ROMA - “La celebrazione del 25 aprile, ovvero la data che ricorda la liberazione dell’Italia dal nazifascismo, è un appuntamento del popolo italiano con la storia dell’Italia moderna; il ritorno alla libertà conquistata dopo la guerra civile si identifica con l’inizio dell’esperienza repubblicana, con la rinascita e con la ricostruzione del nostro paese. Il 25 aprile è la riscoperta dell’identità nazionale e dà il senso di patria, dei valori che tengono assieme gli interessi della comunità nazionale italiana presente nel Bel Paese e nei paesi di nuova residenza nei 5 continenti”. Così il segretario generale del Consiglio generale degli italiani all'estero, Michele Schiavone in occasione della Festa della liberazione che si celebra domani. “La storiografia della prima metà del secolo scorso, il cosiddetto secolo breve, - annota il segretario generale – è fortemente caratterizzata da funesti avvenimenti bellici, durante i quali si sono succedute due guerre mondiali e l’intermezzo italiano segnato dalla dittatura, espressa dal regime fascista e dal pensiero unico, che non tollerava altre “Weltanschaungen”, altre forme di pensiero e di organizzazioni politiche, sociali e civili. La Liberazione dell’Italia dal nazifascismo ha rappresentato per tutti gli italiani il ritorno alla normalità, alla vita ordinaria dopo un periodo caratterizzato da tristi anni di dittatura, di diritti negati e di innegabili soprusi e lunghi mesi di guerra civile”. “Da allora – continua – l’Italia ha bandito il termine guerra dall’azione civile e militare quale strumento per redimere i conflitti. I padri costituenti hanno volutamente ancorato tra i principi fondativi del nostro ordinamento il pluralismo politico e la forma democratica della rappresentanza quali espressioni e forme per garantire la libertà e la pace ripudiando la guerra, che nella Costituzione repubblicana italiana viene osteggiata quando diventa “strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; per consentire, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni”. Tenere viva la memoria e la testimonianza storica – sottolinea Schiavone – è un dovere delle generazioni succedutesi ai fondatori della Repubblica italiana”. “Con questo presupposto, - conclude – a 76 anni di distanza, giunga alle associazioni italiane nel mondo, alle rappresentanze, agli Enti e alle istituzioni rappresentative degli italiani all’estero l’augurio per celebrare la festa della liberazione dell’Italia, che gli eroi d’allora hanno voluto e, dovremmo sforzarci di custodire, libera e democratica”. (aise)
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