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Omaggio ai caduti dell’incrociatore Giovanni delle Bande Nere

MARINA MILITARE

Il relitto della nave, localizzato nel 2019 dal cacciamine Vieste, giace a circa 11 miglia a Sud dell’isola di Stromboli


MESSINA – Nave Vega, salpata l’8 aprile dalla Base Navale di Messina con a bordo una delegazione dell’ANMI, ha ricordato l’affondamento dell’incrociatore Giovanni delle Bande Nere nel suo ottantesimo anniversario.

L’incrociatore, colpito durante un trasferimento da Messina a La Spezia da due siluri lanciati dal sommergibile inglese H.M.S Urge, affondò in prossimità dell’isola di Stromboli il 1° aprile 1942.

Il Giovanni delle Bande Nere, appartenente alla “Classe Condottieri”, fu varato negli storici cantieri navali di Castellammare di Stabia il 27 aprile 1930, alla presenza della Principessa Maria Adelaide di Savoia, ed entrò in servizio esattamente un anno dopo il varo.

Fino al 1939 svolse le sue attività principalmente all’interno del Mediterraneo, effettuando diverse attività addestrative e operative che lo videro impegnato durante l’occupazione italiana in Albania e nel corso della guerra civile spagnola. Successivamente, tra il 1940 e il 1942, prese parte alle operazioni belliche del secondo conflitto mondiale effettuando varie missioni di scorta a convogli nazionali e di ricerca e intercettazione di forze navali nemiche.

All’alba del 19 luglio 1940, in navigazione da Tripoli a Lero con l’incrociatore Colleoni, si scontrò con una formazione navale inglese nei pressi dell’isola di Creta. Durante lo scontro venne gravemente danneggiato, ma riuscì a disimpegnarsi e a fare rientro nel porto di Bengasi, in Libia, dal quale poi si trasferì a La Spezia per le necessarie riparazioni. In seguito effettuò diverse altre missioni di scorta convogli e posa di sbarramento torpedini nel Canale di Sicilia.

Il mattino del 1° aprile 1942, scortato dal cacciatorpediniere Aviere e dalla torpediniera Libra, salpò da Messina alla volta di La Spezia e, in prossimità dell’isola di Stromboli, fu intercettato e fatto oggetto di lancio di siluri da parte del sommergibile inglese Urge. Colpito da due siluri, lo scafo dell’incrociatore si spezzò in due tronconi affondando rapidamente e portando con se gran parte dell’equipaggio.

Il relitto della nave è stato ritrovato nel 2019 dal cacciamine Vieste, durante un’attività di verifica tecnica e sorveglianza dei fondali del Mar Tirreno meridionale, che lo ha localizzato e identificato a circa 11 miglia nautiche a Sud dell’isola di Stromboli a una profondità compresa tra 1460 e 1730 metri.

A pochi giorni dall’anniversario dell’affondamento, il comandante di nave Vega ed il suo equipaggio hanno accolto i soci dell’ANMI, tra i quali alcuni familiari dei marinai scomparsi nell’affondamento dell’incrociatore e hanno commemorato il triste anniversario depositando una corona di fiori tra i flutti delle acque dove giace il relitto. La toccante cerimonia, iniziata con la benedizione della corona da parte del cappellano militare di Messina, si è conclusa con le note del silenzio d’ordinanza diffuse dagli altoparlanti della nave.

L’equipaggio e la delegazione dell’ANMI, riuniti sul ponte di volo, animati dallo spirito che accomuna chi va per mare e dal dovere di perpetuare la memoria dei nostri marinai scomparsi hanno onorato in questo modo i caduti e alla loro memoria. ( Dario Mazzone/Inform IESTV.TV )





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