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Grande successo a New York per la prima edizione dell’Italian Community Resource Fair


Grande successo e partecipazione numerosa per la prima edizione della Italian Community Resource Fair. Accolta come una grande opportunità per la comunità italiana di New York, la fiera è stata organizzata da Deborah Cortigiani, co-fondatrice di English Language Solutions, Francesca Di Matteo, fondatrice di StrategicA Communication, e Claudia Carbone, avvocato di diritto societario, con lo scopo di aiutare gli italiani della Big Apple a indirizzare al meglio le loro abilità professionali e personali in un mercato complesso e competitivo come quello americano.

In apertura della Fiera, i saluti istituzionali da parte del console Cesare Bieller che, complimentandosi con le organizzatrici, ha sottolineato l'importanza di fare “sistema“.

“Apprezziamo molto l’impegno di alcuni italiani che si mettono insieme per organizzare qualcosa di così utile”, ha detto Bieller. “È importante per chi arriva sentire la voce di chi è qui da tanto tempo, di chi ce l’ha fatta. Noi, come Consolato, sosteniamo il modo di fare “sistema“ soprattutto dopo due anni di isolamento, quindi non possiamo che congratularci per questa iniziativa. Mi auguro che sia la prima di molte edizioni”.

“Grazie per questo invito. Sono qui in rappresentanza del sindaco di New York per quanto riguarda l'immigrazione”, ha esordito Jannet Ramirez, Community Services representative mayor's Office of Immigration Affair. “Il nostro obiettivo è quello di informare le diverse comunità presenti nei cinque distretti di New York dei loro diritti. Ad esempio, puntiamo molto sul tema della salute e del sistema sanitario per chiunque abiti a New York grazie al progetto NYC care. Oggi è il mio giorno libero, ma ci tenevo ad essere presente a questa iniziativa per la nostra comunità italiana di New York“, ha aggiunto.

Congratulazioni per l’iniziativa sono state espresse anche da Antonino Laspina, direttore esecutivo dell'Italian Trade Agency - ICE USA, intervenuto in apertura della fiera. “Mi è piaciuta sin dall'inizio e ho operato subito per darle il patrocinio“, ha ricordato, sottolineando poi come l’ICE non sia “solo promotrice di cibo, di moda e di tecnologia, ma anche della risorsa umana. Una risorsa umana italiana indispensabile affinché il motore delle imprese possa crescere su questo mercato. Se abbiamo infatti dei problemi è perché la nostra moda, il nostro settore del food e della tecnologia non dispongono di risorse sufficienti per poter supportare quel motore di cui il sistema ha bisogno. Quindi un'iniziativa come questa rientra decisamente in quella che è la missione del nostro Istituto“. Evidenziando, dati alla mano, la grande presenza dei comparti italiani in America, Laspina ha ribadito quanto “i professionisti italiani di qualsiasi tipo siano indispensabili perché l’Italia compia passi in avanti su questo mercato“. Quanto ai dati economici, quelli di fine 2021 sono “straordinari”, ha detto: “siamo cresciuti del 20% con dei valori che nessun altro Paese ha raggiunto. Tutto il sistema moda realizza qui 12 miliardi di dollari, il food 6 miliardi e mezzo, la tecnologia più di 18 miliardi. Tutto questo settore ha dunque bisogno di un supporto professionale, di specialisti che possano dare la giusta consulenza alle aziende che arrivano su questo mercato“. Tra gli errori commessi dai marchi italiani ed europei, in generale, che sbarcano sul mercato americano, Laspina ha ricordato la mancanza di conoscenza di alcune peculiarità americane che diventano poi grandi problematiche da affrontare sul posto. “Tra i tanti sbagli che si commettono quando si arriva qui, c'è quello di guardare questo mercato come la “land of opportunities”, ma poi si compiono degli errori soprattutto dopo aver operato per molti anni sul mercato europeo, dove tutto è semplificato essendo un mercato unico. Qui, invece, ci si trova di fronte ad esempio alla FDA, Food and Drug Administration, a diverse certificazioni e a tante altre problematiche legali. È quindi fondamentale l'informazione da garantire fin dall'inizio a queste aziende e le consulenze specializzate. Grazie mille ancora agli organizzatori per questa straordinaria ed importante iniziativa“, ha concluso.

