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Grande naturalizzazione italiana in Brasile: Porta interroga Lamorgese e Di Maio


- Facendo seguito all’impegno preso con rappresentanti della collettività italiana in Brasile, il senatore Fabio Porta ha depositato una interrogazione urgente rivolta ai Ministri degli Esteri e dell’Interno Di Maio e Lamorgese, chiedendo a entrambe le amministrazioni di “ritirare le indicazioni di accantonamento delle istanze di riconoscimento della cittadinanza italiana jure sanguinis, avanzate da discendenti di italiani emigrati in Brasile nella seconda metà del XIX secolo”. Interventi in questa materia, secondo il parlamentare, sono di esclusiva competenza del legislatore e quindi del Parlamento italiano.

Nella sua interrogazione il Senatore eletto in Sudamerica fa riferimento a una circolare del Ministero dell’Interno “sulle istanze di riconoscimento della cittadinanza italiana jure sanguinis avanzate da discendenti di italiani emigrati in Brasile nella seconda metà del XIX secolo” nonché a intendimenti tra il Ministero degli Esteri e l’Avvocatura dello Stato “nelle quali si dichiara la perdita tacita della cittadinanza italiana da parte di connazionali che risiedevano in Brasile nel periodo della così detta Grande Naturalizzazione Brasiliana del 1889-1891, con conseguente interruzione della linea di trasmissione della cittadinanza ai discendenti”.

Per il senatore eletto in Sud America appare “sorprendente la solerzia con la quale in una fase di ancora iniziale formazione di un orientamento giurisprudenziale e ad appena qualche mese dall’emanazione di due sole sentenze si sia pensato di farne ricadere gli esiti sull’azione amministrativa, che dovrebbe avere come presupposto unicamente il dettato delle leggi vigenti e la prassi interpretativa consolidata per decenni”; “una solerzia – fa notare il parlamentare - mancata in casi ben più chiari e definiti”, come ad esempio quelli della cittadinanza dei figli di donne separate anche se nati prima del 1948.

“Il trasferimento sul piano amministrativo dei contenuti delle recenti sentenze della Corte d’Appello di Roma – aggiunge il parlamentare nella sua interrogazione - oltre che intempestivo e di dubbia correttezza nei rapporti tra i poteri dello Stato rischia di essere anche incauto per la complessità della materia in discussione e per la solidità delle posizioni, emerse sia in dottrina che in altre sentenze”.

Ricordando ai Ministri come “i tempi di definizione delle pratiche di riconoscimento di cittadinanza, nei consolati sudamericani, come è noto, sono di fatto già dilatati al punto da mettere in dubbio la certezza del diritto del cittadino di avere una risposta in tempi certi dalla Pubblica Amministrazione” Porta evidenzia come “una indicazione di accantonamento potrebbe significare concretamente la vanificazione di una legittima attesa” e conclude chiedendo ai Ministri interpellati dal ritirare tali indicazioni, almeno fino a quando il Parlamento non deciderà di intervenire sulla materia. (aise)

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