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In Commissione Esteri esame del provvedimento ratifica ed esecuzione “Trattato del Quirinale"


La Commissione Esteri della Camera dei deputati ha iniziato l’esame del provvedimento di ratifica ed esecuzione del Trattato di cooperazione bilaterale rafforzata tra Italia e Francia – il cosiddetto “Trattato del Quirinale”, – fatto a Roma il 26 novembre 2021.

Ad illustrare il provvedimento la relatrice Lia Quartapelle Procopio che ha ricordato come l’intesa si collochi “nella cornice di un rilancio del processo d’integrazione europea con l’affermazione di una dimensione franco-italiana accanto al lungo e collaudato sodalizio franco-tedesco quali fulcri della stabilità e del rilancio del disegno europeo”.

Un rilancio che si determina all’indomani dell’uscita del Regno Unito dall’Unione europea, che ha modificato l’equilibrio dei rapporti tra i principali Stati membri, e in parallelo al rinnovamento dell’alleanza franco-tedesca, con il Trattato sottoscritto ad Aquisgrana il 22 gennaio 2019, dal presidente francese Emmanuel Macron e dalla allora cancelliera tedesca Angela Merkel. Quartapelle sottolinea in particolare come quest’ultimo abbia costituito un riferimento per lo stesso Trattato del Quirinale, anche se numerosi sono i differenti “punti qualificanti” dell’intesa italo-francese, “a partire dallo spazio riservato alle questioni agricole ed agroalimentari, con un’attenzione specifica alla protezione delle indicazioni geografiche e delle denominazioni d’origine – ricorda la relatrice.

Il Trattato testimonia dunque una “decisa ripresa dei rapporti tra Roma e Parigi”, “fondata su una base strutturale piuttosto forte – sottolinea Quartapelle, ricordando i “diversi gruppi industriali a partecipazione mista francese e italiana nei settori spaziale, navale, aeronautico, elettronico, automobilistico e ottico, che nel complesso impiegano oltre 600 mila lavoratori”, “il buon numero di gruppi economici italiani con investimenti in Francia – nei settori assicurativo, turistico, alimentare e della ristorazione, con all’incirca 240 mila addetti”, e la “ben più cospicua presenza francese in aziende operanti in Italia nei settori finanziario e bancario, della moda, della telefonia, della grande distribuzione, che complessivamente impiegano circa 1 milione e 700 mila addetti”.

“Il Trattato del Quirinale – prosegue la relatrice – ha lo scopo di collocare le relazioni tra l’Italia e la Francia nell’ambito di un quadro istituzionalizzato che ne strutturi e rafforzi i contenuti, attraverso un metodo e una prassi di consultazione che valorizzino le sinergie tra le rispettive posizioni e preservino il dialogo anche quando le posizioni di merito rimangano differenti”. Si segnala poi come tale cooperazione sia strutturata a più livelli – anche tra le rispettive rappresentanze diplomatiche presso Stati terzi e le principali organizzazioni internazionali – e investe “ambiti rilevantissimi delle politiche pubbliche dei due Stati, dalla politica estera alla sicurezza e difesa, con la previsione di un Consiglio italo-francese di difesa e sicurezza; giustizia e affari interni, con un meccanismo di concertazione rafforzata su asilo e migrazioni, forme di concertazione periodica in materia di sicurezza e consultazioni regolari tra i due Ministeri della giustizia; cooperazione economica e industriale con la creazione di un forum di consultazione, con distinti segmenti, tra il Ministero francese dell’Economia e i Ministeri italiani dell’Economia e delle finanze e dello Sviluppo economico, per le parti di rispettiva competenza; trasporti, con la creazione di un dialogo strategico sui trasporti; istruzione, università e ricerca con un incontro ministeriale biennale aperto a operatori pubblici e privati della ricerca”. È previsto, inoltre, un Comitato di cooperazione frontaliera, con compiti consultivi e propositivi.

L’obiettivo è dunque far compiere “un salto di qualità nelle relazioni bilaterali”, mantenendo “uno stretto raccordo sui principali argomenti della politica europea e internazionale”, anche in considerazione dell’interdipendenza tra gli Stati prepotentemente emersa con la pandemia.

Quanti ai contenuti più specifici, nella parte dedicata agli Affari esteri, le parti si impegnano a sviluppare il coordinamento tra loro e a favorire la sinergia tra le rispettive azioni a livello internazionale, in particolare su tutte le questioni che influiscono sulla sicurezza, sullo sviluppo, sull’integrazione, sulla pace e sulla tutela dei diritti umani nella regione mediterranea, anche attraverso meccanismi stabili di consultazioni rafforzate.

