L’Accordo UE–Mercosur: Un ponte storico tra Europa e America Latina
- 2 giorni fa
- Tempo di lettura: 4 min
L’Accordo UE–Mercosur: Un ponte storico tra Europa e America Latina
Di Renata Bueno, ex-parlamentare italiana e avvocata specializzata in diritto internazionale.
Guarda che video:
In un mondo sempre più interconnesso, in cui il commercio globale detta il ritmo delle economie e la geopolitica ridefinisce le alleanze, l’Accordo di Partenariato UE–Mercosur emerge come un punto di svolta. Come ex-parlamentare italiana e avvocata impegnata nelle relazioni internazionali, considero questo patto più di un semplice trattato commerciale: è un’opportunità concreta per avvicinare tradizioni millenarie e aspirazioni moderne di due continenti. Per brasiliani, italiani e per l’intera popolazione dell’America Latina, l’accordo rappresenta l’inizio di una nuova fase di cooperazione. In questo articolo spiego che cosa è l’Accordo UE–Mercosur, quali Paesi ne fanno parte, quali aree copre e perché è tornato al centro del dibattito in questo novembre 2025. Termini come “spiegazione Accordo UE–Mercosur”, “Paesi Mercosur e UE” e “stato attuale dell’accordo Mercosur–Europa” sono tra i più cercati del momento — e non a caso. Dopo 25 anni di negoziati, il patto è più vicino che mai a diventare realtà, stimolando esportazioni, innovazione, sostenibilità e sicurezza geoeconomica.
L’Accordo di Partenariato UE–Mercosur è un trattato ampio di libero scambio e cooperazione biregionale. Avviato nel 1999 durante il Vertice del Mercosur a Rio de Janeiro, mira a eliminare barriere tariffarie e non tariffarie, rafforzando allo stesso tempo aree strategiche come lo sviluppo sostenibile, l’innovazione tecnologica e i diritti umani. Nella pratica, il patto ha il potenziale per integrare un mercato di oltre 780 milioni di persone con un PIL combinato superiore a 20 trilioni di euro. Per il Brasile e l’America Latina rappresenta un maggiore accesso ai mercati premium europei; per l’Italia e l’UE offre diversificazione dei fornitori e una riduzione delle dipendenze geoeconomiche — in particolare dalla Cina per l’acquisizione di minerali critici.
Dopo decenni di avanzamenti e battute d’arresto — incluso un “accordo politico” nel 2019, successivamente bloccato per preoccupazioni ambientali e agricole — lo scenario attuale è di forte accelerazione. Nel dicembre 2024, i blocchi hanno annunciato la chiusura del testo finale, incorporando salvaguardie per i settori sensibili, come l’agricoltura europea. Durante la COP-30 a Belém, il 5 novembre, il presidente Lula e la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen hanno ribadito l’ottimismo circa la firma dell’accordo prevista per il 20 dicembre, al Vertice del Mercosur a Rio de Janeiro, chiudendo un ciclo iniziato 26 anni fa. Allo stesso tempo, il 2025 è l’anno decisivo per la ratifica: nel Mercosur, i parlamenti nazionali devono approvare il testo; nell’Unione Europea è necessaria una maggioranza qualificata tra i 27 Stati membri. Non sorprende che il Vertice UE–Celac, tenutosi a novembre a Santa Marta, in Colombia, abbia concentrato le sue discussioni su questo tema, con un ruolo di rilievo per leader come António Costa e Gustavo Petro.
La congiuntura geopolitica contribuisce a questo slancio: la rielezione di Donald Trump ha riacceso timori di politiche protezionistiche negli Stati Uniti, spingendo l’UE ad accelerare partenariati strategici. Germania e Spagna vedono nel Mercosur un fornitore cruciale di litio e minerali essenziali per la transizione verde, mentre in Sudamerica l’accordo appare come una risposta all’instabilità politica regionale e uno strumento per rafforzare l’unità del blocco. Persistono tuttavia resistenze — soprattutto dalla Francia, guidata da Emmanuel Macron, che esprime preoccupazioni per gli impatti sul settore agroalimentare europeo.
