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Alla Camera di Deputati “Gli europei del Regno Unito dopo la Brexit”, promosso da Massimo Ungaro.


Alla Camera di Deputati “Gli europei del Regno Unito dopo la Brexit”, incontro promosso da Massimo Ungaro (Iv- ripartizione Europa)

“Gli europei del Regno Unito dopo la Brexit” è il titolo di un incontro promosso dal deputato Massimo Ungaro (IV), eletto nella circoscrizione estero, per presentare il libro ‘In Limbo’ sui problemi creatisi ai cittadini europei – e quindi ai connazionali residenti in UK – con l’entrata in vigore della Brexit dopo aver vissuto in una sorta di limbo normativo. Ungaro ha ricordato la scadenza del giugno scorso per l’ottenimento del fatidico Settlement Status, ossia il permesso per risiedere regolarmente sul territorio britannico. Elena Remigi, autrice del libro ‘In Limbo’, ha voluto parlare del costo umano della Brexit attraverso le testimonianze dirette di chi il problema l’ha vissuto in prima persona. Remigi ha rilevato come con la Brexit i diritti per i cittadini europei residenti nel Regno Unito siano stati messi in discussione. “Siamo diventati l’altro, lo straniero, il motivo per cui votare a favore della Brexit” . Un venire trattati da ospiti in un Paese nel quale si è investito per anni. “Abbiamo invece toccato con mano la solidarietà europea e noi siamo il volto dell’Europa dei popoli”, ha precisato Remigi leggendo alcune testimonianze ed evidenziando che per continuare a vivere nel Regno Unito i cittadini europei hanno dovuto fare una richiesta di Settled Status. “Non è automatico ottenerlo e tra chi ha dovuto farlo ci sono migliaia di cittadini italiani trasferitisi in UK nel dopoguerra e venuti a lavorare sotto invito del Governo britannico. Da un giorno all’altro hanno dovuto far richiesta per rimanere in casa propria”, ha aggiunto Remigi. Dimitri Scarlato, attivista di The3Million, ha parlato dei problemi riscontrati finora con l’Home Office, ossia il Ministero degli Interni britannico, per l’ottenimento di un documento fisico. “Il problema della digitalizzazione non riguarda solo le categorie più vulnerabili”, ha sottolineato Scarlato. Anna Cambiaggi, Associazione Famiglie Unite in UK, gruppo nato nel 2018 dopo i ‘decreti sicurezza’ perché, a seguito del referendum sulla Brexit, i diritti dei coniugi italiani e britannici sono cambiati in maniera sostanziale. “Ci sono stati molti cittadini britannici, coniugati a cittadini italiani, che hanno chiesto la cittadinanza italiana per matrimonio; nell’ottobre 2018 i ‘decreti sicurezza’ hanno però cambiato i requisiti per l’ottenimento della cittadinanza: si è passati da due a quattro anni di attesa, in maniera retroattiva, prevedendo anche l’esame di lingua italiana”, ha spiegato Cambiaggi. Roger Casale, leader ‘New Europeans’, ha ricordato come non basta “essere i benvenuti” in un Paese soltanto a parole perché la cittadinanza si basa sui diritti. (Simone Sperduto/Inform)




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