top of page

Alimentazione e salute: la Dieta Mediterranea protagonista a Expo 2020 Dubai – di Nicoletta Mele


- “Il 16 ottobre di ogni anno si celebra la Giornata Mondiale dell’Alimentazione (World Food Day) per commemorare la fondazione dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (FAO). Il tema della trasformazione dei sistemi agroalimentari, scelto quest’anno per la Giornata Mondiale dell’Alimentazione ha sottolineato che il cibo che scegliamo e il modo in cui lo consumiamo hanno ripercussioni sia sulla nostra salute che su quella del Pianeta. È giunto il momento di riflettere sul futuro da costruire insieme: accelerare la trasformazione verso sistemi agroalimentari più efficienti, inclusivi, resilienti e sostenibili per un mondo migliore e più sostenibile”. A scriverne è Nicoletta Mele, editor in chief del Journal of Italian Healthcare World, nell’articolo che pubblichiamo di seguito.

INIZIATIVE

L’azione collettiva in 150 paesi è ciò che rende la Giornata Mondiale dell’Alimentazione uno dei giorni più celebrati del calendario ONU. Centinaia di eventi e di attività divulgative il 16 ottobre hanno riunito governi, aziende, ONG, media e pubblico per promuovere consapevolezza e azione a livello mondiale per tutti coloro che soffrono la fame e per la

necessità di garantire diete sane per tutti.

WORLD FOOD DAY A EXPO 2020 DUBAI

A Expo Dubai in occasione della Giornata Mondiale dell’Alimentazione, esperti di tutto il mondo si sono riuniti in una serie di tavole rotonde dove si è discusso sulla sicurezza alimentare e sulle soluzioni future.

“Siamo cittadini globali e dobbiamo fare la nostra parte e aiutare gli altri. La nostra strategia nazionale per la sicurezza alimentare renderà gli Emirati Arabi Uniti un centro leader mondiale per la sicurezza alimentare guidata dall’innovazione nei prossimi 30 anni”, ha dichiarato Sua Eccellenza Mariam bint Mohammed Saeed Hareb Almheiri, Ministro dei cambiamenti climatici e dell’ambiente degli Emirati Arabi Uniti.

PADIGLIONE ITALIA PRESENTA LA DIETA MEDITERRANEA A EXPO 2020 DUBAI

Nell’anno in cui l’Italia è alla presidenza del G20 “People Planet Prosperity”, evidenziare il valore strategico per l’intera umanità della Dieta Mediterranea, riconosciuta nel 2010 come patrimonio immateriale dell’Umanità, è stato il tema protagonista del forum che si è svolto presso il Padiglione Italia a Expo 2020 Dubai, organizzato in collaborazione con il Future Food Institute e il Cluster Tecnologico Agroalimentare Italiano, con il supporto del Centro Studi Dieta Mediterranea “Angelo Vassallo”.

Future Food Institute si occupa di dieta mediterranea e ha inaugurato il campus internazionale “Paidea” “a Pollica, comunità emblematica Unesco della dieta mediterranea, dove formiamo le nuove generazioni sui temi legati allo sviluppo sostenibile”, ha spiegato al Journal of Italian Healthcare World Sara Roversi, Presidente di Future Food Institute. Dieta Mediterranea: evidenze scientifiche e sostenibilità

La dieta mediterranea prevede il consumo degli alimenti rispettando la loro stagionalità. Ciò comporta una riduzione delle coltivazioni in serra e dei relativi impatti ambientali, così come dell’approvvigionamento e dei costi di trasporto.

Come dimostrato dalle evidenze scientifiche, ad oggi la Dieta Mediterranea (DM) rappresenta un vero e proprio modello di dieta sana e sostenibile, con esiti positivi in termini di prevenzione sia sulla longevità, che su patologie croniche come diabete, obesità e ipertensione arteriosa.

CONVEGNO “ANALIZZARE IL SEGRETO DELLA LONGEVITÀ NELLE POPOLAZIONI MEDITERRANEE” PADIGLIONE ITALIA A EXPO 2020 DUBAI

Purtroppo, si è avuto un graduale abbandono del regime dietetico mediterraneo a vantaggio di stili alimentari meno salutari a causa della globalizzazione e della crisi economica dell’ultimo decennio. È importante quindi fare il punto sulla situazione nei Paesi mediterranei, sui risultati ottenuti dai grandi studi di popolazione, ma anche sul pericolo che questo stile alimentare possa gradualmente scomparire. È possibile proporre il modello alimentare mediterraneo anche ai Paesi che non hanno questa tradizione?

Le conoscenze della biologia umana e dell’espressione dei nostri geni in rapporto ai cibi che mangiamo saranno utili per prevenire le malattie croniche e favorire un invecchiamento in salute?

Queste le domande al centro del dibattito del convegno “Analizzare il segreto della longevità nelle popolazioni mediterranee” che si è tenuto all’interno dell’Accademia di Padiglione Italia a Expo 2020 Dubai, organizzato in collaborazione con il Cluster Tecnologico Nazionale Scienze della Vita ALISEI, l’I.R.C.C.S. Neuromed di Pozzilli (Isernia) e l’azienda La Molisana.

L’evento ha visto la partecipazione, in presenza e online, di esperti italiani e internazionali nell’ambito delle ricerche scientifiche sulla dieta mediterranea, tra gli altri: Ramon Estruch, professore nell’Università di Barcellona e Direttore Scientifico della Fondazione per la dieta Mediterranea, uno degli scienziati più influenti del mondo e la professoressa Antonia Trichopoulou, Presidente della Hellenic Health Foundation, Professore Emerito Facoltà di medicina di Atene, nonché massimo esponente scientifico mondiale sulla dieta mediterranea. A moderare il convengo è stato Enzo Grossi, Scientific advisor di ALISEI e Marco Patriciello, Presidente di Pro.Med, Neuromed Holding.

