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Australia, centenario della fondazione della Camera di Commercio Italiana di Sydney


Quest’anno ricade il Centenario (1922-2022) dell’istituzione della Camera di Commercio Italiana di Sydney. Risale però al 1908 una prima idea di fondare un ente di questo genere, che vide la luce, dopo alcune battute d’arresto, soltanto due decenni più tardi.

Ad avanzare una primissima proposta, a quanto pare, fu il giornale L’Italo-Australiano diretto dal Conte Giovanni Pullè (1854-1920) e dal Dott. Quinto Ercole (1870-1953), i quali condussero l’omonima testata dopo il ritorno a Trapani di Francesco Sceusa (1851–1919).

Nel mese di luglio di quell’anno, L’Italo-Australiano urgeva “i nostri prominenti Commercianti ed Importatori italiani di Sydney, di unirsi e discutere”, vivendo con una certa invidia già soltanto il fatto che francesi e tedeschi avessero da tempo istituito enti per lo sviluppo commerciale tra l’Australia e l’Europa.

In particolare, una camera italiana avrebbe potuto influire nel regolare i prezzi dell’esportazione della lana o nel settore ortofrutticolo, quindi venire incontro agli interessi di molti piccoli e grandi commercianti italo-australiani. Per cui, scrivevano gli editori, “un principio bisogna tosto o tardi pure averlo, e noi riteniamo che il commercio già esistente, ampiamente giustifica un passo avanti in quella direzione.”

Un incontro di commercianti “di qualsiasi classe” si tenne giovedì 30 luglio 1908 al Balfour Hotel, posto all’angolo di King Street e Elizabeth Street, alle ore 5.45 p.m, “onde discutere i preliminari e nominare un Comitato Provvisorio alla fondazione immediata di una tal Camera.”

Non ci è dato sapere esattamente in quanti parteciparono a quella “importantissima riunione” ma possibilmente non furono molti, visto che L’Italo-Australiano, nell’articolo di resoconto si limita a “un discreto numero d’Italiani”.

Il Ministero degli Esteri sembrò, in un primo momento, rispondere di buon auspicio alla possibile creazione “d’un ente così profondamente essenziale alla nostra economica espansione, quale una Camera di Commercio” in Australia e aveva promesso, con lettera firmata dal Sottosegretario di Stato, un duplice “appoggio morale, e, possibilmente, anche un modesto incoraggiamento finanziario, nei limiti che saranno consentiti dalle condizioni del bilancio.” Se non fosse che la missiva del Ministero non era in riscontro alla proposta avanzata dai direttori Pullè ed Ercole, ma ad un’iniziativa parallela intrapresa dal Consolato di Melbourne.

Il fervore di dover presto aggregare i commercianti, come spesso capita agli italiani, si scontrò con le diffidenze dei singoli e le reali difficoltà organizzative. È lo stesso giornale, infatti, ad essere prudente con le aspettative che una camera di commercio possa realmente realizzarsi, ricordando che “rimane però a vedersi se gli studi del Comitato, troveranno il progetto fattibile, poiché in caso contrario, il progetto sarà per ora abbandonato.”

Il 28 novembre 1908, quasi di sorpresa, furono pubblicate le scuse de L’Italo-Australiano in merito al messaggio pervenuto dal Ministero degli Esteri a supporto di una Camera di Commercio, e si dovette attendere fino al 1914 prima che un altro giornale, Oceania, diretto sempre dal Conte Pullè, si rivolgesse al Console Generale Emilio Elis, con base a Melbourne per riaprire il dibattito sulla creazione di una camera di commercio.

Ancora nel Daily Telegraph del 12 maggio 1916, troviamo la notizia di una “Italian Chamber of Commerce”. La testata australiana riporta che “una Camera di Commercio Italiana è stata costituita ieri. Il Cav. [Emilio] Eles, Console Generale d’Italia è il presidente e il Dr. Marano, Console d’Italia per il New South Wales, vice-presidente. Il comitato è composto dal Conte G. Pullè, M. Rossi, Capitano Lubrano, Cav. Cortese e dai signori B. Callose, V. Palmisano, G. Lopez, F. Gagliardi, L. Bocchi. A. Folli è il Segretario.”

Il Sydney Morning Herald, oltre a riportare gli stessi dettagli, fa inoltre riferimento alla costituzione di “un comitato provvisorio che elaborerà uno statuto da sottoporre a una futura riunione.”

Possiamo raccontarli così, i primi passi che portarono alla nascita della Camera, ufficialmente costituita 6 anni più tardi, nel 1922.

Un pronunciamento pubblico di un certo Dott. Barella “avvocato e giornalista italiano”, durante una conferenza al Melba Theatre di Strathfield, dissipava i timori di una rivoluzione socialista nel “Biennio Rosso” e rilancia l’idea di costituire quanto prima una Camera di Commercio Italiana per favorire il commercio tra due paesi.

È infine del 1° settembre 1922 l’annuncio ufficiale pubblicato dal Sydney Morning Herald della fondazione della Camera di Commercio Italiana in Australia, con sede a Sydney all’angolo di George Street e Grosvenor Street.

Maffio Rossi, primo presidente della Camera di Commercio

Il 1° novembre, la Camera avviò la stampa di una rivista, L’Italian Bulletin of Australia, dove vennero pubblicati anche i nominativi dei componenti del primo Comitato, con a capo l’imprenditore e Cavaliere del Regno d’Italia, Maffio Rossi (1855-1932), già uno dei fondatori del Banco Popolare di Sondrio, la cui presidenza durò fino alla morte. (Inform)

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