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Cile-Italia: l’Ambasciatore Bettocchi e la storia “eroica” di Valeria Valentin


Valeria Valentin è una delle italiane eroiche che durante il golpe cileno del 1973 ha agito per aiutare le persone in difficoltà e oggetto di repressione. La sua è una storia bella, di sacrificio, di aiuto, nata tra l'altro, nel contesto di una chiesa cattolica che si è conquistata sul campo una reputazione di vicinanza al popolo in una situazione di grande difficoltà”.

Ha esordito così l'Ambasciatore d’Italia in Cile, Mauro Battocchi, nel ricordare, nel corso di un’intervista realizzata da Paolo Tessadri al diplomatico stesso pubblicata sul sito della Provincia Autonoma di Trento, la figura della suora altoatesina Valeria Valentin, nata in Val Badia, ma che aveva scelto il Cile per la sua missione.

Nel 1973, durante i giorni del golpe di Pinochet, la suora si trovava a Santiago e riuscì a portare in salvo centinaia di persone perseguitate dal regime: poveri, operai, studenti. In una testimonianza del 1999 la Valentin – che nel frattempo aveva abbandonato la vita monastica e si era sposata con l'uomo con cui in Cile aveva sfidato il regime – ricordava che “io telefonavo ai nostri amici che erano all'interno dell'ambasciata e loro mi dicevano “due Marlboro, tre Hilton…”; la cifra indicava il numero di quelli che potevamo far scappare”.

Ed è proprio Battocchi a ricordare che in quegli anni l'ambasciata d'Italia visse un momento molto nobile perché “in assenza dell'ambasciatore che si trovava in Italia per una grave malattia del figlio, l'incaricato d'affari Pietro De Masi spalancò le porte alle persone che venivano perseguitate e ricercate dalla polizia segreta del regime. Aprendo le porte fece dell'ambasciata un punto di riferimento per tanti oppositori del regime. Tra il 1973 e il 1975 centinaia di persone sono passate dall'ambasciata d'Italia, hanno vissuto lì dentro per poi essere trasferiti fuori dal Cile con dei salvacondotti diplomatici messi a disposizione dalla nostra diplomazia. Oggi il popolo cileno ricorda con grande affetto, simpatia e riconoscenza quella pagina della nostra storia”.

Tutto questo entrerà a far parte di un documentario che la Fondazione Museo storico del Trentino ha deciso di dedicare a questa grande donna che ha visto gli orrori della dittatura cilena e ha rischiato la vita lei stessa pur di salvare dalla morte centinaia di persone. (aise)

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