L’Apo elegge Paola Del Din presidente onoraria della associazione
- 7 dic 2021
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L'Assemblea dei soci della Associazione Partigiani Osoppo ha acclamato la professoressa Paola Del Din presidente onoraria del Sodalizio. L'Assemblea convocata per il rinnovo delle cariche sociali è stata presieduta da Giancarlo Cruder, ex presidente della Regione Friuli Venezia Giulia e socio dell'APO, e ha confermato Roberto Volpetti alla carica di presidente.
Il Consiglio Direttivo sarà formato da Roberto Tirelli, Carla Toros, Lorenzo Marzona, Giuseppe Basso, Enrichetta Del Bianco, Ferruccio Anzit, Lucio Londero, Mario Bertoni, Giuseppe D'Anzul e Gianni Tosini.
Il Collegio dei Revisori sarà formato da Graziano Citossi, Tazio De Gregori, e Paolo Marseu (revisori effettivi) e Gianni Ciani e Giuliano De Colle (revisori supplenti). Compongono il Collegio dei Probiviri Armando Celledoni, Petruta Soare ed Edi Colaoni (Probiviri effettivi) mentre Simone Bressan sarà probiviro supplente.
L'Assemblea dei soci ha inoltre approvato alla unanimità una mozione in cui sono stati espressi gli orientamenti ideali che la Associazione vuole portare avanti nel prossimo triennio di attività.
Il Presidente Volpetti ha espresso soddisfazione per il dibattito che si è svolto nel corso della Assemblea e che ha invitato tutti i presenti a condividere gli ideali e gli orientamenti della Associazione che nei prossimi mesi compirà il 75° anniversario della fondazione, ma che si pone con serietà la domanda sul proprio ruolo e sul significato della propria presenza.
Il testo della mozione
"Gli iscritti alla Associazione Partigiani Osoppo Friuli riuniti in Assemblea, sentita la relazione del Presidente e del Consiglio Direttivo uscenti,
Rinnovano la gratitudine verso i tanti uomini e donne che nei venti mesi della Guerra di Liberazione si sono sacrificati per la nostra libertà; quasi mille sono stati i patrioti osovani che hanno perso la vita, molti altri hanno subito laceranti ferite nel corpo e nello spirito. Tutti si sono sacrificati con dedizione, affrontando freddo, fame, paura. È grazie al loro impegno, unito a quello di altri patrioti e degli eserciti Alleati, che da decenni possiamo godere di un benessere economico e sociale che hanno pochi eguali nella nostra storia millenaria.
Guardano con orgoglio alla storia della Associazione che è ormai prossima a festeggiare il 75° anniversario della sua fondazione. Le attestazioni di stima e di considerazione provenienti da ogni ambiente, istituzionale, culturale, politico e sociale anche a livello nazionale, se da un lato ci rendono orgogliosi, dall’altro ci interrogano su quella che è la nostra responsabilità, soprattutto nei confronti delle giovani generazioni. Consci di questa responsabilità e del fatto che molti guardano a noi come esempio e testimonianza, l’Assemblea dei soci vuole ribadire quelli che sono gli ideali che hanno guidato gli osovani nella lotta per la libertà negli anni della guerra e negli ormai 76 anni trascorsi dal giorno della Liberazione.
Ricordano a ogni cittadino della nostra Italia che la libertà è il primo e supremo bene di ogni uomo, ma è un valore che non può reggersi da solo bensì solo in armonia con altri importanti valori che lo alimentano e lo sorreggono cosicché la libertà trova il suo giusto equilibrio all’interno dei rapporti che legano una collettività che, nella sua dimensione più ampia, assume il nome di Patria, ovvero una comunità di milioni di persone che si riconoscono in una lingua, una cultura ed una storia comune e condivisa.
Ricordano a tal proposito e si uniscono alla recente rievocazione del centenario del Milite Ignoto che ha rappresentato un ricordo non rivolto ad esaltare la tragica realtà della guerra, ma a rinnovare quel sentimento di pietà e di rispetto che cento anni fa riunì tutti gli italiani che si ritrovarono a milioni lungo il tragitto che da Aquileia giungeva all’Altare della Patria per rendere omaggio alla salma del Soldato Ignoto e con lui a tutti i caduti.
Constatano con preoccupazione la grave situazione in cui il nostro Paese versa dopo decenni di strumentalizzazioni ideologiche e di parte che hanno causato la grave compromissione di un enorme patrimonio ideale, spirituale, umano, economico e sociale frutto di un impegno secolare della nostra gente con il risultato che, a fronte di innegabili quanto encomiabili esempi di dedizione da parte dei singoli (che per fortuna sussistono sempre), prevale purtroppo un diffuso senso di disillusione e disimpegno adagiato passivamente su di uno statalismo prigioniero di un burocratismo formalistico, esasperato, privo di effettiva sostanza che finisce per bloccare ogni forma di autonomia e di libera iniziativa, con il risultato di depauperare non solo le fonti della ricchezza reale, ma anche la spirito d’iniziativa, base del progresso e della salute di ogni società, finendo così per alimentare frodi e inganni in ogni ambiente esasperando il conflitto sociale, le contrapposizioni, le diseguaglianze e l’invidia fra i cittadini.
