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Becchi perché pluritraditi

  • 6 dic 2021
  • Tempo di lettura: 2 min

LA GAZZETTA ITALO-BRASILIANA: L’EDITORIALE DEL DIRETTORE GIUSEPPE ARNO’



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Rio de Janeiro – “Becchi e bastonati. Metaforicamente è proprio così che ci dovremmo sentire noialtri italiani nel percorrere con la memoria quest’ultimo ventennio”. Con queste parole Giuseppe Arnò, direttore della Gazzetta italo-brasiliana, apre il suo ultimo editoriale pubblicato sulla rivista edita a Rio de Janeiro. “Becchi perché pluritraditi”: secondo Arnò, infatti, gli italiani sono stati traditi dalla classe politica “cui abbiamo affidato il compito di tutelare i nostri interessi”, dall’Europa “per averci trasformati in individui senza patria”, e dalla Chiesa “i cui pastori non credono più al Vangelo, ma alla lotta di classe”. Per il direttore del giornale nemmeno la famiglia è più luogo dove riporre la propria fiducia (“Il concetto di famiglia, infatti, così come l’abbiamo conosciuto e vissuto fino a poco tempo fa, è andato a farsi strabenedire”). A giustificazione delle sue considerazioni, Arnò sottolinea il fatto che ormai una buona parte degli italiani non si reca più né a votare né in chiesa. “Per quanto attiene all’attributo ‘bastonato’ – continua nell’editoriale – il bastonamento riguarda le politiche di matematizzazione e di disumanizzazione dell’individuo, ormai considerato soltanto come mero soggetto del consumo”. In questo caso, Arnò riconosce che la colpa è da attribuire all’attuale sistema di governo e al popolo italiano, “noi che nelle scelte dei nostri mandatari erriamo senza sosta e malamente”. Segue poi una citazione dello scrittore e dissidente russo Eduard Limonov, a conferma dei pensieri precedentemente espressi e dell’idea di una continua scelta di regimi “morbidi”: “L’uomo ha rinunciato alla libertà per diventare un animale domestico ‘coccolato’ dallo Stato”. Nella seconda parte del suo editoriale, Arnò esprime la sua preoccupazione riguardo la perdita dei valori cristiani: “Il consesso dei popoli europei non sopravvivrà se persisterà nel negligere la propria eredità cristiana: è la fede cristiana (quella che ha fatto emergere alla coscienza ciò che è innato nell’uomo in quanto tale) che ha creato la cultura occidentale (la nostra cultura) ed essa a sua volta ha creato la civiltà (la nostra civiltà); se neghiamo il cristianesimo, muore la cultura, muore la civiltà”. Secondo Arnò l’Europa potrebbe ritrovare la diritta via solo riscoprendo le proprie radici cristiane e la centralità dell’uomo, per una riformulazione delle proprie linee guida. “Recuperare con orgoglio gli ideali e i valori perduti, che hanno contrassegnato la storia del Vecchio Continente, potrebbe essere la soluzione per promuovere lo stesso a protagonista del futuro” conclude il direttore.


(NoveColonneATG)

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