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Sbs Italian/ Le neomamme italo-australiane che sperano di poter rivedere i propri genitori


- “Alcune neomamme italo-australiane raccontano che cosa ha voluto dire partorire e crescere i propri figli e le proprie figlie senza avere accanto i propri genitori” e lo fanno ai microfoni di SBS Italian, lo Special Broadcasting Service che diffonde notizie in lingua italiana in tutta l’Australia, in un articolo a firma di Chiara Pazzano.

“Da quando il governo federale australiano ha chiuso i confini con l'estero nel marzo del 2020 per via della pandemia di COVID-19, per molte mamme italo-australiane questo ha voluto dire crescere i propri figli senza l'aiuto dei nonni.

A metà ottobre, il primo ministro Scott Morrison ha annunciato che, dal 1° novembre 2021, la definizione di “familiare stretto“ includerà i genitori di cittadini australiani adulti e residenti permanenti, rendendo finalmente possibile il ricongiungimento di molte famiglie divise tra i due continenti.

Per Margherita Angelucci, residente a Melbourne e mamma di un bambino di quattro mesi e mezzo, Raffaele, questa è stata una notizia fantastica.

“I nonni mi sono mancati in ogni momento, sia per l'aiuto pratico che avrebbero potuto dare sia soprattutto per il sostegno psicologico, per il poter chiacchierare, il poter chiedere aiuto o semplicemente avere un confronto anche al di là del fuso orario“, ha affermato Angelucci in un'intervista con SBS Italian. “E questo è mancato sicuramente a noi ogni giorno di questi quattro mesi e mezzo. E manca tuttora“.

Angelucci non solo non ha avuto il supporto dei nonni nei primi mesi di vita di Raffaele, ma si è trovata a mettere al mondo suo figlio a casa, con un parto d'emergenza. “Mio marito si è trovato fondamentalmente a farmi da ostetrica”.

“Mi si sono rotte le acque prima che iniziasse il travaglio e quindi ero andata in ospedale per il monitoraggio, ma mi hanno rimandato a casa dicendomi che ci sarebbero volute ancora ore e ore“, ha raccontato Angelucci. “Diciamo che il tutto è proseguito in maniera molto veloce. Mi sono fidata dell'ostetrica che mi aveva seguito per tutta la gravidanza. Insomma ho aspettato finché era troppo tardi“. L'ambulanza non è arrivata in tempo, per cui Raffaele è nato a casa. “Ogni tanto mi riviene in mente la sensazione di scendere gli scalini davanti casa con mio figlio in braccio, con il cordone ombelicale ancora attaccato per arrivare fino all'ambulanza“. Poi ci sono state delle complicazioni per cui Margherita e Raffaele hanno passato cinque giorni in ospedale.

Sicuramente un'esperienza come questa lascia il segno. “Forse avrei anche avuto bisogno più di un supporto anche per questo motivo“, ha dichiarato Angelucci parlando dell'impossibilità di vedere la propria famiglia residente a Foligno, in Umbria. Lei è in Australia da nove anni.

Per la maggior parte della vita di Raffaele, Melbourne è stata in lockdown, rendendo ancora più difficile trovare supporto all'interno della comunità. “Raffaele è nato durante il quarto lockdown di Melbourne”.

“Tantissime attività di supporto che esistono per i genitori all'inizio sono state spostate online e quindi ovviamente non c'è stata la stessa rete di supporto“, ha raccontato Angelucci.

Angelucci ha subito richiesto un'esenzione per i suoi genitori e spera che possano venire a gennaio. “Mi sento anche un po' in colpa in realtà nei confronti dei miei genitori, per il fatto che si stanno perdendo dei momenti che non torneranno più“, ha aggiunto.

I suoi genitori avevano richiesto un visto turistico mesi fa, ma non gli era stato concesso.

