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Dubaitaly/ IIC di Abu Dhabi: il ponte culturale che collega Italia ed Emirati


“Dal quartiere di Al Bateen di Abu Dhabi sino all’Italia. È il ponte creato dall’Istituto Italiano di Cultura, primo e unico polo culturale italiano nella Regione del Golfo. Appendice dell’Ambasciata italiana negli Emirati Arabi Uniti, l’Istituto si configura come concreta testimonianza dell’apertura degli Emirati Arabi Uniti nei confronti del variegato tessuto sociale che lo compone e dell’impegno da parte del nostro Paese nella diffusione dell’arte, della cultura e della lingua italiana. A dirigere l’Istituto Italiano di Cultura di Abu Dhabi è Ida Zilio-Grandi, docente di Islamologia, Lingua araba e Relazioni e politiche internazionali all’università Ca’ Foscari Venezia”. Cecilia Berardi l’ha incontrata e intervistata per il portale di informazione in lingua italiana Dubaitaly.com.

D. L’Italia e gli EAU godono di forti legami economici, cosa si può dire relativamente allo scambio culturale tra i due Paesi?

R. È sempre più intenso, anche grazie alla presenza del nostro Istituto, attivo ormai da un paio d’anni ma partito in un momento poco propizio a dire poco, forte sì di un team pieno di buona volontà, però estremamente esiguo. L’esperienza della pandemia non ci ha aiutato di sicuro, difficilissimo costruire rapporti quasi dal nulla, organizzare eventi e manifestazioni e segnalarci al pubblico senza essere fisicamente presenti. È anche vero, come abbiamo sperimentato un po’ tutti, che le varie difficoltà spronano a pensare diversamente e a muoversi in modo meno tradizionale. Per molti mesi abbiamo proposto webinar, lezioni e aggiornamenti, film e documentari, prima in streaming e poi in formato ibrido, coinvolgendo protagonisti italiani e internazionali, da qui e dall’Italia; in un Paese meno tecnologico, tutto questo non sarebbe potuto accadere. Poi abbiamo iniziato a realizzare mostre, proiezioni e presentazioni nella nostra bella sede e altrove e ora, dopo un esordio praticamente in sordina, siamo arrivati a un risultato più che soddisfacente.

Nel frattempo l’Istituto ha creato ottime forme di collaborazione con le istituzioni locali, quest’ultimo un elemento capitale per l’inserimento della cultura italiana nel tessuto degli Emirati; collaborazioni che hanno dato e continuano a portare frutti e ci hanno aiutato, tra le altre cose, a dare maggiore risonanza alle iniziative culturali del nostro Padiglione a Expo Dubai 2020, iniziative di altissimo profilo che rischierebbero di rimanere confinate lì, meno frequentate di quanto meritano. Per esempio, alcuni grandi concerti previsti a Expo, come quelli di Nicola Piovani, Tosca e Paolo Fresu, circuitano anche ad Abu Dhabi grazie alla collaborazione con ADMAF, la Abu Dhabi Music & Arts Foundation. Un altro esempio è la preziosa mostra su Islam, acqua e arte “Drop by drop life falls from the sky”, chiusa da poche settimane, che insieme alla Fondazione Torino Musei abbiamo sostenuto per la Sharjah Museums Authority. E anche la collaborazione con Cinema Akil a Serkal Avenue o con Fann À Porter-The Workshop e Gulf PhotoPlus per le mostre fotografiche a Dubai e, da poco, con il Crossroads of Civilization Museum e l’Emirates Airlines Literary Festival, sempre a Dubai. Obiettivamente non è stato facile fino a qui essere presenti in altri emirati considerate le rigide e continue restrizioni nella circolazione delle persone.

Abbiamo lavorato molto anche per costruire ponti duraturi tra gli EAU e l’Italia tramite accordi e programmi di scambio tra biblioteche e università; ultimi di molti, proprio in questi giorni, si stanno finalizzando i Memorandum of Understanding tra la Ca’ Foscari, la Canadian University in Dubai e l’American University in Dubai. Per questo e per gli altri accordi devo davvero ringraziare i molti bravissimi italiani o amanti dell’Italia che insegnano qui e che ci stanno dando un inestimabile supporto. Per non parlare del contributo più generale e a tutto campo dei molti amici, artisti intellettuali e non solo, che hanno messo a nostra disposizione sapere, tempo e contatti. Inutile dire che tutte le collaborazioni e i consigli di amici nuovi e futuri sono sempre benvenuti e anche essenziali per noi.