Prezioso il contributo del vice segretario generale del CGIE, Silvana Mangione, alla prima edizione dell'Italian Community Resource Fair. “Il Consiglio Generale degli Italiani all'estero è l'organismo di rappresentanza di tutte le comunità italiane nel mondo”, ha spiegato Mangione. “Il suo compito è quello di rompere l'anima al Governo e al Parlamento affinché passino le leggi e le politiche fondamentali per tutti gli italiani all'estero, da coloro appena arrivati agli italo-discendenti che vivono qui da molto tempo. Il Consolato è il nostro primo interlocutore qui a New York, il Com.It.Es il secondo”. Durante il suo intervento Silvana Mangione ha voluto sottolineare “con grande gioia” che “questa bella iniziativa oggi è stata organizzata da un gruppo di donne eccezionali. Questo significa che, quando lavoriamo insieme, il meccanismo funziona. Io sono al mio quinto mandato”, ha proseguito, “sono la memoria storica del CGIE e oggi sono qui anche per raccogliere tutti i vostri input“. Evidenziando come l'obiettivo del CGIE sia quello di raggiungere risultati concreti per gli italiani all'estero, il vice segretario generale ha sollevato una problematica di non poco conto che coinvolge la categoria dei ricercatori. “Il nostro obiettivo è arrivare sempre al risultato finale. All'estero, ad esempio, ci sono tra i tanti professionisti anche i ricercatori, una categoria per noi importantissima che non può rimanere staccata dall'Italia. Non pretendiamo che tutti ritornino, ma pretendiamo che se alcuni ricercatori vogliono tornare possano trovare un clima che consenta loro di mantenere il livello della loro professionalità eccelsa e avere una ricompensa non solo in onori, ma anche a livello salariale. Parlando oggi con le altre istituzioni qui presenti, abbiamo convenuto che c'è un gran bisogno di inventarsi una nuova scatola, pensare out of the box, per mettere in campo tutte le forze e realizzare questi progetti“, ha chiosato Mangione.

“Siamo davvero in tanti questa sera e fa davvero piacere vedere una sala così piena. Dopo due anni di pandemia, è bello tornare ad incontrarci per parlare di italianità“. A prendere la parola prima dell'inizio dell'incontro one-to-one tra i service provider e i partecipanti alla prima edizione dell'Italian Community Resource Fair, è stato Alessandro Crocco, presidente del Comitato degli italiani all'estero di New York. “Il Comites include gli italiani di New York, New Jersey, Connecticut e Bermuda”, ha ricordato Crocco. “Una comunità di 90.000 iscritti all’AIRE di cui ho l'onore e l'onere di rappresentare interamente”. Il Comites ha ripreso a lavorare “dopo alcuni anni di inattività“ e ora, ha detto Crocco, “cerchiamo di rafforzare il rapporto tra la rete istituzionale, quindi il consolato, e voi cittadini. Il nostro compito è di farlo al meglio con delle commissioni ad hoc per mettere insieme la comunità. Oggi in questa sala ci sono molti italiani, qualcuno è arrivato da poco, altri invece sono qui da tempo. In entrambi i casi, sono italiani che hanno bisogno di alcune guide. Sarebbe stato bello se un evento così ci fosse stato anche quando io sono arrivato a New York dieci anni fa“. Sottolineando una data scelta non a caso per la prima edizione di Italian Community Resource Fair, ossia il 1° maggio, festa dei lavoratori, il presidente dei Comites ha rimarcato quanto l'impegno e lo sforzo in campo lavorativo degli italiani all'estero sia da considerare doppio. “Oggi qui facciamo networking, un concetto importantissimo soprattutto in America per costruire un futuro professionale in un mercato molto competitivo come questo. Oggi in questa sala lo facciamo in una giornata come il primo maggio, una data che cambia le circostanze dell’evento perché il lavoro degli italiani all’estero vale doppio in quanto porta il nome dell'italianità nel mondo“.

Soddisfatte per “l’immenso entusiasmo” con cui l’iniziativa è stata accolta le organizzatrici dell’Italian Community Resource Fair. “Il successo del nostro evento è tutto merito vostro”, hanno commentato ricordando nel contempo “il duro lavoro di un team che ha creduto nel progetto con passione e con quel senso di comunità che all'estero ci trasforma in una sorta di grande famiglia italiana”. Ed ora Deborah Cortigiani, Francesca Di Matteo e Claudia Carbone sono già al lavoro per la prossima edizione. (aise)

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