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Il ritorno della Rassegna “Donne e Poesia Isabella Morra” - di Rosa Spitaleri

  • 30 ott 2021
  • Tempo di lettura: 5 min

- Il 22 ottobre scorso la VHS di Stoccarda ha organizzato un incontro online della rassegna di “Donne e Poesia 2021”, istituito dalla compianta Marcella Continanza.

La rassegna “Donne e Poesia Isabella Morra” è stata portata in vita dalla poetessa e giornalista Marcella Continanza nel 1991 a Francoforte. Avremmo voluto festeggiare in modo particolare la trentesima edizione. Purtroppo, non è stato possibile ma ci rifaremo.

Nel corso degli anni la rassegna, che è sempre stata itinerante, è stata ospite ad Amburgo, Colonia, Stoccarda, Friburgo, Friedrichshafen e le tre ultime edizioni in Italia a Castellamare di Stabia. Nel 2020 a causa del decesso di Marcella che ha portato nello sconforto le poetesse che le erano vicine e del Covid, la rassegna non si è tenuta.

Ora, come in punta di piedi, la rassegna “Donne e Poesia” si sta risollevando dalle ceneri. Grazie alla VHS di Stoccarda che ha dato spazio alla piattaforma online e con l’iniziativa di Anna Picardi e Barbara Golini che ha moderato la serata, si è potuto dare voce alle donne che scrivono in italiano i loro pensieri, le sensazioni, i dolori e realtà in poesia.

L’emozione delle autrici era molto palpabile. La gioia di ritrovarsi è stata grande, anche se online, e il ricordo di Marcella... lei sicuramente sarebbe stata felice che la Rassegna non si sia “persa”.

Dopo il saluto e ringraziamenti da parte di Barbara Golini, la serata è stata aperta dalle liriche di Rosa Spitaleri: Quadri (“Vedo il grano mietuto e l’altro in attesa, / un mare d’oro spolverato da papaveri rossi / e l’Etna col suo placido fumo”) e Minnella d’Etna (“Raggrinzita dal sole del Mongibello / ondeggia tra i filari la vite antica / l’accarezza il vento pietoso / mentre attende la rugiada della notte”).

Giulia Amato Mazzei ha ricordato le sue amate Montagne: “Belle e imponenti, / le sue cime sembrano / tocchino il cielo. / Le casette sparse qua e là / sembrano gusci di lumache. Mentre in Ritorna Bambina si chiede da adulta, Dov’è finita la bambina allegra, spensierata, / felice di tutto, / felice con niente?”.

Anna Lucia D’Elia Tortorelli ci ha deliziato con Il Piccolo Pettirosso: “Una mattina aprendo la porta del balcone eri li immobile / piccolo pettirosso…./ ho pensato che eri ferito /…. non eri ferito sono rimasta a guardarti… /… avrà voluto portarmi un saluto da chi mi ha voluto tanto bene….// e in Amatevi scrive di rondini si apprestano a fare i loro nidi / Nell’aria profumo di fiori… / …per le strade bambini felici…/ Amatevi e siate sereni la vita è un dono e ci appartiene. Nella Terra mia parla di un vuoto che sente perché vive lontano dalla sua Terra”.

Rosa Perrone ha affrontato in Terra mia il dolore per la perdita del padre e della madre. “Arrivo…/ e ti ritrovo / calda di letto / con le tue colline d’un verde quasi bianco / sotto la luna /…La mia vita / mancata e bruciata / nel ciocco del camino // Mi hai rubato mio padre / che ancora mi manca / mi hai rubato mia madre / con le sue mani stanche//…Non rubarmi ancora /. Nella seconda lirica Paesaggio ci parla della vita che trascorre mettendo a confronto il vecchietto curvo e gli occhi di un bambino che danno speranza all’umanità: Il vecchietto curvo / trascina la sua vita/poggiata al suo bastone // Un bimbo corre via /… / Nei suoi occhi / si specchia il mondo.

Evita Sanpietro ha letto alcune poesie della mamma parla del suo Paesaggio Sardo Pace di ulivi, / beatitudine di pascoli, / solitudine antica / di nuraghi senza storia. /…sapore di primavere / livide di pianto. / ma che pur nel dolore /…E l’assapori…/ come nel rimirar d’un quadro…/ e non ti sazi”.

