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Ucraina: Di Maio in Senato


La crisi Russia – Ucraina ha “subito una forte e preoccupante accelerazione, che mette a rischio la stabilità e la prosperità del mondo e, soprattutto, minaccia l'ordine internazionale e la libertà. La questione sul tavolo non può essere limitata ad una mera disputa territoriale. Ad essere in gioco non è solo il pur importante quadro di sicurezza europeo; in discussione sono i nostri stessi valori fondamentali. Mostrarci arrendevoli oggi significherebbe pagare un prezzo molto caro domani: la nostra volontà di dialogo nella fermezza si basa proprio su questo convincimento”. Così il Ministro degli Esteri Luigi Di Maio che oggi è tornato a riferire in Senato sulla situazione alla luce delle ultime mosse di Putin.

“Stamattina ci siamo coordinati con il presidente Draghi circa i prossimi passi da compiere, per favorire una soluzione diplomatica. Siamo impegnati al massimo nei canali multilaterali di dialogo”, ha confermato il Ministro. “Riteniamo tuttavia che non possano esserci nuovi incontri bilaterali con i vertici russi, finché non ci saranno segnali di allentamento della tensione: linea adottata nelle ultime ore anche dai nostri alleati e partner europei”.

La decisione di Putin di riconoscere le autoproclamate Repubbliche di Donetsk e Lugansk, “mina gravemente gli accordi di Minsk che prevedono che le autorità di Donetsk e Lugansk siano subordinate a quelle di Kiev seppur con ampie autonomie decisionali. Riconoscere l'indipendenza delle autoproclamate repubbliche separatiste lede l'integrità territoriale e la piena sovranità dell'Ucraina, già messa in discussione nel 2014 con l'annessione illegale della penisola di Crimea”.

“Condanniamo la decisione di Mosca di inviare nei territori delle due repubbliche separatiste un contingente di truppe con sedicenti funzioni di peacekeeping. È un gesto che rischia di esacerbare una situazione già molto tesa”, ha annotato il ministro, prima di aggiungere che “su richiesta del presidente Putin, ieri il consiglio della Federazione russa ha concesso l'autorizzazione ad inviare forze militari russe all'estero. Inoltre, sempre ieri, in conferenza stampa Putin ha affermato di riconoscere le pretese di Donetsk e Lugansk sul territorio di tutto il Donbass, ben oltre la componente russofona presente nella Regione, includendo quindi zone attualmente sotto il controllo delle forze armate ucraine e chiedendo per giunta il riconoscimento dell'annessione illegale della Crimea”.

Si tratta di “un duplice sviluppo” che “di aprire la strada ad un'operazione militare su larga scala della Russia in Ucraina, che potrebbe essere preceduta o accompagnata da azioni ibride, incentrate soprattutto su eventuali attacchi cibernetici. Analisi confermataci da fonti interne dell'Alleanza. Resta inoltre elevata la preoccupazione di Kiev per le esercitazioni navali in corso nel Mar Nero e nel Mar d'Azov. Si tratta di esercitazioni senza precedenti anche per via del blocco del traffico marittimo che impedisce i flussi verso i porti ucraini”.

Per questo, ha ricordato Di Maio, “abbiamo chiesto ai connazionali di lasciare immediatamente l'Ucraina con i mezzi commerciali disponibili. Ad ogni modo abbiamo deciso, in coordinamento con i nostri partner europei, di lasciare la nostra ambasciata a Kiev pienamente operativa”.

Di Maio ha quindi citato la “ferma condanna” dell’Italia alle mosse di Putin, resa nelle sedi di governo e internazionali, insieme al reiterato appello a “tornare al tavolo negoziale”.

Sul fronte europeo, ha aggiunto, l’Ue “ieri ha adottato un pacchetto di misure restrittive nei confronti della Russia, che includono tre tipi di sanzioni: quelle che colpiscono individui, quelle che colpiscono entità responsabili della violazione dell'integrità territoriale dell'Ucraina nonché lo stop a qualsiasi tipo di interscambio commerciale con le repubbliche separatiste”. Quanto agli Usa, “sempre ieri il presidente Biden ha firmato un ordine esecutivo che vieta nuovi investimenti, scambi e finanziamenti da parte di soggetti statunitensi verso, da o nelle regioni separatiste. Questo tipo di ordine conferisce l'autorità per imporre sanzioni a qualsiasi persona determinata a operare in quelle aree dell'Ucraina”.

