- È partito il 17 gennaio scorso il nuovo viaggio virtuale dell’Istituto Italiano di Cultura di Amburgo “Andar per giardini”, una guida alla scoperta di alcuni giardini storici italiani. Dopo le tappe siciliane – il Giardino storico di Casa Cuseni e l’Orto botanico di Palermo –, e quelle campane – i Giardini di Villa San Michele ad Anacapri e il Parco Reale della Reggia di Caserta –, è la volta del Lazio.
Mercoledì 16 febbraio la quinta tappa, alla scoperta dei Giardini di Villa Lante, tra i più famosi giardini italiani manieristici del XVI secolo.
Costituiscono l’attrazione principale di Villa Lante, situata a Bagnaia, frazione del Comune di Viterbo, alle pendici dei monti Cimini. La costruzione della villa e dei giardini, commissionata nel 1511 dal cardinale Giovanni Francesco Gambara, si avvalse del progetto del celebre architetto manierista Jacopo Barozzi, detto Il Vignola, dell’apporto dell’architetto senese esperto di idraulica Tommaso Ghinucci, e della maestria dell’architetto Pirro Ligorio. Nel 1587 la proprietà passò al nipote appena diciassettenne di papa Sisto V, il cardinale Alessandro Peretti di Montalto, e dal 1656 ad Ippolito Lante Montefeltro della Rovere, Duca di Bomarzo, per rimanere della famiglia fino a metà Novecento. Villa Lante afferisce alla Direzione Regionale Musei Lazio del Ministero della Cultura.
Il complesso ha una superficie di ben 22 ettari, ed è costituito da una zona pianeggiante con il grande giardino all’italiana antistante due casini gemelli, e uno scenografico e pittoresco percorso di giochi d’acqua, cascate e fontane. Le geometrie del giardino all’italiana ospitano la celebre fontana quadrata, detta dei Mori, al cui centro il gruppo scultoreo di quattro mori a grandezza reale è sormontato dallo stemma dei Montalto.
Il 23 febbraio sarà la volta del Sacro bosco di Bomarzo, chiamato anche Parco dei Mostri o Villa delle Meraviglie, situato in provincia di Viterbo, anche questo uno dei più famosi giardini italiani manieristici del XVI secolo.
Il complesso monumentale del sacro bosco di Bomarzo nacque dall’idea del principe Pier Francesco Orsini, detto Vicino, signore di Bomarzo, che a metà del Cinquecento volle dare vita, su progetto dell’architetto Pirro Ligorio, a quello che costituì un unicum all’interno della raffinata cultura architettonica naturalistica del periodo. Il complesso accoglie sculture grottesche disseminate su percorsi scoscesi di un terreno boscoso, e svincolate tra loro da qualsiasi rapporto prospettico o ordine logico, stabilendo un rapporto sconcertante tra il visitatore e la natura, fatto di allusioni ed illusioni.
Il paesaggio surreale del bosco di Bomarzo e le sue creature oniriche, espressione del gusto manierista per il bizzarro, riecheggiano la letteratura cavalleresca in voga nel periodo, e creano un luogo di fascino e mistero, ancora oggi visitabile dopo il restauro avvenuto a metà del Novecento, per volontà della famiglia Bettini, tutt’ora proprietaria.
La settima tappa, il 2 marzo, sarà ai Giardini di Villa d'Este, tra i giardini rinascimentali più famosi del Lazio, capolavoro del giardino italiano, nonché modello più volte emulato nei giardini europei manieristi e barocchi.
Dal 2001 sono potetti dall'UNESCO.
Il progetto di Villa d’Este, risalente alla seconda metà del XVI secolo, su commissione del cardinale Ippolito II d’Este, si deve all’architetto pittore ed antiquario italiano Pirro Ligorio. Successivamente alla morte del cardinale, si registrarono ulteriori interventi che coinvolsero maestri come Gian Lorenzo Bernini, e un gruppo di pittori del tardo manierismo romano per le sale interne. Dopo un periodo di progressivo abbandono, Villa d’Este divenne una delle tappe fondamentali del Grand Tour e meta di artisti come Turner e Hubert. I meravigliosi giardini di Villa d’Este sono caratterizzati, grazie all’eccezionale disponibilità idrica del luogo legata all’utilizzo di una deviazione del fiume Aniene, dal trionfo dell’acqua in effetti spettacolari e in un percorso scenografico e simbolico.
Il nuovo progetto dell’Istituto Italiano di Cultura di Amburgo #andarpergiardini si avvale di una importante galleria di immagini, frutto del coinvolgimento degli enti proprietari, e della piattaforma openstreetmap, per offrire al pubblico una consultazione “geografica” delle tappe. Attraverso un viaggio virtuale si parte alla scoperta di alcuni dei giardini storici che da secoli arricchiscono e definiscono il territorio della Penisola seguendo una mappa ideale di luoghi e di immagini che suscitano curiosità e magari interesse per un prossimo viaggio italiano.
Le prossime tappe saranno: il Parco storico del borgo Seghetti Panichi (Marche); il Giardino di Boboli (Toscana); il Giardino di Villa Carlotta (Lombardia); Villa del Balbianello (Lombardia); il Giardino di Villa Arvedi (Veneto); Villa Parco Bolasco (Veneto); i Giardini della Reggia di Venaria (Piemote); il Parco delle Terme di Levico (Trentino-Alto-Adige); il Parco del Castello di Miramare (Friuli-Venezia Giulia).
La mappa dei giardini è disponibile qui.
https://umap.openstreetmap.fr/it/map/esplorare-giardini_702765#8/37.534/17.770 L’ampia galleria di immagini è sul sito
e sui profili social dell’Istituto:
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