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Censura dei Social in UE: Libertà o Repressione?



Nuovo Regolamento dell'UE: Il Digital Services Act entrerà in vigore il 25 agosto, imponendo alle piattaforme social di rimuovere i contenuti che incitano a rivolte e proteste.

Possibili Sanzioni: Le piattaforme che non conformano a queste regole saranno sanzionate, con pene che vanno da multe fino al blocco totale del servizio nel territorio europeo.

Preoccupazioni per la Libertà d'Espressione: La legge ha suscitato allarme e preoccupazione per la possibile limitazione della libertà di espressione, specialmente riguardo l'interpretazione vaga di ciò che costituisce un invito alla "rivolta".

Riflessioni sul Regime Autoritario: Il provvedimento ha portato alcuni a interrogarsi se questo possa essere un passo verso una politica più autoritaria, simile a quella adottata da alcuni regimi durante eventi come la Primavera Araba.

Reazioni Miste: Nonostante le critiche e i dubbi sulla potenziale compressione dei diritti umani, il regolamento è stato comunque approvato, lasciando aperta l'incognita sulla natura specifica dei contenuti che rientrano nella normativa.

L'UE sta puntando i riflettori sui social media con un nuovo regolamento che sarà attivo dal 25 agosto.

Questa legge bloccherà qualsiasi piattaforma che non elimini i contenuti che possano incitare a rivolte e proteste.

La minaccia alla libertà di espressione ha suscitato preoccupazione, poiché il Digital Services Act dell'UE vuole in un certo senso "censurare" i social che non rimuovono i post relativi a disordini e dimostrazioni.

Thierry Breton, il commissario europeo, ha annunciato il 10 luglio che


piattaforme con contenuti violenti o che invitano alla ribellione dovranno essere immediatamente cancellate, o saranno sanzionate.

La sanzione non sarà solo una multa, ma una restrizione reale, con il blocco del servizio in Europa.

Questo annuncio ha suscitato allarme, specialmente dopo le parole del presidente Macron riguardo alla necessità di riflettere sui social media e sui possibili divieti, in seguito alle violente proteste del 4 luglio.

Ci si chiede quindi se la censura dei social possa essere il primo passo verso un regime autoritario.

La paura di una politica eccessivamente severa è palpabile in risposta a questo regolamento.

Alcuni si chiedono se le dichiarazioni di Macron possano aver influenzato l'UE a varare una legge così repressiva nei confronti dei social, un timore che richiama alla mente la condotta di stati autoritari come durante la Primavera Araba del 2011, quando alcuni governi hanno interrotto l'accesso a Internet per contenere le rivolte.


Nonostante le critiche e i dubbi sulla possibile violazione dei diritti umani, il regolamento europeo è stato approvato.


Prevede la "sospensione, per un periodo adeguato e con preavviso, della fornitura dei servizi agli utenti che diffondono regolarmente contenuti palesemente illegali". Tuttavia, permane un'incertezza: il DSA non è chiaro sull'interpretazione della natura contenziosa del contenuto, non specificando se gli appelli alla "rivolta" possano riguardare anche semplici inviti a manifestare.


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