Mauro Torta
24 mag 2017
CHI SIAMO?
Riportiamo qui un post di Pasquale Cataldi che bene descrive, secondo noi, la maggioranza degli ITALIANI ALL'ESTERO:
"Volevamo realizzare sogni, piccoli e grandi, che sembravano impossibili in Italia.
La nostra generazione e' partita in aereo e con valigie solide e colorate ma non per questo con meno dolore.
Abbiamo imparato a districarci in una burocrazia straniera, a leggere mappe a noi estranee, a vivere in case piccole e costruite male, con gente che non avevamo mai visto.
Siamo andati a lavoro all'alba col buio e col buio siamo rientrati.
La luce, se c'era, era un lusso del weekend.
Abbiamo imparato a farci capire in una lingua che non è la nostra, a contare il denaro in unità diverse.
Abbiamo lasciato la Lira e non conosciamo ancora le monete dell'Euro.
Ci siamo abituati a sapori esotici, a mangiare il sushi, a pranzare coi sandwich in ufficio.
Chiamiamo il caffè espresso e lo beviamo allungato all'americana.
Abbiamo conosciuto il Consolato e ci siamo iscritti all'AIRE, facendo file interminabili per il passaporto.
Abbiamo smesso di votare e di seguire la politica italiana.
Ci sono passati davanti Berlusconi, Bossi, Prodi e D'Alema, senza che capissimo bene cosa volessero e perché litigassero.
Abbiamo smesso di guardare la Rai e Canale 5 ma non manchiamo mai di seguire il festival di Sanremo.
Abbiamo vissuto cercando voli economici su internet, prenotando biglietti con mesi di anticipo. Abbiamo incontrato centinaia di persone che sono arrivate e molte che sono ripartite, come compagni di carrozza su un lungo viaggio in treno.
Abbiamo amici non italiani ma siamo sempre e solo con italiani. Ci siamo aiutati a vicenda e anche se abbiamo riso gli uni degli altri, siamo stati per ognuno la famiglia che non era vicino.
Siamo tornati in Italia 2 o 3 volte all'anno e ogni volta ci siamo sentiti più diversi, dicendo sempre più spesso sorry e please.
Ci è mancato il sole e il cibo, i genitori e gli amici e siamo rimasti legati ai nostri ricordi d'infanzia, come sospesi nel tempo.
Abbiamo ancora i nostri amici di scuola e ad ogni rientro mangiamo le cose che mangiavamo prima di partire.
Abbiamo scoperto che l'amicizia è condivisione e abbiamo trovato nuovi veri amici che hanno condiviso le gioie, le sciocchezze, gli imbarazzi, le conquiste e le sconfitte ma soprattutto la malinconia e la nostalgia.
Abbiamo lasciato fidanzate italiane e scoperto il sesso facile. Abbiamo imparato che siamo i più amati e i migliori amanti del mondo ma abbiamo sempre criticato le donne e gli uomini italiani. Abbiamo dimenticato la distinzione tra Nord e Sud e conosciuto l'Italiano senza geografie.
Ci siamo sposati in Italia ma i nostri figli sono nati all'estero, spesso da madri non italiane. Abbiamo cresciuto bambini senza ne' nonni ne' zii, che ci parlano in una lingua che non è la nostra ma che si sentono italiani e tifano per la Nazionale. Ci siamo sforzati di capire una scuola a noi aliena, che abbiamo pagato ogni anno più di tutta la nostra università. E abbiamo comunque dovuto aiutare i nostri figli a fare i compiti dopo 8 ore di scuola.
Programmiamo...
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