Ilaria Giovannetti, originariamente di Terni, vive a Sydney ed è residente in Australia da 14 anni. Giovedì ha messo al mondo il suo secondo figlio.

“Sarebbe stato molto bello avere mia mamma vicino adesso“, ha affermato in un'intervista con SBS Italian due giorni prima del parto. I suoi genitori faranno a breve domanda per l'esenzione per poter venire in Australia il prima possibile.

“Io ero tra quelle che qualche mese fa aveva firmato e condiviso questa petizione attraverso i social network per chiedere al governo di aggiungere i nonni e quindi i genitori nella lista delle persone che potevano ottenere l'esenzione“, ha raccontato Giovannetti. “Quindi quando finalmente Scott Morrison ci ha fatto questo regalo sono stata molto molto contenta“.

Lucia Del Grosso, anche lei residente a Sydney, ha quattro figli, rispettivamente di quattro anni, tre anni, due anni e sei mesi. Oltre alle difficoltà da un punto logistico a gestire quattro bambini piccoli senza l'aiuto dei nonni, per Lucia è stato difficile far capire ai bambini come mai non potevano vedere i nonni.

“Il problema è che quando glielo vai a spiegare, i bambini sono affamati di notizie quindi non va più bene dire: “Non possono venire”, perché cominciano a chiedere: “Ma perché non possono venire? Ma perché il COVID? Ma perché?“. L'altro giorno mia figlia ha chiesto a mia mamma: “Nonna ora quando arrivi? Perché il COVID è finito e quindi potete venire””.

I suoi genitori contano di venire in Australia a marzo, per il compleanno dei bambini. “Pur di vedere i suoi nipoti mia madre farebbe qualunque cosa“, ha affermato Lucia.

Martina Maver, originariamente di Roma, ora vive a Sydney e ha una bimba di nove mesi e mezzo di nome Sofia. Malgrado le siano mancati moltissimo i suoi genitori, poter partecipare ad un mother's group prima del lockdown della Greater Sydney l'ha aiutata molto.

Per sua figlia, Maver ha cercato almeno di costruire una “relazione tecnologica“ con i nonni tramite video chat. “Mia figlia ha imparato che quando dico “Adesso parliamo con nonna”, ci mettiamo al computer e la saluta“, ha raccontato.

“Devo dire sicuramente che la pazienza che mia madre ha avuto e ha tuttora nel giocare con mia figlia tramite lo schermo ha contribuito molto a renderla una relazione più forte“. La nonna di Sofia le ha insegnato anche a dire qualche parola, come “mamma“.

Per paura che le regole cambino di nuovo, Maver ha prenotato due voli per Italia, uno per Natale e uno per Pasqua, mentre i suoi genitori contano di venire a Sydney il prossimo anno.

I genitori di cittadini o di residenti permanenti australiani che avranno come destinazione il NSW o il Victoria non dovranno fare la quarantena, secondo nuove regole annunciate venerdì dal premier del Victoria e la settimana precedente dal premier del NSW.

La definizione di genitori di cittadini australiani e residenti permanenti include: genitori biologici; genitori legali (anche adottivi); genitori acquisiti; suoceri.

Prima di poter viaggiare, le persone interessate dovranno richiedere un'esenzione di viaggio, tramite il portale dedicato sul sito di Home Affairs.

Bisognerà inoltre fornire prove di: cittadinanza australiana o la residenza permanente del proprio figlio adulto; relazione genitoriale con il cittadino australiano o residente permanente.

È possibile viaggiare in Australia solo se è stata concessa un'esenzione individuale o si è un parente stretto di: un cittadino australiano o un residente permanente australiano (titolare di visto permanente); un cittadino neozelandese che risiede abitualmente in Australia.

Viene considerato un parente stretto soltanto: un coniuge, un partner di fatto, un figlio a carico, un genitore/tutore legale di un figlio a carico, un genitore di un cittadino australiano adulto o residente permanente (dal 1° novembre 2021)”. (aise)

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