L’8 settembre è una data importante per l’Italia. Il neo capo del Governo Pietro Badoglio lesse il proclama con cui annunciò l’armistizio dell’Italia nella Seconda Guerra Mondiale. Questo fatto, come ricorda l’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia, diede il via anche allo scollamento della Venezia Giulia, di Fiume e di Zara dal resto dell’Italia. Le forze jugoslave, così, poterono riprendere il controllo del litorale dalmata e dell’entroterra istriano. Si impossessarono di armi, munizioni e vettovagliamento abbandonati dalle truppe italiane che avevano lasciato la zona. In quel frangente iniziò la tragedia delle foibe.
Secondo quanto riportato dall’Anvgd, furono circa un migliaio le vittime, tra le quali non figurarono solo fascisti ed ex fascisti, ma anche pubblici impiegati e forze dell’ordine.
“Le cerimonie istituzionali dell’8 settembre ricorderanno giustamente gli episodi di resistenza militare contro i tedeschi, l’inizio della lotta partigiana e le deportazioni dei soldati italiani allo sbando, ma nemmeno quest’anno verranno ricordate le vittime della foibe”.
“È appunto negli eventi dell’8 settembre 1943 che Ernesto Galli della Loggia identifica “La morte della Patria”, quella Patria in nome della quale si era compiuto il percorso risorgimentale culminato con la liberazione delle terre irredente al termine della Grande guerra”.
(aise)
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