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EGITTO - Rinascimento Millennium III

Rinascimento Millennium III: Goffredo Palmerini nominato presidente aggiunto dell’Associazione internazionale



IL CAIRO - L’Associazione culturale internazionale Rinascimento Millennium III Renaissance si rafforza, con la nomina a presidente aggiunto del giornalista e scrittore italiano Goffredo Palmerini. A scriverne è stato di George Onsy, fondatore e presidente di Rinascimento III Millennio e docente all’Università Egiziana-Russa (ERU) del Cairo. Palmerini affiancherà proprio Onsy alla presidenza dell’associazione, ma anche al Consiglio direttivo Europeo e al Consiglio Intercontinentale dei Consulenti, occupandosi della comunicazione e della stampa. Rinascimento Millenium III guarda con attenzione all’Europa, con una visione sociale e politica nuova. La struttura demografica del vecchio continente sarà molto diversa tra pochi anni, l’Europa ha quindi bisogno di un Rinascimento Contemporaneo, un Terzo Millennio di rinascita che possa garantire il pacifico equilibrio dei cittadini delle sue nuove società, nel rispetto delle culture originarie degli immigrati e nell’appartenere all'identità culturale europea. L'Europa, infatti, nel corso della sua lunga storia ha dato all’intera umanità una grande ricchezza intellettuale e spirituale. Su questi principi e su questi valori è nata l’associazione internazionale Rinascimento Millenium III Renaissance, ponendo al servizio di queste finalità l’impegno di tante insigni Personalità della Cultura, delle Arti, dei Media e dei Diritti umani, dell’Europa e di ogni parte del mondo. Prima di dare informazione sugli scopi e sulle attività dell’associazione, qui di seguito annoto la composizione degli Organismi dirigenti a seguito delle recenti nomine. “C’è una grande sfida nell'Europa di oggi - scrive Onsy -. Con l'aumento delle dimensioni dell'immigrazione e con il crescente numero di rifugiati, la realtà della struttura multirazziale in molti Paesi europei, in particolare quelli dell'Europa occidentale, dovrebbe essere affrontata attraverso una consapevolezza culturale e umanistica globale. Entrando più nel dettaglio, dovremmo iniziare chiedendoci: quali sono i rischi di una struttura multietnica/ multiculturale per qualsiasi società o sistema statale? Ogni Paese caratterizzato da un rapido cambiamento demografico, infatti, dovrà affrontare almeno tre sfide. In primo luogo, convincere la nuova popolazione a dimostrare la loro propria appartenenza nazionale e la lealtà alla patria attuale dove sono venuti a vivere, rispetto a quella originale da cui provenivano. Nel caso dei Paesi europei, tale appartenenza non è stata una priorità per gli imprenditori e gli investitori ambiziosi che si preoccupano soprattutto di far crescere la propria economia, impiegando, non europei a condizione che siano solamente professionali e laboriosi. Tuttavia è indispensabile, oggi più che mai, che lo spirito di appartenenza di tutti i cittadini alla nazione sia una priorità assoluta, per mantenere una società coerente senza conflitti”. “In secondo luogo - aggiunge ancora il presidente dell’associazione -, è necessario affrontare le differenze socio-culturali tra gli indigeni e i nuovi cittadini europei. In terzo luogo, poiché la maggior parte dei nuovi cittadini ha la religione come componente essenziale della propria cultura, i governi europei devono adattare la loro laicità in modo che rispetti tutti i valori culturali e le pratiche religiose, da un lato, dall’altro incoraggiando un dialogo interreligioso sostenibile, in ciascuna regione dei Paesi europei. L'Europa, quindi, deve affrontare queste tre sfide nei Paesi che la compongono: mantenere l'appartenenza nazionale, armonizzare la crescente struttura multi-sociale/multiculturale e trasformare la tensione laicità-religiosità in tolleranza, in comprensione culturale e in dialogo umanistico costruttivo”. (aise)

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