“Parlare di dieta mediterranea al Padiglione Italia, il paese che ne è stato la culla, è di grande importanza non solo per i paesi mediterranei, ma a livello globale – ha detto Enzo Grossi – Attraverso questa iniziativa del Cluster, vogliamo sensibilizzare i partecipanti sul tema e rendere possibile la trasferibilità della dieta mediterranea tradizionale alle popolazioni non mediterranee, anche sfatando e affrontando i falsi miti che si sono creati e diffusi nel tempo. È questo il focus di questo workshop che siamo lieti di aver promosso, e che si avvarrà del contributo dei massimi esponenti scientifici mondiali”.

La dieta mediterranea è diventato un argomento sempre più popolare e di grande interesse non solo nei paesi mediterranei, ma a livello globale. Tuttavia, diversi falsi miti dovrebbero essere affrontati e dissipati, in particolare quelli che etichettano come “mediterraneo” un modello alimentare che non è in linea con la tradizionale dieta mediterranea.

La trasferibilità della dieta mediterranea tradizionale alle popolazioni non mediterranee è certamente possibile, ma richiede una moltitudine di cambiamenti nelle abitudini alimentari. A trattare di questo argomento è stata la professoressa Antonia Trichopoulou, Presidente della Hellenic Health Foundation, Professore Emerito Facoltà di medicina di Atene, nonché massimo esponente scientifico mondiale sulla dieta mediterranea.

I BENEFICI PER LA SALUTE DELLA DIETA MEDITERRANEA

“Nel corso degli anni benefici per la salute della dieta mediterranea sono stati supportati da numerosi studi epidemiologici condotti in ogni parte del mondo, e più recentemente confermati dallo studio Moli-sani, uno dei più importanti studi di popolazione mai realizzati nel nostro Paese e divenuto col tempo un punto di riferimento per l’epidemiologia mondiale. Trasmettere il patrimonio mediterraneo alle generazioni future significa oggi tornare alle sue radici, ripercorrendo la complessità di questo stile di vita che non è solo un modello salutare per sconfiggere le malattie croniche e migliorare la sopravvivenza: è uno stile complessivo di vita, un vero patrimonio culturale”, ha spiegato Licia Iacoviello, Direttore del Dipartimento di epidemiologia e prevenzione dell’Istituto Neurologico Mediterraneo Neuromed I.R.C.C.S di Pozzilli (che con un Biobanking Centre ospita attualmente campioni biologici raccolti nello studio Moli-Sani, n.d.r.) e Ordinario di Igiene e Salute pubblica all’Università dell’Insubria di Varese.

Le ricercatrici di IRCCS Neuromed, Marialaura Bonaccio e Maria Benedetta Donati, oltre a presentare le indicazioni derivate dal Progetto Moli-sani e le prospettive che ne derivano, hanno affrontato il tema della trasferibilità della dieta mediterranea tradizionale alle popolazioni non mediterranee. Per le ricercatrici è possibile proporre il modello della dieta mediterranea al livello globale, ma deve essere riadattato tenendo conto delle peculiarità culturali, sociali, comportamentali e di reperimento dei prodotti, dei singoli paesi e delle aree geografiche.

STUDIO MOLI-SANI

Il Progetto Moli-Sani è uno studio epidemiologico prospettico iniziato nel 2005. Ha coinvolto 25.000 persone della regione Molise con l’obiettivo di indagare l’equilibrio tra ambiente e genetica nella prevenzione e nello sviluppo delle principali malattie cronico degenerative. Con ben 90 pubblicazioni scientifiche internazionali, numerosi sono i risultati già emersi dallo studio sui fattori di rischio comuni, i loro determinanti e la loro associazione con la mortalità totale, cardiovascolare e tumorale.

I DATI

Di particolare interesse sono i dati sulla dipendenza dell’adesione alla dieta mediterranea dallo stato socioeconomico delle persone ed in particolare dal loro reddito e dal livello di scolarizzazione e l’effetto drammatico che la crisi economica degli ultimi anni ha avuto su questo stile di vita salutare.

I dati disponibili del Progetto Moli-Sani possono essere uno strumento molto vantaggioso per la programmazione sanitaria e per l’erogazione diretta di interventi nel campo della prevenzione e predizione delle malattie, rispecchiando i bisogni reali della popolazione, difficilmente valutabili attraverso i flussi informativi tradizionali.

STUDIO PREDIMED

Prove sostanziali hanno verificato l’adeguatezza nutrizionale della dieta mediterranea, la sua sostenibilità a lungo termine e la sua efficacia per la prevenzione di eventi clinici gravi di malattie cardiovascolari, così come l’aumento della longevità.

Ramon Estruch, professore nell’Università di Barcellona e Direttore Scientifico della Fondazione per la dieta Mediterranea e dello studio PREDIMED, uno degli scienziati più influenti del mondo, ha esposto i risultati di “Prevenzione con la dieta mediterranea”, PREDIMED, il primo studio di intervento effettuato sul modello alimentare mediterraneo che ha valutato in una popolazione mediterranea l’effetto della dieta mediterranea integrata con olio extravergine di oliva e noci sulle malattie cardiovascolari e il cancro.

RISULTATI

I ricercatori hanno scoperto che consumare una dieta mediterranea tradizionale integrata con 40-50 g di olio extravergine d’oliva e/o 30 g di noci miste (noci, mandorle e nocciole) al giorno diminuisce la malattia coronarica e l’incidenza del diabete e migliora la funzione cerebrale e il sistema immunitario”. (aise)

  • Facebook Classic
  • Twitter Classic
  • c-youtube
logo-italiani-all-estero-2.png
bottom of page