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“Nel nome del pane”: l’emigrazione dei fornai nella Costa Azzurra

Il passato fa lievitare il presente ed il futuro a Niella Tanaro, ai piedi della Langa ed ai confini con le colline del Monregalese, il "paese dei panettieri", che oggi conta un migliaio di abitanti.

Da Niella, negli anni Dieci e Venti del Novecento, durante i periodi di carestia e crisi economica, si recarono in Costa Azzurra, spesso a piedi, i primi fornai, che trovarono lavoro nei panifici, a Nizza e nell'area tra Mentone e Tolone (dove negli anni Trenta si contavano ben 300 "boulangerie" gestite dai panificatori niellesi).

Emigrazione economica che ebbe nuovo impulso nel secondo dopoguerra.

Cominciarono come garzoni, dormendo sui sacchi di farina, lavorando sodo, con abnegazione e laboriosità contadine. Con il tempo e tanti sacrifici, diventarono proprietari di molti forni. Grazie alla discendente di uno dei primi fornai niellesi, la giornalista televisiva Gèraldine Giraud-Manuello, che ha trovato il sostegno del sindaco Gian Mario Mina e dell'intera comunità niellese, questa emblematica storia di emigrazione piemontese non verrà mai dimenticata, attraverso il docufilm "Au nom du pain" ("Nel nome del pane"), già trasmesso con successo dalla tv France3 e proiettato lo scorso 15 luglio nell'area esterna del Teatro Sociale di Alba, a cura della Fondazione Radici.

È stata la prima proiezione fuori Niella Tanaro, dove nella scorsa estate "Au nom du pain" venne presentato in occasione della prima Festa del Pane.

“Il mio bisnonno Lodovico Manuello, detto "Vico", nel 1910 fu tra i primi ad emigrare in Francia. Raggiunse a piedi Nizza, attraversando la Valle Roya”, racconta con commozione Géraldine Giraud-Manuello, che ha lavorato come corrispondente della tv francese a New York, Roma e Parigi. “Quando ero bambina, venivo a trascorre le estati a Niella, nella casa dei nonni. Così come accadeva per molte altre famiglie niellesi emigrate in Francia. Mi sento metà francese e metà piemontese. Ho cominciato a lavorare a questo progetto nel 2007, partendo dai ricordi di famiglia, ed ho scoperto un "mondo", che non può e non deve essere mai dimenticato. Oltre al docufilm, di 52 minuti, ho raccolto un sacco di materiale: storie e fotografie che voglio pubblicare in un libro». Come la storia di Celestin Camilla, il garzone niellese che consegnava le pagnotte ai clienti in bicicletta. Andava così veloce (fu soprannominato "Lapin", coniglio) che sfidò i corridori della Costa Azzurra, vincendo molte corse e diventando ciclista professionista, con una buona carriera: partecipò al Tour de France e vinse una tappa della Vuelta spagnola. Il sindaco Mina ricorda che «lo scorso anno, alla Festa del Pane, oltre a tanti panificatori, ha partecipato il campione del mondo di pasticceria, Luc Debove, direttore dell'École Ducasse di Parigi, anch'egli discendente da emigrati niellesi. Tutti uniti nell'arte bianca”.

Tra le feconde iniziative collegate alla riscoperta del passato dei fornai niellesi emigrati in Francia, anche un progetto per lo studio, la produzione e l'utilizzo di una farina ricavata da un'antica varietà di grano locale.



(aise)

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