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Quando scienza e arte si incontrano – di Fabrizio Intravaia


- “Si è aperta il 7 novembre (inaugurazione ufficiale l’11 dalle 17 alle 18:30), l’esposizione di acquarelli di Marta Cerruti intitolata “Une promenade dans le parc”. La mostra, in programma fino al 3 dicembre (orario 10-20), si tiene presso il Centro culturale “Art Neuf”, al 3819 av. Calixa Lavallée, Montréal, nel cuore del Parc Lafontaine. Nata, laureatasi e specializzatasi in chimica dei materiali a Torino, Marta, dopo aver terminato il suo Postdottorato tra la North-Carolina e Berkeley (California), si è trasferita a Montréal nel 2009 per assumere la cattedra di Ingegneria dei materiali presso l’Università McGill”. Chimica e ricercatrice all’Università McGill, ma anche acquarellista, Marta Cerruti è stata intervistata da Fabrizio Intravaia per il “Corriere italiano” che dirige a Montreal.

““All’università – spiega Marta, che unisce la sua professione di docente e ricercatrice alla passione per il disegno e l’arte – mi occupo, in particolare, di biomateriali ovvero di quei materiali che vengono inseriti nel corpo umano per aiutare a riparare delle parti del corpo umano che si sono rotte come, ad esempio, le ossa. Nel caso di una frattura e dipendentemente dal tipo di frattura, per guarire si possono applicare delle placche di titanio, si può ricorrere al “grafting”, ovvero al trapianto di un osso o parte di esso preso da un’altra parte del corpo oppure si creano dei materiali sintetici che in qualche modo possono imitare la struttura dell’osso e aiutarlo a ricrescere. È la cosiddetta “ingegneria dei tessuti”. Si può applicare a vari tipi di tessuti e io e il mio team di ricerca ci occupiamo principalmente dell’osso. Creiamo dei materiali che si chiamano “scaffold”, ovvero delle strutture porose in cui possono entrare delle cellule che mano mano cominciano a ricostruire una matrice ossea. Una volta ricostruita, lo “scaffold”, che comunque è un materiale sintetico, si degrada e scompare lasciando il campo all’osso che si è ricreato.

Sto lavorando molto anche su un materiale che si chiama grafene e che, attraverso varie elaborazioni, può agire nello stesso modo. Poiché la mia specialità è proprio la chimica delle superfici, da tempo – continua – studio anche un altro materiale, il biovetro, che trattato in un certo modo si trasforma nella stessa componente minerale che è nell’osso e che quindi è un ottimo materiale per delle riparazioni di ossa e denti. Per alcuni di questi materiali siamo ancora in fase sperimentale, per altri siamo in fase di applicazione clinica. In altre parole –aggiunge – mi occupo di interzione tra materiali, biologia e medicina, per questo il mio laboratorio si chiama “Bio interface lab”.

E gli acquarelli?

“Ho iniziato a disegnare con un insegnante privato, un mio amico di Montréal che si chiama Eberhard Froehlich, in seguito ad un periodo di “crisi” personale e lavorativa. Avevo un po’ perso i miei punti di riferimento e ho pensato che disegnare, che era una cosa che avrei sempre voluto fare ma che, a causa dei tanti impegni non facevo, mi avrebbe aiutato. Ed improvvisamente è come se qualcosa dentro di me si fosse aperta, il mio modo di vedere il mondo è cambiato. Facevo tantissimi schizzi, soprattutto dei mie due figli, poi piano piano il mio insegnante mi ha detto di aggiungere il colore. All’inizio è stato disastroso poi sono passata agli acquarelli e me ne sono innamorata.

Dipingo solo dal vero e quasi sempre all’aperto. E poiché abito vicino al Parco Lafontaine, il parco è diventato il mio soggetto preferito. Quando disegno o dipingo è come se mi “connettessi” con quello che sto ritraendo, sono molto concentrata sul momento.

Nel disegno c’è un aspetto intuitivo, il colore diventa intuizione e questo aspetto è molto diverso dal resto della mia vita professionale. Ma nel disegnare dal vivo bisogna anche fare attenzione a quello che ci circonda. È come se le due esperienze, quella artistica e quella scientifica, si unissero e si completassero l’una con l’altra. Inoltre, il fatto che sono una chimica delle supefici mi permette di “giocare” con gli acquarelli, con l’interazione tra i materiali che si utilizzano ovvero l’acqua, il colore e la carta. Quando dipingo, avverto un senso di assoluta libertà perché sono io che scelgo il soggetto da raffigurare e come raffigurarlo e questo aspetto lo vivo molto di più nell’arte che nella scienza; però questo mi dà la carica per tornare a fare quello che faccio dal punto di vista scientifico.

I miei soggetti preferiti – conclude Marta – sono la natura, gli alberi, le persone, i bambini, il parco giochi, una specie di interfaccia tra uomo e natura che poi, a pensarci bene, diventa anche un parallelo con il mio lavoro nel campo scientifico, dove i materiali sintetici che creiamo sono messi al servizio della natura umana”.

Info-mostra

Marta Cerruti sarà disponibile per incontrare i visitatori della mostra domenica 21 novembre, dalle ore 15 alle ore 16, oppure inviare una e-mail a: mcerruti@fastmail.fm

La metà del ricavato della vendita dei suoi acquarelli (da 500 a 1200$) sarà devoluto a “Les Impatients” (impatients.ca), un organismo che aiuta le persone affette da problemi mentali per mezzo dell’espressione artistica”. (aise)

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