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CANNABIS, L’ITALIA PUO’ EVITARE GLI ERRORI DELL’OLANDA


“La raccolta di firme dei record per il referendum per la depenalizzazione della coltivazione di cannabis e per l’eliminazione delle sanzioni amministrative per i consumatori in Italia è una grande opportunità: eliminerebbe le parti più odiose del disposto proibizionista ancora in piedi nella normativa del nostro paese e aprirebbe la strada alla possibilità di una futura legalizzazione”.

È quanto si legge in un articolo pubblicato su +31mag, il portale nato nel 2014 ad Amsterdam come testata giornalistica quotidiana in italiano focalizzata sulla realtà dei Paesi Bassi, del Belgio.


“L’Italia, guardando all’Europa, ha necessità urgente di inventare un suo modello e di far emergere un dibattito pubblico sul ‘come’ - si legge -. E non c’è tempo da perdere: la tutela del consumatore e la produzione sono due questioni legate a doppio filo. L’Olanda e i coffeeshop, sotto molti aspetti, non sono un punto di riferimento da prendere: quello è un esperimento di molto tempo fa che ha mostrato i suoi limiti. Sicuramente ha il merito di aver fatto vedere al mondo che si può convivere con la cannabis e che le immagini di distruzione agitate dai proibizionisti erano prive di fondamento. Ma quel meccanismo rimasto incompleto, ossia una depenalizzazione totale dell’uso personale senza la legalizzazione della coltivazione o senza una via legale per l’approvvigionamento, ha finito per diventare un mezzo boomerang. Oggi, in Olanda, gran parte della produzione di cannabis è in mano alle mafie, ossia ciò che il legislatore degli anni ’70 voleva evitare a tutti i costi. E i coffeeshop, esercizi che ‘fatturano’ milioni di euro nella zona grigia costruita dalle autorità, non possono terminare la transizione dalla tolleranza all’accettazione formale, perché lo Stato non si è voluto spingere fino a quel punto”.


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