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Come cambieranno dal 1° marzo detrazioni e ANF all’estero


”Come cambierà a partire dal 1° marzo 2022 la normativa che disciplina la concessione delle detrazioni familiari e degli assegni familiari ai residenti all’estero se saranno respinti i nostri emendamenti (a firma Porta-Giacobbe) presentati al decreto “Sostegni ter” attualmente in discussione al Senato?”. Lo spiegano in una nota scritta a quattro mani due parlamentari eletti in Europa e in Sud America.

“Come abbiamo più volte stigmatizzato, con l’introduzione dell’Assegno unico e universale vengono abrogati a partire dal prossimo 1° marzo l’Assegno al nucleo familiare (ANF) per figli e le detrazioni per figli a carico di età inferiore ai 21 anni. Si tratta di benefici erogati anche all’estero a migliaia di contribuenti italiani che tuttavia non avranno diritto all’Assegno unico che è stato subordinato dalla legge alla residenza in Italia (la legittimità del requisito della residenza deve essere comunque verificata meglio dalle autorità competenti in relazione al diritto internazionale e alle norme comunitarie sull’esportabilità di certe prestazioni, come lo stesso Inps ha ammesso in una sua recente Circolare)”.

“Con l’entrata in vigore dell’Assegno unico la maggior parte delle detrazioni fiscali e l’Anf per figli scompaiono o, più esattamente, vengono assorbiti dalla nuova misura che, va ribadito, non è esportabile però all’estero”, continuano i due rappresentanti PD. “Dal 1° marzo quindi i residenti all’estero non potranno più beneficiare delle detrazioni e dell’ANF per figli a carico eventualmente dovuti ma continueranno (magra consolazione) ad aver diritto ad alcune prestazioni. In particolare coloro i quali producono più del 75% del loro reddito in Italia (come ad esempio gli impiegati dello Stato italiano residenti all’estero, ma non solo) – i cosiddetti “non residenti Schumacker” - continueranno ad avere diritto alle consuete detrazioni previste per il coniuge e per gli altri familiari a carico (purchè questi non abbiano redditi propri superiori a 2.840 euro annui). In alcuni casi specifici rimarranno le detrazioni anche per i figli a carico ma dai 21 anni in sù”.

“La legge inoltre”, aggiungono, “non ha eliminato la possibilità di detrarre e dedurre fiscalmente le spese sostenute in favore di tutti i familiari a carico (inclusi i figli minori di 21 anni) come quelle mediche e sanitarie, per l’istruzione, etc., e questa possibilità rimarrà anche per i residenti all’estero”.

“Con l’introduzione dell’Assegno unico scompaiono invece le detrazioni per famiglie numerose (con almeno 4 figli) e le maggiorazioni per i figli di età inferiore ai 3 anni”, osservano Schirò e Porta. ”Le detrazioni che rimangono continueranno ad essere applicate mensilmente dal datore di lavoro, o dall’ente pensionistico, che opera in qualità di sostituto di imposta ed il contribuente le troverà perciò ancora calcolate nella busta paga o nel cedolino della pensione”.

Quanto poi all’Assegno al nucleo familiare, che attualmente viene erogato anche all’estero, i due parlamentari eletti all’estero ribadiscono che “a partire dal 1° marzo cessa, sia in Italia che all’estero, limitatamente ai nuclei familiari con figli. Resta invece ferma la disciplina, e quindi il beneficio, per gli altri familiari a carico diversi dai figli, anche per chi risiede all’estero”.

Si ritiene “che l’abrogazione di detrazioni e Anf per gli italiani all’estero sia una incomprensibile e ingiustificabile soppressione di importanti diritti fiscali e previdenziali garantiti da anni ai nostri connazionali. Come riteniamo incomprensibile anche il fatto che le autorità competenti non abbiamo ancora chiarito con una specifica circolare i dubbi che i nostri connazionali hanno sollevato e non abbiano risposto in maniera esauriente alle numerose sollecitazioni ed istanze che abbiamo presentato nel corso degli ultimi mesi”.

“Dobbiamo sperare ora che i nostri emendamenti al “Sostegni ter” siano approvati in modo tale che tali prestazioni familiari continuino ad essere fruibili all’estero anche per i figli di età inferiore ai 21 anni, assicurando che non mancherà (come non è mancato finora) il nostro impegno per sensibilizzare Governo e Parlamento al fine di tutelare al meglio i diritti degli italiani nel mondo”. (aise)