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L’Usef accanto ai sindaci del mezzogiorno che rivendicano i “Recovery Sud”

PALERMO - Il divario tra Nord e Sud continua ad essere una palla al piede per il rilancio economico dell’intera Italia e resta tutto lì a testimoniare la cattiva gestione di tutti questi anni quando non si sa che fine abbiano fatto i tanti miliardi messi a disposizione per il Mezzogiorno. Un Sud che ancora oggi non ha le necessarie infrastrutture per la mobilità, ha un deficit nella sanità, continua a perdere le forze migliori perché i giovani lasciano la propria terra a beneficio di altre zone che ne godono i frutti.

Queste alcune delle motivazioni che l’USEF – l’Unione Siciliana Emigrati e Famiglie, per bocca del suo presidente, Salvatore Augello, ha spiegato per evidenziare la propria vicinanza ai Sindaci del Mezzogiorno italiano che rivendicano i “Recovery Sud”.

“In passato il Sud si è dissanguato a beneficio di un Nord che sviluppava le proprie industrie con la manodopera che veniva dalle regioni agricole del Mezzogiorno che restavano incolte o venivano restituite ai latifondisti, che spesso li cedevano in affitto a quei campieri che opprimevano i mezzadri, i braccianti, gli affittuari, ai quali imponevano le loro regole – ha dichiarato Augello -.

E mentre il Nord si sviluppava e si arricchiva, contemporaneamente disprezzava i terroni ai quali negava ad esempio la casa. Vi ricordate i cartelli che dicevano “si affitta casa ma non a meridionali”? Come si dice dalle nostre parti “curnuti e bastuniati”. Un razzismo che ancora oggi si ritrova anche in movimenti politici che si candidano a governare l’Italia”. “Oggi – ha sottolineato il presidente dell’USEF -, finalmente 323 amministratori e sindaci delle zone più povere di questa nostra Italia, con uno scotto di sano orgoglio, si sono riuniti ed hanno elaborato un documento, un’agenda, un decalogo di richieste dirette alle coalizioni che si candidano a governare l’Italia dopo le elezioni del 25 settembre prossimo. Un decalogo con il quale chiedono assunzioni per i comuni tutti sotto organico e spesso privi di figure apicali, provvedimenti atti a fare ritornare i tanti cervelli che se ne vanno e che mettono in pericolo il futuro di queste zone che già hanno dato tanto”. Secondo Augello c’è anche “un’interessante richiesta” nel documento, ossia quella “di non parlare più di economia differenziata considerati i limiti ingigantiti prodotti in quei settori dove già si applica, vedi ad esempio la sanità. Al suo posto ormai messo in seria discussione dalla pandemia che ha permesso di evidenziare limiti del passato e nuovi indirizzi da seguire, i sindaci propongono una premialità ed incentivi per sviluppare forme di cooperazione tra comuni del Nord e comuni del Sud”. “Una politica degna di tale nome – ha evidenziato Augello - per attirare investimenti al Sud anche da quelle industrie che dal Sud hanno preso per poi andarsene. Vedi la vicenda della FIAT di Termini Imerese per esempio. Un intervento massiccio nel campo del sociale ed in quello del turismo oltre che a prevedere provvedimenti per le zone interne che sono quelle che più soffrono il processo di spopolamento.


Questi ed altri i provvedimenti previsti nel decalogo predisposto dall’Agenda che prevede i Recovery Sud e che porta la firma di alcuni sindaci che si sono fatti promotori del progetto. Sindaci che amministrano comuni delle regioni più povere che si posizionano negli ultimi posti della graduatoria del PIL relativo alle 20 regioni italiane”. Tra le firme dei promotori risulta esserci anche quella della sindaca di Alessandria della Rocca, Giovanna Bubello, componente del Consiglio Generale dell’USEF recentemente eletto nel corso del 14° congresso dell’associazione.

“L’USEF, che da sempre si batte per il Sud, per i milioni di italiani che hanno lasciato la propria terra, non può restare estranea a questi movimenti rivolti a produrre benessere, uguaglianza, legalità e progresso, democrazia e servizi sociali per le zone meno fortunate che hanno già pagato un notevole presso all’unità d’Italia e che continuano a pagare un prezzo per la loro marginalità e per l’incapacità dello stato a vincere la lunga ed estenuante guerra con la malavita e la corruzione che sono state e malgrado tutti gli sforzi, continuano ad essere grande remora per lo sviluppo, il benessere e la stessa democrazia”, ha concluso Augello.



(aise)


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