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Aggiornamento dell’Accordo di sicurezza sociale fra Italia e Stati Uniti


La III Commissione approva all’unanimità la risoluzione che impegna il governo ad avviare il negoziato per l’aggiornamento dell’Accordo di sicurezza sociale fra Italia e Stati Uniti


Il vice ministro agli Esteri Marina Sereni esprime parere favorevole precisando però che, viste le incertezze della pandemia, “appare difficile ipotizzare già da ora una data precisa di avvio dei negoziati”

ROMA – La Commissione Esteri della Camera dei Deputati ha approvato una risoluzione presentata da Fucsia FitzGerald Nissoli (Fi, ripartizione America settentrionale e centrale) che impegna il governo ad avviare il negoziato per l’aggiornamento dell’Accordo di sicurezza sociale tra Italia e Stati Uniti, così da tutelare pienamente le necessità dei lavoratori italiani negli Usa.

Nel corso della discussione, Nissoli ha ricordato come l’aggiornamento di tale accordo costituisca una priorità già emersa nella precedente legislatura, perché esso non garantisce più “un’adeguata copertura previdenziale in ragione della sua obsolescenza”. In particolare la deputata richiama la necessità di “eliminare la disparità di trattamento tra lavoratori pubblici e privati, includendo nuove figure professionali che si sono spostate dall’Italia negli Usa e, in particolare, gli iscritti all’ex-Inpdap, ora gestita dall’Inps”.

Il vice ministro agli Esteri Marina Sereni ha sottolineato nel suo intervento l’impegno del governo per avviare tale revisione e la complessità della materia, “sia per le diversità dei due sistemi sia per gli oneri finanziari che deriverebbero dalla revisione”. Data la limitazione delle risorse umane e finanziarie, dovuta anche alla pandemia, “la priorità è al momento quella di concludere le intese amministrative ancora pendenti, relative ad una serie di accordi firmati negli anni scorsi con Giappone, Israele, Turchia e Canada, per quanto riguarda l’applicazione alla provincia del Québec; una volta conclusa questa fase – spiega Sereni, – sarà possibile prendere in esame la revisione di Accordi di sicurezza sociale con gli altri Paesi considerati prioritari dal Governo, come gli Stati Uniti”.

“La Farnesina continuerà a dare impulso agli approfondimenti tecnici delle altre Amministrazioni italiane competenti, in modo da definire al più presto la posizione italiana in vista dell’avvio di negoziati con gli Stati Uniti – assicura il Sottosegretario, rilevando come “in considerazione delle numerose incertezze provocate dalla pandemia, appare difficile ipotizzare già da ora una data precisa di avvio dei negoziati”.

Da parte del governo quindi Sereni esprime parere favorevole alla risoluzione, a condizione che la parte finale venga riformulata impegnando il governo ad “intraprendere tutte le iniziative a livello di coordinamento interministeriale utili ad avviare, compatibilmente con i vincoli di bilancio, il negoziato per l’aggiornamento dell’Accordo di sicurezza sociale Italia-Usa, al fine di venire incontro alle necessità dei lavoratori italiani negli Usa che ad oggi non vedono ancora pienamente tutelati i loro diritti previdenziali”.

Nissoli accoglie la riformulazione proposta e la risoluzione viene approvata all’unanimità dalla Commissione.

Nel testo approvato si sottolinea in premessa come i cambiamenti sociali connessi alla globalizzazione “richiedono un adeguamento delle convenzioni internazionali di sicurezza sociale” con i Paesi in cui quelle attualmente esistenti mostrino “un’obsolescenza che non garantisce un’adeguata tutela previdenziale”, e si richiama come tale esigenza fosse stata già riconosciuta nella passata legislatura con l’approvazione di una mozione sulla previdenza sociale a prima firma della stessa Nissoli.

“In quest’ottica – sottolinea la risoluzione, – risulta di particolare importanza aggiornare l’Accordo bilaterale di sicurezza sociale Italia-Stati Uniti del 1973, per ricomprendervi una categoria più ampia di lavoratori”, “necessità rilevata dalla stessa Inps in occasione di incontri pubblici con la comunità italiana negli Usa” per includervi anche “nuove figure professionali che si sono spostate dall’Italia negli Usa e, in particolare, gli iscritti all’ex-Inpdap, ora gestita dall’Inps, in maniera da eliminare la disparità di trattamento tra lavoratori pubblici e privati”. “Infatti, i lavoratori privati usufruiscono di un accordo bilaterale tra Italia e Usa (Social Security Administration statunitense – SSA), mentre i lavoratori pubblici non ne beneficiano – chiarisce la risoluzione, mentre ricorda che una sentenza della Corte costituzionale ha richiamato “la necessità di emanare norme in grado di garantire ai lavoratori italiani all’estero la stessa tutela previdenziale prevista per i lavoratori occupati in Italia”.

Si richiamano inoltre le “ripetute interlocuzioni” intercorse con il Governo nella passata legislatura sul tema e in cui l’esecutivo ha ribadito la priorità e l’impegno per la revisione di tale Accordo, impegno confermato in ultimo anche nella presente legislatura, nello specifico in una risposta ad un’interrogazione presentata da Nissoli.

“Pur tenendo conto della crisi pandemica nel frattempo intervenuta, sarebbe auspicabile e opportuno non procrastinare ulteriormente l’avvio di una trattativa tanto attesa dai nostri connazionali in Usa, anche attraverso la promozione di iniziative propedeutiche atte ad avviare le trattative per l’aggiornamento di tale Accordo bilaterale – rileva la risoluzione, che impegna quindi il Governo “ad intraprendere tutte le iniziative a livello di coordinamento interministeriale utili ad avviare, compatibilmente con i vincoli di bilancio, il negoziato per l’aggiornamento dell’Accordo di sicurezza sociale Italia-Usa, al fine di venire incontro alle necessità dei lavoratori italiani negli Usa che ad oggi non vedono ancora pienamente tutelati i loro diritti previdenziali”. (Inform)

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