E’ stata pubblicata dall’Ambasciata d’Italia a Oslo un’edizione aggiornata della guida per gli investitori ed esportatori italiani in Norvegia nel settore agroalimentare, in particolare su pasta, vino, formaggi e prodotti ortofrutticoli. E’ la quindicesima della serie sotto forma di e-book. La nuova guida è ricca di dati e informazioni, ed intende offrire un quadro orientativo del mercato dei prodotti agroalimentari in Norvegia. Messi anche in evidenza il regime doganale e d’importazione, le certificazioni e i marchi biologici, e le possibilità presenti nel mercato norvegese per le nostre aziende del settore. La Norvegia, con 5,4 milioni di abitanti e un PIL di 416 miliardi di euro nel 2021, è un’economia avanzata e ha uno dei PIL pro capite più elevati dell’OECD (64.000 euro). La disoccupazione ha fatto registrare un tasso del 3,8% nel 2018 e del 3,7% nel 2019, in diminuzione anche rispetto al 4,1% del 2017. Si registra però un aumento dei livelli di disoccupazione nel 2020, causato della pandemia, anche se dopo il picco dei primi mesi, la disoccupazione sta tornando al livello del 2015. A spingere la ripresa economica nel 2021 sono state soprattutto le esportazioni che hanno superato 137 miliardi di euro. Il surplus della bilancia commerciale ha raggiunto 53 miliardi di euro, grazie soprattutto all’aumento delle esportazioni di petrolio e gas. L’attività economica e la gestione del territorio norvegese sono incentrate sulle attività legate al mare. L’industria norvegese è poco diversificata, e si basa su produzioni legate a elevati apporti energetici, come l’estrazione (67%), la produzione energetica (6%), l’industria manifatturiera (27%) nonché la lavorazione dei prodotti ittici e forestali e la cantieristica. L’estrazione e i servizi correlati sono il settore più importante e rappresenta il 67% della produzione totale, equamente diviso tra gas e petrolio. A causa delle condizioni climatiche e alla topografia del Paese, solamente il 3,5% della superficie è adibita alle attività agricole. La metà delle aree coltivate è adibita alla produzione di foraggio per l’allevamento del bestiame, che garantisce quasi la totalità della produzione di carne e latticini consumata nel Paese. Ancora più importante è il patrimonio forestale norvegese (38% del territorio) che alimenta i comparti industriali del legno e della carta. Il 70% dei boschi è considerato economicamente sfruttabile. La Norvegia eccelle nella pesca grazie a una flotta tecnicamente evoluta che le permette di occupare il decimo posto nel mondo per entità di pescato (soprattutto merluzzo e aringhe). L’area più pescosa è quella posizionata oltre il circolo polare artico, dove prevalgono il merluzzo e il nasello. I dati sull’interscambio commerciale con l’Italia nel 2021 mostrano un valore pari a 2,5 miliardi di euro. Sul fronte delle nostre esportazioni, il settore alimentare ha esportato merci in Norvegia per un valore di 248 milioni di euro nel 2021, mentre quello delle bevande ha superato 150 milioni. Le importazioni italiane dalla Norvegia sono invece ammontate a 1,8 miliardi di euro. Ne è quindi risultato un saldo favorevole all’Italia di 700 milioni di euro. La dieta mediterranea sta prendendo piede in Norvegia e il mercato offre notevoli possibilità di miglioramento. La crescita del consumo dell’olio d’oliva in Norvegia, sia per quanto riguarda la quantità consumate pro-capite che la qualità del prodotto, testimonia il crescente apprezzamento della cucina mediterranea. Il vino italiano ha un ottimo posizionamento in Norvegia e si trova in una condizione decisamente favorevole, soprattutto tra i vini rossi. Oltre il 90% del mercato del vino in Norvegia è controllato dal monopolio di Stato. Il Paese scandinavo si posiziona al sesto posto, prima della Cina, per importazione di vini italiani. Il valore delle importazioni di prodotti lattiero caseari in Norvegia è in costante aumento. Nel 2020 è stato pari a 121 milioni di euro e di 131 milioni di euro nel 2021. L’Italia si posiziona al terzo posto nella classifica dei paesi fornitori di formaggi, subito dopo la Francia e Danimarca, con un volume di affari di circa 16 milioni di euro. Le importazioni di salumi italiani in Norvegia sono raddoppiate nel periodo 2016–2019 e hanno raggiunto un valore annuo di circa 4,3 milioni di euro, su un totale di 17 milioni. Nel 2021 le importazioni dall’Italia hanno superato i 5,7 milioni su un totale di 18,5. La Norvegia, vista l’appartenenza allo Spazio Economico Europeo (SEE), non presenta problemi particolari per l’accesso al proprio mercato da parte degli operatori italiani. Vi sono tuttavia alcuni settori come quello agricolo o della pesca in cui persiste un regime di scambi non liberalizzato. Nel complesso, l’Italia detiene una quota dell’interscambio norvegese pari all’1,75%, posizionandosi all’undicesimo posto tra i principali partner commerciali della Norvegia, che sono nell’ordine: Regno Unito, Germania, Olanda, Svezia, Francia, Cina, Danimarca, Belgio, Spagna e Polonia. (Inform)
top of page
bottom of page
Comments