottolineato l’importanza della regola che pone il limite del doppio mandato per i membri del Comites. Una limitazione che, per Vignali, ha favorito sia la partecipazione alle consultazioni di nuove persone, con un notevole ricambio generazionale e l’apporto di nuove energie, sia l’attuale proliferazione delle liste presentate. Il Direttore Generale ha anche parlato della necessità di coinvolgere nel lavoro dei Comites la nuova mobilità italiana e le innovative realtà associative all’estero , anche imprenditoriali, attraverso un nuovo istituto di affiliazione che andrebbe ad affiancarsi a quello già esistente della cooptazione. “In altre parole il Comites – ha spiegato – potrebbe decidere di eleggere con votazioni al proprio interno dei candidati di associazioni di nuova mobilità. Potremo dare le regole per disciplinare queste affiliazioni ad esempio coinvolgendo anche gli italo discendenti. Quindi ampliare il raggio di azione dei Comites”.

“Nei progetti di riforma – ha continuato Vignali dopo aver rilevato l’esigenza di approfondire la questione dei casi di ineligibilità ed incompatibilità per le elezioni dei componenti dei Comites – si dovrebbe fare attenzione a mantenere quel ruolo del Comites di sostegno al sistema Italia ed in particolare alle istituzioni italiane che operano all’estero, piuttosto che ricercare dei ruoli quasi di contrapposizione con gli uffici consolari o le ambasciate. In alcune proposte di riforma si prospetta un ruolo di difensore civico degli italiani che potrebbe forse andar bene rispetto alle autorità locali, ma certo non rispetto al consolato. Bisogna quindi fare attenzione a non contrapporre il ruolo dei Comites rispetto a quello delle Ambasciate e dei Consolati né a sovrapporlo ad altri istituti del sistema Italia. Va bene se i Comites presentano un proprio piano paese , però questo non può essere sostitutivo o determinante rispetto a quello dei Consolati e delle Ambasciate”. Il Direttore Generale si è infine soffermato sulla sperimentazione del voto elettronico per le elezione dei Comites avviata in nove paesi, rilevando come questa modalità di suffragio rappresenti un’opzione importante per il futuro che favorisce , sia l’espressione del voto nelle grandi aree geografiche, sia la partecipazione e l’abbattimento dei costi.

Ha poi preso la parola il deputato di Italia Viva Massimo Ungaro, eletto nella ripartizione Europa, che ha sottolineato l’importanza del voto elettronico anche per facilitare la partecipazione. Ungaro ha espresso perplessità sull’opzione preventiva del voto e ha chiesto chiarimenti sull’innalzamento della soglia a 10.000 italiani per eleggere i Comites e sulle modalità di esclusione di chi si candida alle elezioni dei Comites pur avendo già completato due mandati.

Anche la deputata Elisa Siragusa del gruppo Misto, eletta nella ripartizione Europa, ha segnalato la rilevanza del voto elettronico. La deputata si è detta favorevole sia all’innalzamento della soglia numerica dei connazionali iscritti all’Aire per la creazione di un Comites, sia al mantenimento della registrazione preventiva per poter votare. Un’opzione che potrebbe essere estesa anche ad altre tipologie di elezioni all’estero. La deputata ha anche parlato dell’ipotesi di creare un’assemblea dei presidenti dei Comites.

Simone Billi (Lega), eletto nella ripartizione Europa, ha sottolineato come la novità del voto elettronico, pur abbattendo i costi, finirebbe però per favorire solo la partecipazione delle giovani generazioni, ponendo difficoltà alle generazioni più anziane. Il deputato ha anche rilevato la necessità di non sovrapporre il ruolo dei Comites a quello della rete diplomatica consolare e del Sistema Italia che deve presentarsi all’estero in maniera coesa e compatta. Dal canto suo il deputato della Lega Luis Roberto Lorenzato, eletto nella ripartizione America Meridionale, ha espresso condivisione per l’ipotesi di aprire i Comites alla partecipazione degli oriundi italiani che in America Latina hanno voglia di dare il loro contributo e di portare avanti nuove idee.

Dopo un breve intervento del Presidente della Commissione Esteri Piero Fassino, che ha chiesto lumi sulla sorte dei Comites in aree di non tradizionale emigrazione dopo l’eventuale innalzamento della soglia minima di elettori per la creazione dei Comitati , il Direttore Generale Vignali ha risposto alle varie domande sottolineando in primo luogo come la menzionata soglia di 10.000 iscritti all’Aire , presente in un disegno di legge di riforma, sia solo indicativa e si possa applicare una soglia diversa e dinamica rispetto al numero degli italiani residenti all’estero. Senza dimenticare che già oggi è prevista per i luoghi dove non si raggiunge la soglia prevista di iscritti all’aire l’istituzione di un Comites di nomina consolare. Per quanto riguarda il limite dei due mandati per chi si candida e viene eletto Vignali ha spiegato come oggi su questa questione decida lo stesso Comites con votazione nella prima riunione. “In proposito – ha aggiunto – andrebbe rafforzato il ruolo dei Comitati elettorali circoscrizionali che potrebbero determinare l’incandidabilità dei candidati”. Il Direttore Generale ha poi definito interessante l’ipotesi di una riunione dei Presidenti dei Comites, convocata dal Cgie d’intesa con il Ministero degli Esteri, per tracciare un programma di attività. Ribadita infine l’importanza del voto elettronico che però dovrà superare il nodo dell’identità digitale che non è ancora molto diffusa all’estero. (G.M.- Inform)



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