ROMA - Niente quorum per i referendum sulla Giustizia, i meno votati di sempre nella storia repubblicana. Circa il 21% degli italiani in Patria si è recato a votare ieri, domenica 12 giugno, con diverse percentuali da regione in regione, soprattutto in quelle dove si votava anche per il rinnovo degli organi elettivi di 971 comuni. All’estero la percentuale è ancora più bassa. Secondo i dati del Ministero dell’Interno – ancora non definitivi – i votanti all’estero sarebbero stati circa il 12% degli aventi diritto, cioè 4.736.205 persone. I quesiti referendari erano cinque: sulla “legge Severino” per l’incandidabilità dopo una condanna, sulla limitazione delle misure cautelari, sulla separazione delle carriere dei magistrati, sulla valutazione dei magistrati da parte dei membri laici dei consigli giudiziari e sulle firme per le candidature al Csm. Con lo scrutinio in corso, mentre in Italia i “Sì” sono avanti in tutti e cinque i quesiti, all’estero la risposta dei connazionali sembrerebbe stata diversa: “no” alla riforma della Severino, ad esempio, “sì” alla separazione delle carriere; “no” alla limitazione delle misure cautelari, “sì” ai membri laici dei consigli giudiziari e alle firme per le candidature al Csm. I dati, come detto, sono in aggiornamento: lo scrutinio delle schede dell’America Latina è appena iniziato. E proprio dall’America Latina è giunto ieri l’ultimo aereo che ha portato in Italia il materiale elettorale proveniente dal Venezuela e da Panama. Ad accoglierlo, all’aeroporto di Fiumicino, è stato il Direttore Generale per gli italiani all’estero della Farnesina, Luigi Maria Vignali: “le elezioni si sono tenute con regolarità, nonostante situazioni difficili per la pandemia e l’impatto della guerra, con l’invio delle schede dei referendum in ogni angolo del mondo, dalle Figi alle Barbados. Ringrazio di cuore il personale diplomatico e consolare della Farnesina, che con eccezionale spirito di servizio ha reso possibile questo fondamentale diritto costituzionale ai nostri cittadini nel mondo”. Le schede elettorali sono state inviate ai 4,8 milioni di elettori italiani all’estero in circa 180 Paesi nel mondo. Ambasciate e Consolati hanno organizzato i voli di rientro del materiale elettorale a Roma: tra venerdì 10 e domenica 12 giugno sono arrivati presso gli scali aeroportuali di Fiumicino 107 funzionari consolari su circa un’ottantina di diversi voli. Dello scrutinio delle schede degli italiani all’estero è competente la Corte d’Appello di Roma: questa dovrebbe essere l’ultima volta che le operazioni di voto si tengono nella sola Castelnuovo di Porto. Dalle prossime elezioni, le schede saranno smistate in 5 città: oltre a Roma, Milano, Firenze, Bologna e Napoli.
(aise)
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