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Il Presidente del Consiglio Draghi agli Stati Generali della Natalità




GOVERNO

Un’Italia senza figli – ha detto Draghi – un’Italia che non ha posto per il futuro è un Italia che lentamente finisce di esistere

(fonte immagine Presidenza del Consiglio)

ROMA – Le ragioni per la scarsa natalità sono in parte economiche, ha detto il Presidente del Consiglio Mario Draghi nel suo intervento agli Stati Generali della Natalità, ieri a Roma all’Auditorium della Conciliazione. Esiste infatti una relazione diretta tra il numero delle nascite e la crescita economica – ha aggiunto.- Tuttavia, anche nelle società che crescono più della nostra, la natalità è in calo. Questo indica come il problema sia più profondo ed abbia a che fare con la mancanza di sicurezza e stabilità. Per decidere di avere figli, ho detto spesso che i giovani hanno bisogno di tre cose: di un lavoro certo, una casa e un sistema di welfare e servizi per l’infanzia. In Italia, purtroppo, siamo indietro su tutti questi fronti.

Già prima della crisi sanitaria, l’Italia soffriva di un preoccupante e perdurante declino di natalità. Nell’anno della pandemia questo si è ulteriormente accentuato. Nel 2020 sono nati solo 404.000 bambini. È il numero più basso dall’Unità d’Italia e quasi il 30 per cento in meno rispetto a dieci anni fa. Sempre nel 2020, la differenza tra nascite e morti ha toccato un record negativo: 340.000 persone in meno. Oggi metà degli italiani ha almeno 47 anni – l’età mediana più alta d’Europa.

Un’Italia senza figli è un’Italia che non ha posto per il futuro è un Italia che lentamente finisce di esistere.

Draghi ha poi affermato che al sostegno economico diretto delle famiglie con figli è dedicato l’assegno unico universale. Dal luglio di quest’anno la misura entrerà in vigore per i lavoratori autonomi e i disoccupati, che oggi non hanno accesso agli assegni familiari. Nel 2022, sarà estesa a tutti gli altri lavoratori, che però anche nell’immediato vedranno un aumento degli assegni esistenti. Le risorse complessivamente a bilancio ammontano ad oltre 21 miliardi di euro, di cui almeno sei aggiuntivi rispetto agli attuali strumenti di sostegno per le famiglie: anche per gli anni a venire l’assegno unico ci sarà.

Le misure a favore di giovani, donne e famiglie, presenti nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, includono la realizzazione di asili nido, scuole per l’infanzia, l’estensione del tempo pieno e il potenziamento delle infrastrutture scolastiche. Un investimento importante nelle politiche attive del lavoro, nelle competenze scientifiche e nell’apprendistato. Nel complesso, queste misure ammontano a venti miliardi circa. Sono cifre mai stanziate prima. Il PNRR prevede inoltre una clausola generale per incentivare le imprese a assumere più donne e giovani, quale condizione per partecipare agli investimenti previsti nel Piano. Infine, nel decreto “Imprese, lavoro, professioni”, che sarà presentato la prossima settimana, lo Stato garantisce ai giovani gran parte del finanziamento necessario per l’acquisto della prima casa e ne abbatte gli oneri fiscali.

Mentre usciamo da questa fase di riflessione, è importante che ci siano decisioni. Dobbiamo aiutare i giovani a recuperare fiducia e determinazione. A tornare a credere nel loro futuro – ha concluso Draghi -, investendo in loro il nostro presente. (Inform)

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