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Turismo e agricoltura: opportunità di lavoro sostenibile in Giordania


I governatorati di Mafraq, Ma'an e Aqaba, in Giordania, sono stati coinvolti in un'iniziativa che punta a sostenere la creazione di mezzi di sussistenza sostenibili per i rifugiati siriani e le comunità giordane più vulnerabili, in modo da contrastare le ulteriori difficoltà causate negli ultimi anni dalla pandemia di COVID-19.

Grazie ai fondi messi a disposizione dall'Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (AICS), AVSI Jordan ha dato infatti avvio al progetto “JODHOUR”, che comprende diverse azioni a sostegno dell'occupazione e dell'imprenditorialità locale, concentrandosi in particolare sui settori dell'agricoltura, del turismo e della salvaguardia del patrimonio culturale.

In collaborazione con il partner ARCS, spiega la ONG, verranno rafforzate le capacità delle cooperative, delle associazioni comunitarie locali, degli enti pubblici e privati coinvolti nella pianificazione e nella realizzazione di attività volte ad una crescita economica sostenibile in questi settori.

I beneficiari potranno inoltre avere accesso a corsi di formazione e programmi di impiego che assicureranno loro condizioni di lavoro dignitose, oltre ad avere la possibilità di essere sostenuti in attività imprenditoriali agricole oppure legate al turismo.

Ad esempio, a Gweirah verranno creati un orto comunitario e una serra dotata degli strumenti tecnologici necessari per la coltivazione idroponica, in un ambiente controllato e con metodi sostenibili; a Rihab verrà realizzato un percorso che colleghi fra loro diversi siti archeologici, così da incentivare l'arrivo di turisti.

E ancora: per sostenere le piccole medie imprese coinvolte nel progetto, verrà ideato un piano di collaborazione tra il settore pubblico e privato per la promozione e la vendita dei prodotti e servizi offerti; inoltre, saranno organizzati corsi di management e corsi di formazione tecnica specializzata nei settori dell'artigianato, agricoltura, lavorazione alimentare, promozione del patrimonio culturale.

Il progetto, che si concluderà a giugno 2023, arriverà a migliorare le condizioni lavorative ed economiche di 500 persone, 160 lavoratori comunitari, 12 enti locali e 6 organizzazioni della società civile. (aise)

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