In materia di sicurezza e difesa, è prevista una serie di impegni nel quadro dei comuni sforzi volti al mantenimento della pace e della sicurezza internazionale, tra i quali la cooperazione e gli scambi sia tra le proprie Forze armate sia sui materiali di difesa sia sulle attrezzature; lo sviluppo di sinergie ambiziose sul piano delle capacità e su quello operativo; la consultazione regolare sulle questioni trattate dall’Unione europea e dall’Alleanza Atlantica e il coordinamento ove possibile delle rispettive posizioni; il rafforzamento e la cooperazione tra le rispettive industrie di difesa e sicurezza.

Per quanto riguarda gli Affari europei, è previsto che le parti si consultino regolarmente in vista del raggiungimento di posizioni comuni nelle questioni europee di interesse di entrambe, in particolare nei principali settori della politica economica europea, e favoriscano iniziative congiunte per una maggiore partecipazione dei cittadini al processo decisionale europeo, sempre nell’ottica del rafforzamento delle Istituzioni europee e della difesa dei valori fondanti del progetto europeo.

In materia di politiche migratorie, giustizia e affari interni, le parti rafforzeranno la loro cooperazione per una riforma della politica migratoria e d’asilo europea basata sui principi di responsabilità e solidarietà condivise tra gli Stati membri, per la prevenzione e il contrasto delle minacce criminali transnazionali, in materia di protezione civile e tra le rispettive amministrazioni giudiziarie, e assicureranno un coordinamento costante nel settore dell’assistenza giudiziaria in materia penale della consegna di persone. Al fine di perseguire questi obiettivi, sono previsti incontri, a cadenza regolare, sia tra magistrati e operatori del diritto, sia tra rappresentanti delle rispettive Forze di polizia. È prevista anche la costituzione di un’unità operativa italo-francese nel quadro della cooperazione tra le rispettive Forze di polizia, mentre per la cooperazione economica, industriale e digitale, le parti si impegnano a facilitare gli investimenti reciproci, a intensificare le collaborazioni industriali bilaterali e ad approfondire la cooperazione in settori strategici per il rafforzamento della transizione digitale europea.

Un articolo è dedicato anche allo sviluppo sociale, sostenibile e inclusivo e comprende una serie di obiettivi come il sostegno di politiche per una piena parità tra uomini e donne, la lotta contro tutte le discriminazioni, la povertà e l’esclusione sociale, l’impegno contro il dumping sociale e per la protezione delle persone vulnerabili, e per lo sviluppo sostenibile. Ai più generici impegni di integrare la protezione del clima in tutte le politiche e ridurre le emissioni prodotte dai trasporti si affiancano quelli più specifici di fare del Mediterraneo un mare pulito, di favorire la resilienza del sistema agricolo e agro-alimentare e di proteggere e promuovere le denominazioni d’origine e le indicazioni geografiche registrate nell’Unione europea.

Viene riconosciuta anche l’importanza della cooperazione bilaterale nel settore spaziale, anche in un quadro europeo, e le parti si impegnano a promuovere la cooperazione bilaterale a livello industriale, scientifico e tecnologico e a rafforzare la competitività dell’industria spaziale dei due Paesi, compresa quella concernente l’accesso allo spazio.

In materia di istruzione e formazione, ricerca e innovazione, oltre a considerare l’impegno a favorire la mobilità tra i due Stati in questi settori, si prevede che le parti favoriscano la diffusione e il reciproco apprendimento delle rispettive lingue, si adoperino per una cooperazione sempre più stretta tra i loro rispettivi sistemi di istruzione, rafforzino la collaborazione universitaria anche promuovendo la partecipazione delle istituzioni di istruzione superiore italiane e francesi al progetto delle università europee, potenzino i rapporti di collaborazione nell’ambito delle grandi infrastrutture di ricerca e sostengano l’innovazione in tutti gli ambiti essenziali per il futuro e la competitività.

Il Trattato prevede inoltre l’istituzione di un “servizio civile italo-francese” e di un Comitato di cooperazione frontaliera.

Quartapelle conclude segnalando come questa intesa sia uno degli atti più importanti della corrente politica estera del nostro Paese e abbia generato “molte aspettative, soprattutto da parte dell’opinione pubblica e nella business community dei due Paesi”, essendo stato percepito come un’occasione di sviluppo e strumento di facilitazione messo in campo dai rispettivi governi.

“Sul piano politico-diplomatico, la fondamentale posta in gioco del Trattato – ribadisce la relatrice – è sancire un nuovo corso politico di convergenza fra Italia e Francia nell’ambito dell’Unione europea e favorire ulteriori forme di cooperazione, meccanismi in grado di sfruttare e governare assieme una fase di straordinaria crescita comune, ovvero un gioco a somma crescente nel quale le sinergie sono premiate e incentivate”.

Il presidente della Commissione Paolo Formentini conviene con la proposta della relatrice di proseguire con un’ulteriore approfondimento dell’esame, e sollecita i Gruppi a fare pervenire le proprie richieste di audizioni sul tema.

Il seguito dell’esame è rinviato quindi ad altra seduta. (Inform)

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