In contrasto, i sostenitori del trattato, come la Confederazione Nazionale dell’Industria (CNI), evidenziano benefici quali modernizzazione produttiva, resilienza economica e rafforzamento delle catene produttive sostenibili. Il momento è decisivo: si prevede che la parte commerciale dell’accordo possa entrare in vigore già nel 2026, portando effetti diretti per consumatori e imprese — da una maggiore presenza di prodotti europei sugli scaffali brasiliani all’aumento dell’esportazione di etanolo verde verso l’Europa.
L’accordo unisce due blocchi centrali del commercio globale. Da un lato il Mercosur, composto da Brasile, Argentina, Paraguay, Uruguay e Bolivia (membro a pieno titolo dal luglio 2024), un blocco con forte capacità agricola e industriale e detentore di alcune delle più grandi riserve di biodiversità del pianeta. Dall’altro, i 27 Stati membri dell’Unione Europea — tra cui Italia, Germania, Francia, Spagna e Paesi Bassi — che negoziano in modo unificato sotto la guida della Commissione Europea. Questa unione crea un ponte transatlantico con benefici economici, sociali e culturali che raggiungono dagli agricoltori brasiliani agli artigiani italiani.
Il trattato copre ambiti ampi e strategici. Nel commercio di beni, prevede l’eliminazione delle tariffe sul 91% delle esportazioni del Mercosur verso l’UE e sul 92% nel senso inverso, oltre a quote specifiche come 99 mila tonnellate di carne bovina e 450 mila tonnellate di etanolo. Si stima che le esportazioni brasiliane possano crescere fino allo 0,8% del PIL.
Nei servizi e negli investimenti, l’accordo facilita i flussi verso settori come telecomunicazioni, energie rinnovabili e turismo, permettendo alle imprese italiane di ampliare la loro presenza nelle infrastrutture brasiliane e favorendo un maggiore investimento in innovazione in America Latina. In materia di sviluppo sostenibile, rafforza gli impegni previsti dall’Accordo di Parigi, dalla Convenzione sulla Biodiversità e dalle norme dell’OIL, introducendo meccanismi di monitoraggio ambientale basati su dati locali e promuovendo catene produttive sostenibili con l’inclusione di piccoli produttori e popolazioni indigene.
Nel campo della parità di genere e dei diritti umani, il trattato innova includendo clausole specifiche per promuovere la partecipazione femminile nel commercio e la protezione sociale. Sul piano della cooperazione politica e tecnica, stabilisce un dialogo permanente sulla democrazia, il multilateralismo e l’assistenza all’attuazione dell’accordo, avvicinando ulteriormente le società europee e latino-americane e rafforzando il ruolo della numerosa comunità italiana in Brasile.
Come italo-brasiliana che vive in Italia da oltre vent’anni, con radici che collegano il Vecchio e il Nuovo Mondo, considero l’Accordo UE–Mercosur un precursore di una nuova era di partenariati internazionali. Esso apre la strada a progressi con l’EFTA (Svizzera, Norvegia, Islanda e Liechtenstein) e a futuri accordi con l’Asia e l’Africa. Per i brasiliani rappresenta occupazione e modernizzazione; per gli italiani nuovi mercati per moda, design ed enogastronomia; per l’America Latina significa integrazione regionale e proiezione globale. In tempi di incertezza, questo patto non è solo economia — è un invito all’unità.
Come avvocata, sostengo che la sua attuazione debba essere guidata da trasparenza ed equità, affinché i benefici raggiungano tutti: dalle campagne paraguaiane alle vigne toscane. Questo articolo inaugura una serie dedicata all’Accordo UE–Mercosur. Nei prossimi testi analizzerò gli impatti settoriali, le sfide della ratifica, le opportunità per i brasiliani in Italia e il modo in cui la cittadinanza italiana può diventare un ponte ancora più forte in questo nuovo scenario globale.































Commenti