BRUXELLES - Negli ultimi anni il Casi-Uo e la Filef - nuova emigrazione di Bruxelles hanno svolto delle ricerche sulla nuova immigrazione italiana a Bruxelles e in Europa. Per presentare i risultati dei rispettivi lavori, le due associazioni hanno organizzato per domani, 6 febbraio, l’incontro “Nuova immigrazione italiana a Bruxelles. Focus sulle famiglie italiane. Problematiche e possibilità di ricerca-azione”.
Appuntamento dalle 18.30 in rue de la victoire 26 (Saint-Gilles) nella sede del CFS asbl.
Dalle ricerche, anticipano gli organizzatori, “si “scopre” che il fatto di emigrare non innesca per tutti, come per magia, una serie di successi professionali e di vita. Per molti la precarietà sul luogo di lavoro può essere una lunga fase transitoria o, peggio, una condizione permanente. Il mercato del lavoro sa essere ostico, le situazioni di non diritto onnipresenti e i servizi per chi è in cerca di occupazione non sempre sono all'altezza della situazione. A queste considerazioni, ormai assodate, aggiungiamo che, nonostante i rimpatri, molti sono quelli che restano nel paese di emigrazione, decidendo di metter su famiglia”.
“Questa “novità” pone l’azione associativa davanti a una nuova sfida: come porsi davanti a queste famiglie italiane a Bruxelles?”, si chiedono Casi-Uo e Filef che nell’incontro di domani proporranno un confronto sui metodi di ricerca che possono essere adottati per conoscere meglio i bisogni, immediati e latenti, delle “nuove” famiglie italiane a Bruxelles e, in prospettiva, come il mondo associativo può contribuire alla soddisfazione di questi bisogni.
Presente all’incontro anche Alessandro Mazzola, ricercatore all’Università di Liège.
(aise)
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