Nella sua seconda lirica ha parlato della sua emigrazione. Nostalgia di emigrante: “Sulla bianca distesa di neve / le sagome nere di gelsi / gli irti rami immobili / e scheletri di ville in costruzione: abbandonate /…Nell’animo / la ferita del distacco / e l’illimite nostalgia / mai placata / dell’isola solare … pietrosa…/”.

La giovane poetessa Alessia De Gennaro ha affrontato il tema dell’amore in Hiraeth: “…in un’aria che non smetterò mai di respirare / scrivo il battito del tuo cuore / nella più bella voce che abbia mai sentito / fotografo i tuoi gesti / in libro che non finisce mai /assaporo la primavera/ che mi desti l’ultima volta che ci vedemmo. Nella poesia Vestiti tralucenti oppure vestiti che parlano da sé parla dei vestiti comparandoli alla vita Tu che dicevi spesso / che i vestiti non ti importavano/ ed invece ti davano un volto, un carattere/ quando ti spogliavi / ti si scioglievano di dosso / come le labbra che accarezzavano la superfice di un gelato. // tu che lasciavi spesso/ vestiti sporchi per terra / ed io li raccoglievo con speranza / con occhi lucidi che potevano illuminare tutt’una città”.

Silvana Fiori ha parlato del Laptop rotto e si del ritorno all’uso dell’antico strumento, la penna: “Laptop dal tecnico, portato stamattina / e in attesa che lo curi. lo ricomponga assembli / ritorno ad un quadernone rosso / che avevo scordato sotto libri. / … La penna scorre su quadretti scuri …./ Spariscono i ricordi lungo gli anni, / quel golfo, però , non si stacca dalla mente / con a nord il castello aragonese. Nella sua seconda lirica Silvana ci fa partecipe del suo paesaggio: Il ruscello andava per la sua rapida breve via / e l’acqua lambiva selci e piedi / Dopo giorni sempre per la montagna, / m’accorgo solo ora della nuova pace. / Sogni or ora … non dimenticati / ma ora come frapposti all’ abbandono”.

Anna Picardi ha presentato Voli… non pindarici: “Dove siamo? / al punto di partenza / o al traguardo? / Ci interessa saperlo? / È importante? // Incomincio a volare / e non ho paura. / Tu voli con me. In Estranei affronta come ci si sente in un pese diverso e non si capiscono molto delle feste paesane: Accovacciato su un‘altura / con il mio fiasco di vino / osservo la cerchia / di amici riuniti / per celebrare / l‘antico rituale // Mi hai rinnegato! / Devo essere / solo uno straniero / come tanti oggi / conosciuto per caso / invitato alla mensa / bandita sul prato”.

Ha concluso l’incontro Barbara Golini, che dietro nostra esplicita richiesta ha proclamato la sua poesia dal titolo Passano: “Passano, le curve tra queste ruote / sempre di fretta; fischiano tra raggi. / Manca il vento stanotte, spingo e spingo / ci sono sassi e terriccio sulle gomme / ormai consunte, dai viaggi e dalle storie//….le vocali non sono mai rotonde, ma a volte sanno / essere angolari; e tu mi hai detto no // Passano, le onde tra queste curve / sempre di fretta; soffiano tra la spuma…/ Sì sono sabbie mobili …/ ormai corrose, dal sale e dalle onde”.

La rassegna si è chiusa con l’auspoicio di incontrarsi anche il prossimo anno. Non si è deciso dove, ma ci piacerebbe essere ospiti a Firenze dove vive una poetessa della rassegna Silvana Fiori. Al momento sono solo sogni, ma chissà se diventeranno realtà. Marcella Continanza da sempre era impegnata a dare voce alle donne italiane in Germania che scrivono ancora in lingua italiana. L’idea di Firenze è nata con lo scopo di incontrarsi e confrontarsi con le emigrate che vivono in Italia, per conoscere quali siano i loro pensieri, sentimenti e realtà, per un confronto sociale e poetico. Marcella ne sarebbe sicuramente felice. (rosa spitaleri\aise)

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