D. Perché è importante la promozione della cultura italiana negli Emirati e cosa ha da offrire il panorama culturale italiano agli EAU?

R. È chiaro a chiunque risieda qui che gli Emirati incarnano l’apertura al futuro anche in campo culturale e artistico. La volontà di questa leadership di promuovere una ricca multicultura anche senza rinunciare alla propria identità ne fa un bacino interessantissimo. L’Italia ha notoriamente moltissimo da offrire, in una molteplicità di campi. Per citarne solo alcuni: arte e conservazione dei beni ambientali, musica e gestione del patrimonio musicale; ma anche ricerca spaziale e nuove tecnologie applicate a vasti settori. L’incredibile attenzione locale per i giovani e la loro formazione, con l’obbiettivo di renderli competitivi ovunque nel mondo, rappresenta senz’altro un valore aggiunto.

D. In che modo l’Istituto valorizza il patrimonio italiano? Attraverso quali attività/strumenti?

R. Con la diffusione, la divulgazione e la disseminazione dei risultati nelle varie discipline; con il sostegno, per quanto possibile e compatibile con la nostra missione, agli intellettuali e agli artisti d’Italia e residenti qui; con la creazione di reti internazionali; e anche segnalando e promuovendo le intersecazioni tra cultura italiana e cultura araba, il che tra l’altro rappresenta, molto semplicemente, la nostra lunga storia di contaminazioni culturali e contestualmente fonda l’ineguagliabile ricchezza dell’Italia sotto il profilo culturale. Un solo grande cruccio: non aver ancora potuto attivare in Istituto corsi di lingua italiana, per un motivo del tutto indipendente da noi e dalla nostra Ambasciata. Ma siamo ottimisti e confidiamo nel prossimo futuro.

D. Quali progetti per questo 2022?

R. Sono molti, ma vorrei ricordare solo il più importante, quello a cui stiamo già iniziando a lavorare visto l’impegno che richiede: la partecipazione dell’Italia come ospite d’onore alla Fiera Internazionale del Libro di Sharjah, il prossimo novembre. Grazie al sostegno dei nostri Ministeri degli Esteri e della Cultura, dell’Ambasciata e del Consolato e dell’Istituto di Commercio Estero a Dubai, porteremo in un grande stand molti scrittori, editori e artisti in diversi settori. Sarà una grande vetrina per tutti noi italiani, un bellissimo momento di partecipazione e di rifondazione dell’appartenenza per i residenti provenienti dal nostro Paese. Penso soprattutto ai più piccoli ed è per questo che stiamo progettando eventi e workshop anche per i bambini.

D. Cosa può dirci della sua esperienza negli Emirati finora?

R. Me lo chiedono tutti, soprattutto dall’Italia, e sembra sempre che si aspettino una risposta negativa o almeno ambigua, oppure perplessa. Invece, in tutta sincerità, non è così. A parte le sollecitazioni offerte da questo Paese, a parte le proficue collaborazioni insieme alla qualità, alla capacità e all’amicizia dei nostri connazionali e anche dei locali – questi ultimi sempre troppo pochi a dire la verità – e oltre a questa missione così importante, ciò che mi rende più felice della mia permanenza qui è la possibilità di crescita personale che continua ad offrirmi. Vengo dall’università, “sarei” – o forse meglio “ero” – un topo di biblioteca dedito da decenni alla storia della cultura araba e islamica; e ho trascurato la vastità dell’esperienza culturale e la gioia che produce se vissuta da vicino o in prima persona come mi accade qui. Sto imparando tanto, anzi tantissimo, e ne farò tesoro al mio ritorno. Senza nulla togliere alla responsabilità del mio lavoro di docente, ho la sensazione di essere più utile e più radicata nel mondo reale”. (aise)

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