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La CIE nei Comuni anche per gli iscritti Aire: Garavini interroga Lamorgese

ROMA - Perché il Ministero dell’Interno non ha ancora implementato il servizio di rilascio della Carta di Identità Elettronica presso i Comuni italiani per gli iscritti all'Aire? È quanto richiede la senatrice Laura Garavini in una interrogazione al Ministro dell'interno Lamorgese. “L'anagrafe degli italiani residenti all'estero (AIRE), istituita con legge n. 470 del 1988, e a seguito del regolamento d'esecuzione di cui al decreto del Presidente della Repubblica n. 323 del 1989, - ricorda la parlamentare nella premessa – contiene i dati dei cittadini italiani che risiedono all'estero per un periodo superiore ai 12 mesi, sulla base dei dati e delle informazioni provenienti dalle rappresentanze consolari all'estero; l'iscrizione all'AIRE è un diritto-dovere del cittadino previsto dall'articolo 6 della citata legge e costituisce il presupposto per usufruire di una serie di servizi forniti dalle rappresentanze consolari all'estero e per l'esercizio di importanti diritti”. “Il decreto-legge n. 76 del 2020 ha spinto verso la digitalizzazione dei servizi della pubblica amministrazione, in particolare, introducendo una modifica al codice dell'amministrazione digitale, prevedendo che l'accesso ai servizi in rete erogati dalla pubblica amministrazione che richiedono identificazione informatica avvenga tramite sistema pubblico di identità digitale oppure tramite carta di identità elettronica (CIE); la digitalizzazione dei servizi pubblici – sottolinea Garavini – ha coinvolto anche gli italiani iscritti all'AIRE, anche attraverso l'erogazione all'estero della CIE, prevista dal decreto-legge n. 78 del 2015, recante "Disposizioni urgenti in materia di enti territoriali", attuato con decreto del Ministro dell'interno in data 23 dicembre 2015, col quale è stato regolato il processo di produzione della stessa, per il cui rilascio sono attualmente autorizzati i consolati, a seguito di richiesta presso gli uffici consolari stessi”. La senatrice eletta in Europa ricorda anche che “il "decreto milleproroghe" ha rinviato il termine per l'accesso ai portali on line della pubblica amministrazione esclusivamente tramite CIE, CNS o SPID da parte degli italiani all'estero, anche per via della difficoltà a ottenerne le credenziali; l'acquisizione dell'identità digitale e, in questo contesto, della CIE, resta un passaggio basilare per la digitalizzazione della pubblica amministrazione, in quanto consente al cittadino di accedere ai servizi on line in maniera semplice, sicura e rapida, e all'amministrazione di garantire il rispetto di alti standard di sicurezza in fase di autenticazione e di accesso ai servizi”. “I connazionali che vivono e lavorano all'estero – evidenzia Garavini – possono ottenere notevoli benefici dall'uso della CIE e deve essere loro riconosciuta pari dignità e parità di accesso alle opportunità che offre il Paese; i connazionali iscritti all'AIRE costituiscono una risorsa culturale ed economica molto importante per il nostro Paese, e, per ormai circa 5 milioni di persone, la rete consolare rappresenta l'unico vero punto di contatto con l'Italia; i nostri connazionali residenti all'estero mostrano di volere con forza mantenere una connessione col territorio italiano ed è fondamentale evitare che l'opportunità della svolta digitale determini disparità di trattamento rispetto a coloro i quali sono residenti in Italia”. Ad oggi “ai cittadini iscritti all'AIRE non è, al momento, possibile richiedere il rilascio della CIE presso i Comuni italiani di iscrizione, ma solo della carta d'identità cartacea; i consolati risultano particolarmente oberati dalle procedure di rilascio della CIE e la mancanza di un'alternativa di fatto comporta che i cittadini italiani residenti all'estero si trovino nell'impossibilità di ottenere la CIE, con conseguenti ricadute in termini di mancato accesso a servizi essenziali e mancato esercizio di fondamentali diritti”. Posto che “per molti cittadini italiani iscritti all'AIRE è usuale fare ritorno anche per lunghi periodi presso i comuni di origine ed è centrale consentire loro di effettuare le operazioni per l'ottenimento anche presso il Comune italiano di iscrizione all'AIRE”, Garavini chiede al Ministro “se sia a conoscenza dei motivi per i quali non sia stato ancora implementato il servizio di rilascio della CIE presso i Comuni italiani per gli iscritti all'AIRE e quali iniziative urgenti intenda porre in essere in tal senso”.



(aise)

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