Il Regno Unito, poi, “ha esteso alle repubbliche separatiste il regime sanzionatorio applicato alla Crimea: Londra ha sanzionato quattro banche russe coinvolte nel finanziamento dell'occupazione, nonché tre individui ritenuti molto vicini al Cremlino”.

Richiamata la necessità di “mantenere lo stretto coordinamento già in atto con i partner dell'Unione europea e con gli alleati della NATO”, Di Maio ha ricordato che ieri, durante la riunione dei Ministri degli esteri del G7, è stato avallato “un articolato pacchetto di misure restrittive che, come ho ricordato, include un bando ad importazioni ed esportazioni e a investimenti nelle repubbliche separatiste, sanzioni economiche e finanziarie alla Russia e designazioni individuali di esponenti politici dei media, militari e operatori economici. Ulteriori misure restrittive potrebbero essere adottate in caso di altre azioni da parte russa”.

L'Italia “sta lavorando da mesi in ambito europeo, insieme agli Stati Uniti, per adottare un impianto di possibili sanzioni di varia natura e intensità, che siano improntate a efficacia e fermezza nel segnalare a Mosca gli elevatissimi costi e le conseguenze che una sua offensiva recherebbe. Per essere efficaci, le sanzioni devono fungere da deterrente contro ulteriori azioni militari ed essere, quindi, a nostra opinione, sostenibili, proporzionate, graduali e direttamente collegate a sviluppi concreti e oggettivi sul terreno”.

Allo stesso tempo occorre tutelare gli imprenditori che “dal 2014 ad oggi hanno sofferto pesanti perdite come conseguenza delle sanzioni”.

È “fondamentale, in questa fase storica, alla luce delle ultime vicende, mostrare la compattezza di una Unione europea che non subisce condizionamenti rispetto ai suoi valori, come dimostra anche la decisione di ieri della Germania di sospendere il progetto Nord Stream 2. Ieri a Parigi si è anche discusso della possibilità di organizzare una riunione del Consiglio affari esteri a Kiev e abbiamo poi deciso di convocare gli ambasciatori russi nelle capitali europee per trasmettere un messaggio di fermezza”, ha reso noto il Ministro.

“Dobbiamo evitare una guerra nel cuore dell'Europa. Come ha detto anche il presidente Draghi, la via del dialogo resta essenziale”, ha rimarcato Di Maio, che ha citato la sua recente missione a Kiev e Mosca. “Le autorità ucraine fanno affidamento sui rapporti che il nostro Paese ha saputo tessere con la Russia, malgrado le gravi tensioni fra Mosca e la comunità euroatlantica. Kiev chiede all'Italia di continuare a svolgere un'incisiva azione nei confronti del Cremlino nella direzione di una soluzione pacifica della crisi”, ha aggiunto. “Come seguito concreto della visita a Kiev, stiamo valutando lo stanziamento di un contributo finanziario del valore di circa 110 milioni di euro, volto a sostenere la popolazione e l'economia ucraina in settori da concordare con le autorità di Kiev. Intendiamo, inoltre, stanziare un contributo per il comitato della Croce Rossa internazionale per interventi nel settore umanitario. Sono anche allo studio misure di sostegno alle forze armate ucraine attraverso la fornitura di materiali non letali, ad esempio per lo sminamento”.

L'Italia, ha ricordato, “ha sostenuto e continua a sostenere attività umanitarie di assistenza alla popolazione civile nel Donbass. Forniamo il nostro contributo agli organismi internazionali impegnati sul terreno. Vorrei, inoltre, richiamare qui il nostro ruolo nell'organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa. Voglio dire in questa Aula che sono fiero dei 15 italiani che continuano a prestare servizio nella missione speciale di monitoraggio dell'OSCE, dislocati anche in aree di conflitto in corso e di scambi di fuoco tra le parti”.

