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NUOVI COMITES E CGIE, COME CAMBIA LA RAPPRESENTANZA


Da una parte, rinforzare e proteggere la rappresentanza degli italiani all'estero all'interno del Parlamento italiano. Dall'altra, dare maggiore voce e credibilità alle istituzioni attorno alle quali i nostri emigrati si organizzano nei paesi di residenza, a partire dai Comites freschi di rinnovo per arrivare al Cgie. È su questo doppio binario che si è mosso l'incontro organizzato il 9 febbraio in Senato dal senatore Raffaele Fantetti tra parlamentari eletti all'estero e i nuovi Comites d'Europa, alcuni dei quali hanno avuto l'occasione di presentarsi per la prima volta dopo le recenti elezioni. Elezioni che entro aprile riguarderanno anche il Cgie: "Stiamo valutando quando calendarizzare il grande appuntamento del rinnovo del Consiglio generale degli italiani all'estero - ha spiegato il direttore generale per gli Italiani all’estero della Farnesina, Luigi Vignali - la data limite è il 23 aprile, la domenica precedente è Pasqua, probabilmente la data sarà il weekend del 9-10 aprile". Un incontro motivato da Fantetti con la necessità di riconoscere "il valore aggiunto degli italiani all'estero" soprattutto quelli presenti in Europa che "sono il 55% degli iscritti all'Aire, che parlano perfettamente l'italiano e sono ad appena due ore di volo dall'Italia, nonostante la percezione dell'italiano emigrato sia un po' diversa". Tante le istanze portate dai rappresentanti dei molti Comites che si sono alternati in conferenza (tra cui quelli di Bruxelles, Parigi, Budapest, Neuchatel, Berlino, Oslo e dell'Austria e della Polonia): tra queste, l'idea di "una distribuzione dei fondi per Paese" e non per singolo Comites, "per poter sviluppare iniziative regionali o nazionali (Benedetta Dentamaro del Comites di Bruxelles), rivedere e armonizzare le leggi elettorali degli italiani all'estero, recuperare il dialogo e l'autorevolezza con le istituzioni locali, "costruire progetti che possano recuperare i legami con le origini e attivare una mobilità virtuosa, non solo in uscita dall'Italia, ma anche di promozione" dei luoghi italiani (Oleg Sisi, del Comites di Parigi), ma anche semplicemente superare gli ostacoli burocratici posti dalla costituzione in forma giuridica nei diversi stati. Molti degli eletti all'estero hanno sottolineato come il recente rinnovo dei Comites sia giunto a 10 anni dal precedente dopo molte proroghe, un fatto "che fa perdere credibilità all'istituzione", come dice Elisa Siragusa. Massimo Ungaro spera che entro la fine della legislatura "si riesca a portare a termine la riforma dei Comites, la cui proposta è stata depositata alla Camera" e anche "l'introduzione della bicamerale per gli italiani all'estero" che servirebbe a rafforzare la presenza del mondo dell'emigrazione in un parlamento che, dalla prossima legislatura, vedrà un forte taglio dei rappresentanti. Ma, è il timore di Siragusa e Angela Schirò, i tempi sono ormai molto stretti, forse troppo: e anche il dibattito sulla nuova legge elettorale, secondo la deputata Pd, "non tira un'aria buona, considerando che l'ultima volta si era consentito ai residenti in Italia di candidarsi all'estero": per sconfiggere questo trend, conclude Schirò, "si tratta di unire le forze a tutti i livelli di rappresentanza". ISCRIVITI A SUPERCOMITES PER CONOSCERE I COMITES DI TUTTO IL MONDO

( IESTV.TV - 9colonne )


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