Ricordano la grande lezione di libertà che la Osoppo ha offerto al nostro Friuli e all’Italia intera, ovvero che la risposta più efficace e risolutiva alla violenza e alla oppressione viene offerta da un popolo che si organizza e difende i propri valori anche con le armi, quale extrema ratio, ma senza mai lasciarsi trascinare nel vortice della violenza che caratterizza e trova alimento nelle ideologie totalitarie e in tutto ciò che è incompatibile con la democrazia.
Ricordano altresì che la storia del Novecento deve insegnare che tutti i sistemi politici e sociali basati su ideologie liberticide che impediscono il costruttivo confronto fra le persone e la dialettica politica democratica sono destinati inevitabilmente a condurre alla rovina gli uomini ed i popoli.
Confidano che gli innegabili esempi di dedizione, impegno, sacrificio e solidarietà che nonostante tutto continuano ad essere presenti e diffusi nel nostro tessuto sociale, eredità di una secolare storia e cultura cristiana, possano prevalere sulle spinte all’egoismo, all’invidia sociale, all’imposizione di un pensiero unico, all’intolleranza, al soffocamento di ogni dibattito sfociando in quella violenza non solo verbale che purtroppo trova ogni giorno più spazio.
Invitano le persone responsabili a livello, politico, ma anche culturale, sociale, educativo, religioso, e quelle impegnate nel mondo dell’informazione e dei mass media a riflettere sulla gravità della situazione del nostro Paese, non solo e non tanto a livello economico, quanto piuttosto a livello di coscienza di appartenenza ad un popolo con una propria storia, con radici profonde e solide. La gravità di tale situazione si può cogliere anche nella drammatica emergenza educativa e culturale dei nostri giovani che sono sottoposti a pressioni ideologiche e mediatiche soffocanti volte a condizionare lo sviluppo di un vero, libero e maturo pensiero imponendo loro giudizi e valutazioni calati dall’alto da grandi gruppi di pressione e d’interesse politico ed economico. È pertanto il campo educativo il vero teatro sul quale combattere la battaglia decisiva su cui fondare il riscatto nazionale. Ricordano a tal fine la testimonianza offerta da grandi personalità che nel dopoguerra si assunsero il compito di recuperare e formare un popolo partendo proprio dalle giovani generazioni che rischiavano di sprecare la loro vita lungo le strade alle quali la povertà di affetti, di cultura, di risorse e di un’educazione libera, responsabile e rispettosa spesse volte costringono. È in questo modo che si poté far ripartire un paese distrutto e avvilito. Ricordiamo in particolare fra gli altri don Emilio de Roja, il patriota “Adolfo” della Osoppo Friuli, che fondò la Casa della Immacolata di Udine fedele al motto “Costruire sempre” scelto proprio per indicare una disposizione d’animo rivolta a partire da un positivo atteggiamento da cui costruire per il bene di tutti partendo dal bene dei più bisognosi. Ritengono che il motto di don Emilio “Costruire sempre” assieme al nostro motto “Pai nestris fogolârs” esprimono tutt’ora con profonda attualità in maniera sintetica il nostro sentire e la nostra speranza confidando che divengano il sentire e la speranza di ogni italiano.
Invitano tutti a condividere tali sentimenti e ad adoperarsi per il futuro della nostra Italia e di una Europa che deve riscoprire il senso della propria identità con il coraggio di scelte responsabili che, andando contro le mode e gli interessi di parte, si ricolleghino ai grandi valori dei Padri fondatori.
Invitano in particolare la Federazione Italiana Volontari della Libertà e le Associazioni ad essa aderenti a rinnovare la grande storia ideale che le ha caratterizzate nel corso di questi decenni e a rappresentare in modo adeguato la storia di libertà che ha unito la formazioni autonome, di ispirazione patriottica e cattolica; invitano in particolare ad esprimere, con il coraggio che fu dei nostri padri, la nostra concezione della vita e del vivere sociale, nella piena consapevolezza che più che mai oggi c’è bisogno di soggetti che abbiano a cuore anzitutto la libertà, l’educazione, la responsabilità e l’impegno di ciascuno respingendo con fermezza interpretazioni ideologiche e totalitarie, qualunquiste e prive di valori L’Osoppo certo rimarrà fedele a questo insegnamento”.
(aise)






























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