L'Italia “vuole continuare a dare un contributo concreto ed efficace alla ricerca di una soluzione diplomatica della crisi in corso, in cui sono in gioco nostri interessi vitali”.

“L'architettura di sicurezza in Europa è l'oggetto principale di alcune proposte avanzate dalla Russia agli Stati Uniti e alla NATO, che a loro volta hanno risposto prospettando proprie proposte messe a punto nel quadro di un importante coordinamento tra le due sponde dell'Atlantico. Un coordinamento – ha sottolineato il Ministro – cui l'Italia ha dato un convinto contributo affinché venisse colta una possibile opportunità di confronto diplomatico e di dialogo con Mosca”.

“L'attuale scenario di crisi si inserisce in un contesto di forte dipendenza sul piano energetico. Unione europea e Regno Unito importano complessivamente il 40 per cento del gas dalla Russia, ma anche Mosca dipende fortemente dagli introiti dell'export di energia e l'Europa è, per l'appunto, il suo miglior cliente”, ha ricordato Di Maio. “Il gasdotto Nord Stream 2 offrirebbe alla Germania una rotta alternativa rispetto alla via ucraina, ma sempre legata alle forniture russe. Come sapete e come ho ricordato, il cancelliere Scholz, in risposta all'aggravarsi della crisi, ieri ha sospeso le procedure autorizzative del nuovo gasdotto. Il gas russo che arriva in Italia transita interamente per i gasdotti ucraini; una ragione in più per evitare il conflitto”.

“L'attuale impatto di questa crisi sui prezzi ci conferma l'esigenza di un coordinamento europeo non solo nella fase di stoccaggio del gas - iniziativa cui abbiamo già dato seguito negli ultimi mesi - ma soprattutto nella fase di formazione dei contratti di fornitura. Una crisi del genere dovrebbe portare l'Europa, oltre ad aumentare gli sforzi sulle energie rinnovabili, ad accelerare il varo di una energy union per i contratti di fornitura del gas”, ha sostenuto Di Maio, assicurando che “l'Italia sarà protagonista nel realizzare questo progetto. La sicurezza energetica del nostro Continente passa attraverso la libertà e la sovranità di tutti gli attori europei”.

In questa fase “dobbiamo essere realisti” ma anche “rimanere vigili, reattivi e pronti a fornire risposte efficaci da individuare e mettere in campo di concerto con i nostri partner europei e alleati”.

“Malgrado la gravità del momento e gli ultimi sviluppi cui stiamo assistendo in queste ore, - ha aggiunto Di Maio – vogliamo continuare a concentrarci su ogni iniziativa diplomatica che possa scongiurare una guerra, una soluzione che riteniamo ancora possibile, anche se con margini che si riducono di giorno in giorno. Occorrerà, innanzitutto, compiere una valutazione approfondita soprattutto con Francia e Germania sulle reali prospettive del formato Normandia e del gruppo trilaterale di contatto, alla luce del duro colpo inflitto dalla Russia agli accordi di Minsk con il riconoscimento delle Repubbliche separatiste. Non faremo mancare il nostro contributo al negoziato e al confronto con la Russia sull'Ucraina e, più in generale, sulla sicurezza europea attraverso NATO e OSCE. Garantiremo, inoltre, un sempre maggiore coinvolgimento dell'Unione europea in un contesto di crisi che chiama in causa la sicurezza e la stabilità del nostro Continente. Sosteniamo la ripresa di un'interlocuzione fra Unione europea e Russia ad un livello adeguato alla gravità della crisi, valorizzando il ruolo dell'Europa, ruolo che non può comprendere solo la definizione delle misure restrittive, ma deve anche tradursi in una forte iniziativa politica”.

“Come ha osservato il Presidente Mattarella in occasione del recente discorso di insediamento, da molti decenni i Paesi europei possono godere del dividendo di pace concretizzato dall'integrazione europea e accresciuto dal venir meno della guerra fredda. Non possiamo accettare – ha concluso – che ora si alzi nuovamente il vento dello scontro in un Continente che ha conosciuto le tragedie della Prima e della Seconda guerra mondiale”. (aise)

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