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Crisi ucraina: il Premier Mario Draghi interviene nell’Aula di Montecitorio


Il Presidente del Consiglio Mario Draghi è intervento nell’Aula della Camera dei Deputati per un’informativa urgente. “L’ambasciata italiana a Kiev – ha segnalato Draghi – dopo aver fornito alcuni cenni sulla situazione bellica e diplomatica della crisi che è in piena evoluzione – è aperta, pienamente operativa, e mantiene i rapporti con le autorità ucraine, in coordinamento con le altre ambasciate, anche a tutela degli italiani residenti. L’ambasciata resta in massima allerta ed è pronta a qualsiasi decisione. Abbiamo già provveduto a spostare il personale in un luogo più sicuro. Ai circa 2.000 connazionali presenti è stato raccomandato di seguire le indicazioni delle autorità locali e di valutare con estrema cautela gli spostamenti via terra dentro e fuori il Paese. Alla luce della chiusura dello spazio aereo e della situazione critica sul terreno, stiamo pianificando, in coordinamento con le principali ambasciate dell’Unione europea, un’evacuazione in condizioni di sicurezza. Voglio ringraziare l’ambasciatore, Pier Francesco Zazo, e tutto il personale dell’ambasciata per la professionalità, la dedizione e il coraggio che stanno dimostrando in queste ore e voglio ringraziare il Ministro Di Maio, i diplomatici e tutto lo staff della Farnesina per il loro incessante impegno. L’Italia – ha continuato Draghi – condanna con assoluta fermezza l’invasione, che giudichiamo inaccettabile. L’attacco è una gravissima violazione della sovranità di uno Stato libero e democratico, una violazione dei trattati internazionali e una violazione dei più fondamentali valori europei. Voglio esprimere, ancora una volta, la solidarietà del popolo e del Governo italiano alla popolazione ucraina e al Presidente Zelensky. Il ritorno della guerra in Europa non può essere tollerato, ma dobbiamo essere consapevoli che l’agenda della Russia e del suo Presidente è, però, vasta, complessa e a lungo premeditata. Ho la sensazione di essere solo allo stadio iniziale di un profondo cambiamento nelle relazioni internazionali che ci hanno accompagnato nei 70 anni che sono passati – più di 70 – dalla fine della Seconda guerra mondiale”.

“Nel pomeriggio di oggi, – ha proseguito Draghi – parteciperò a un vertice della NATO per coordinare il rafforzamento del fianco orientale e ribadire i principi alla base della nostra posizione. Per quanto riguarda il piano bilaterale, stiamo definendo un pacchetto da 110 milioni di euro per aiuti finanziari all’Ucraina, a scopi umanitari e a scopi di stabilizzazione macrofinanziaria, perché, qualunque sia il risultato di questo conflitto già di per sé drammatico, un risultato è stato certamente ottenuto: sostanzialmente quello di distruggere le fondamenta dell’economia e della società ucraina. I capitali sono ormai andati via tutti, non c’è nessuno che possa investire, pensare solo di investire in Ucraina, il personale è scappato: quindi, l’intero tessuto sociale del Paese si è disgregato. Nell’ambito della difesa, si stanno predisponendo misure di assistenza, in particolare, nel settore dello sminamento e della fornitura di equipaggiamento di protezione”

“La nostra priorità, oggi, – ha rilevato il Premier – deve essere rafforzare la sicurezza del nostro continente e applicare la massima pressione sulla Russia perché ritiri le truppe e ritorni al tavolo dei negoziati. Dal punto di vista militare, la NATO si è già attivata. Ieri si è riunito il Consiglio Nord Atlantico, sulla base di quanto previsto dall’articolo 4 del Trattato di Washington, e ha approvato 5 piani di risposta graduale che, in questa prima fase, puntano a consolidare la postura di deterrenza a Est. Le fasi successive, vincolate ad un’evoluzione dello scenario, prevedono l’assunzione di una postura di difesa e, in seguito, di ristabilimento della sicurezza. I piani prevedono due aspetti fondamentali: l’incremento delle forze dispiegate in territorio alleato, con il transito delle unità militari sotto la catena di comando e controllo del Comando supremo alleato in Europa, e l’utilizzo di regole d’ingaggio predisposte per un impegno immediato. Le forze italiane che prevediamo essere impiegate dalla NATO sono costituite da unità già schierate in zona di operazioni – circa 240 uomini attualmente schierati in Lettonia, assieme a forze navali e a velivoli in Romania – e da altre che saranno attivate su richiesta del Comando alleato. Per queste siamo pronti a contribuire con circa 1.400 uomini e donne dell’Esercito, della Marina e dell’Aeronautica e con ulteriori 2.000 militari disponibili. Le forze saranno impiegate nell’area di responsabilità della NATO e non c’è alcuna autorizzazione implicita all’attraversamento dei confini. L’Italia e la NATO vogliono trasmettere un messaggio di unità e solidarietà alla causa Ucraina e di difesa dell’architettura di sicurezza europea”.

Per quanto riguarda le sanzioni Draghi ha ricordato, sia quelle già approvate verso la Russia, in relazione alla decisione di Putin riconoscere l’indipendenza dei territori di Donetsk e Lugansk, sia quelle che sono discusse in queste ore a Bruxelles e che riguardano il divieto di rifinanziamento per banche e imprese pubbliche in Russia, il blocco di nuovi depositi bancari dalla Russia verso istituti di credito dell’Unione europea; misure nel settore dell’energia mirate a impedire il trasferimento di tecnologie avanzate, usate soprattutto per la raffinazione del petrolio, misure nel settore dei trasporti, come il divieto di esportazione esteso a tutti i beni, le tecnologie e i servizi destinati al settore aereo, un blocco dei finanziamenti per nuovi investimenti in Russia e altre misure di controllo delle esportazioni, la sospensione degli accordi di facilitazione e dei visti per passaporti diplomatici e di servizio russi.

Per quanto riguarda il problema dell’aumento dei prezzi dell’energia le possibili future difficoltà per l’approvvigionamento del gas, il Premier ha sottolineato che il Governo è pronto a intervenire per calmierare ulteriormente il prezzo dell’energia, ove questo fosse necessario. “Per il futuro, la crisi ci obbliga – ha aggiunto Draghi – a prestare maggiore attenzione ai rischi geopolitici che pesano sulla nostra politica energetica e ridurre la vulnerabilità delle nostre forniture.Ho parlato del gas, ma sappiamo che la risposta più valida nel lungo periodo sta nel procedere spediti, come stiamo facendo, nella direzione di un maggiore sviluppo delle fonti rinnovabili”. (Inform)

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