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GOVERNO - UNICO NO DALLA MELONI, DRAGHI ATTENDE LA BASE DEL M5S


Berlusconi e Grillo alla Camera l’8 febbraio, nel giorno in cui il presidente del Consiglio incaricato Mario Draghi ha illustrato alle forze politiche maggiori i punti programmatici essenziali del suo futuro eventuale governo, dall’Europa all’ambiente, dai vaccini alla scuola. Tutto secondo programma nelle posizioni dei partiti, con l’unico rifiuto alla fiducia di Fratelli d’Italia, che però aspetta di vedere il quadro completo (programma e squadra) per decidere tra astensione e voto contrario. Chi dovrà invece attendere il voto degli iscritti sulla piattaforma Rousseau per dare o meno il via libera al nuovo esecutivo è il Movimento 5 Stelle, con il capo politico Vito Crimi che afferma: “Abbiamo ricevuto diverse rassicurazioni, ora valutiamo anche il tipo assetto che si può delineare in questo governo e ci affidiamo al giudizio degli iscritti. Contiamo nell’intelligenza collettiva per fare gli interessi di tutto il Paese e non l’interesse di qualcuno”. Tra i punti qualificanti del programma di Draghi il super-Ministero della transizione ecologica, come richiesto dai pentastellati: “Sei d’accordo che il Movimento sostenga un governo tecnico-politico: che preveda un super-Ministero della transizione ecologica e che difenda i principali risultati raggiunti dal Movimento, con le altre forze politiche indicate dal presidente incaricato Mario Draghi?”, è il quesito posto sulla piattaforma Rousseau agli iscritti, che votano l’11 febbraio dalle 10 alle 18. “Abbiamo trovato molto positiva la scelta di un europeismo inteso come rivendicazione della storia del sogno europeo, e la prospettiva di un ulteriore salto in avanti nell’integrazione dell’Europa fino a una ulteriore cessione di sovranità per una integrazione che porti a istituzioni europee ancora più forti” dice il segretario del Pd Nicola Zingaretti dopo il colloquio con il presidente incaricato. “Ci riconosciamo nella proposta di Draghi di una riforma fiscale, che si basi su un concetto di fiscalità progressiva, sul no a nuove tasse e sul rifiuto della cultura dei condoni che secondo noi è sbagliata, e che punti su una attenzione alla fiscalità sul lavoro” sottolinea Zingaretti, che poi aggiunge: “Ci siamo mossi in questi mesi con un assillo politico, salvare la legislatura e garantire il massimo del buongoverno. Questo è possibile nella misura in cui un nuovo governo passa per il mantenimento di un’alleanza tra due forze come il Pd e il Movimento 5 Stelle, che hanno un forte peso specifico in Parlamento. Il Pd non sarà mai un partito di rappresentanza ma sempre riformista, questo è lo spirito con cui stiamo cercando di dar vita a questa esperienza”. “Non abbiamo parlato di squadra di governo né di rapporti con altri partiti. Pd e Lega rimangono due forze alternative e questo credo sia un approccio condiviso anche da Matteo Salvini: il punto è verificare in base all’appello del presidente della Repubblica quale perimetro dovrà avere questo governo, ed è il cuore di questi colloqui che sta tenendo il presidente Draghi” spiega inoltre il segretario del Pd. Nel campo del centrosinistra, Liberi e Uguali riconferma la disponibilità a Draghi e tramite il capogruppo alla Camera Federico Fornaro sottolinea: “Il nostro auspicio è che Pd-M5S-Leu possano concordare un atteggiamento univoco sul costituendo governo Draghi e ci riserveremo di dare una valutazione complessiva dopo che il presidente incaricato avrà svolto le successive fasi”. Italia Viva, tramite la voce dell’ex ministra per le politiche agricole Teresa Bellanova, conferma che “il presidente Draghi gode della nostra totale fiducia e noi speriamo che si concluda rapidamente questo lavoro in modo che si possa andare in Parlamento, acquisire la fiducia e lavorare per il bene del Paese perché questo è l’incarico che è stato consegnato a tutti dal presidente della Repubblica e che il presidente Draghi sta onorando”. “Noi comunque sosterremo Draghi – precisa Bellanova -, sarà a lui scegliere se sarà un governo composto solo da tecnici, da tecnici e politici e il livello di coinvolgimento dei politici”. Passando al campo del centrodestra, il numero uno di Forza Italia Silvio Berlusconi (di ritorno dopo un anno nella capitale e accolto dagli applausi a Montecitorio) dichiara dopo il colloquio: “Ho confermato al presidente incaricato il nostro sostegno con la sollecitazione ad adottare scelte di grande profilo tenendo conto delle indicazioni dei partiti ma decidendo in piena autonomia. Quello che nasce è un governo senza preclusione alcuna, la risposta a un grande emergenza, e durerà per il tempo necessario a superare questa grave crisi sanitaria, sociale ed economica”. Sì convinto anche dalla Lega: “Non abbiamo parlato di ministri, sottosegretari, governi tecnici o politici e non lo faremo perché abbiamo fiducia in Draghi, quindi queste cose chiedetelo alla delegazione seguente, se Rousseau lo permette” spiega il leader del Carroccio Matteo Salvini, con riferimento polemico ai pentastellati. “Ci interessa – aggiunge Salvini - che si faccia l’interesse dell’Italia in prospettiva italiana ed europea: quindi no all’austerità, politiche di immigrazione di stampo europeo, di buona gestione dei confini e contrasto al traffico di esseri umani come quelle di Spagna, Francia, Germania, Slovenia. Ho detto a Draghi che un conto era utilizzare i prestiti con il governo Conte che non condivideva nulla, un altro è essere protagonisti nella gestione di questi fondi e in questo senso ci interessa essere protagonisti”. “L’approccio di Fdi è pragmatico, non siamo d’accordo su come è nato questo governo ma diamo una mano nell’interesse del Paese. Magari Mario Draghi potrebbe scoprire che all’opposizione c’è qualcuno più leale di qualche pezzo della sua maggioranza, mi pare che si stia già litigando” sottolinea sibillina Giorgia Meloni, ribadendo il no di Fratelli d’Italia alla fiducia. “Condividiamo i principi fortemente europeisti che avrà questo governo, vogliamo veramente che questo governo raggiunga il risultato, lo diciamo di cuore. Il nostro gruppo è nato con un appello di Mattarella ai costruttori, poi il presidente Mattarella ha fatto un secondo appello per fare questo governo necessario per l’Italia e siamo lieti di vedere che il 90% del Parlamento italiano è diventato europeista e costruttore, per noi questo è molto importante” sottolinea il senatore Ricardo Merlo, in rappresentanza del Gruppo Europeisti – MAIE- Centro Democratico del Senato, gruppo che era nato qualche settimana fa per sostenere la prospettiva di un governo Conte Ter.

(NoveColonneATG)


 
 

 

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