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I MIGRANTI CHE ARRIVANO AI VERTICI - Le ragioni del riscatto

Migranti ai vertici nel dossier del «Messaggero di sant’Antonio» per l’estero di aprile.
È possibile, molto difficile o impossibile raggiungere i

vertici della politica, dell’economia, dell’impresa, così come della ricerca scientifica, dell’istruzione, dello sport in un Paese di cui non si è nativi, ma nel quale si è immigrati o figli di immigrati?

Esempi come l’ex presidente degli Stati Uniti Barack Obama, l’attuale vicepresidente americana Kamala Harris, il sindaco di Londra Sadiq Khan, l’ex presidente della Repubblica francese Nicolas Sarkozy, o ancora Sergio Marchionne (figlio di emigrati in Canada), o le dinastie di costruttori di origine italiana Grollo in Australia e Pallaro in Argentina, Rudolph Giuliani, già procuratore federale, assistente del Ministro della Giustizia e sindaco di New York, senza dimenticare un altro storico sindaco, Fiorello La Guardia; o Nancy Pelosi, speaker (presidente) della Camera dei rappresentanti al Congresso di Washington; anch’essi discendenti di immigrati. Sono segni dei tempi oppure solo delle eccezioni?

tutti discendenti di immigrati, sono segni dei tempi oppure solo delle eccezioni?

Le domande non sono peregrine poiché dalla risposta si può capire quanto una nazione sia permeabile al cambiamento, all’inclusione, alla valorizzazione delle risorse umane che compongono il suo mosaico sociale.

L’approfondito dossier “Le ragioni del riscatto” di Alessandro Bettero analizza a 360° il fenomeno dei cittadini stranieri che, indipendentemente dall’origine anagrafica o dall’appartenenza etnica o religiosa, sono arrivati ai vertici, non solo della politica, ma anche del business, della cultura, delle arti, nei rispettivi Paesi di nascita o di radicamento.



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